giovedì 29 dicembre 2022

LO STEMMA DEGLI USTASCIA

 




Giornate di forte irritazione tra il governo croato e quello austriaco, i cui rapporti invece finora erano sempre stati cordiali. Questa volta i toni sono molto duri e a una nota di protesta formale si è aggiunta anche la convocazione dell’ambasciatore austriaco da parte del governo di Zagabria.

Tutto per un dettaglio apparentemente banale: il colore di una casa della scacchiera che forma lo stemma araldico della Croazia. Stiamo parlando della prima casa in alto a sinistra nello stemma, che nella bandiera dell’attuale repubblica croata è di colore rosso. Scambiare il colore di quella casa, sostituendo il rosso con il bianco, non è soltanto un errore, ma una scelta politica: significa richiamarsi allo stemma della bandiera del movimento nazionalista ustascia di Ante Pavelic e dell’autoproclamato Stato indipendente di Croazia, che tra il 1941 e il 1945 collaborò con la Wehrmacht nazista, macchiandosi di gravi crimini di guerra.

Crisi diplomatica tra Austria e Croazia per lo stemma degli ustascia

Non dire "gatto" se non ce l'hai nel sacco

Che gaffe la Croazia: ha giocato gli Europei con la bandiera filo-nazista sulla maglia

Gli ustascia croati distruggono Milano

Squallidi e penosi ustascia croati

Chiunque difende gli ustascia croati ha perso la sua dignità


lunedì 26 dicembre 2022

LA FAVOLA AGOSTINO BERGO CI STUPISCE ANCORA




 Siamo lieti di comunicarvi che è stata inaugurata la nuova mostra della nostra favola Agostino 

Non vi diciamo nulla, ma vi aspettiamo a Chieri 


La Città di Chieri (TO) , il Convento di San Domenico e io,
Siamo Lieti di invitarvi all'inaugurazione e alla visita della mia mostra personale "In Sen del Vero",
presso Convento di San Domenico, via San Domenico, 1, Chieri (TO),
da Lunedì 26/12/22 ore 21.00 a domenica 22/1/2023.
Aperta tutti i giorni nei seguenti orari:
Mattino: 10.00 - 12.00,
Pomeriggio: 16.00 - 18.00,
Conferenze: ogni venerdì (per tutto il periodo della mostra) dalle 21.00.
Ingresso libero.
L'evento è patrocinato dalla Città di Chieri e dal Convento di San Domenico.
Vi aspettiamo alla mostra!

Agostino Bergo


martedì 20 dicembre 2022

Ciò che eravamo... Diario di una donna serba del Kosovo Metohija

 




Radmila Todić Vulić

Ciò che eravamo...
Diario di una donna serba del Kosovo Metohija
Prima, durante e dopo i bombardamenti della NATO del 1999
Prefazione di Sanda Rasković Ivić
Postfazione di Enrico Vigna
Edizioni La Città del Sole, Napoli 2009
Il diario inizia un anno prima dei bombardamenti, nei tempi in cui la UCK si scatena e in cui ogni giorno lascia il territorio almeno una famiglia serba, che non riesce a sopportare il terrore, esercitato dai separatisti albanesi, che non riesce a sopportare l’incertezza e l’ansia sul domani. Sono i tempi del sospetto verso la sincerità e l’autenticità sia dei politici locali, sia dei rappresentanti della comunità internazionale, che, come i visitatori dello zoo, si alternavano e si costruivano una loro idea, sempre condita dagli interessi delle grandi potenze.
Sono descritte le distruzioni dei ponti, degli ospedali, delle ferrovie, dei treni con i passeggeri a bordo, delle colonne dei rifugiati. “Come faccio a mettere in una borsa l’anima di casa mia?”
L’odio è diventato l’energia politica dei “democratici” del “nuovo Kosovo”, tutti ex combattenti dell’UCK, molti dei quali coinvolti in attività criminali. Il Kosovo e Metohija sono stati “puliti etnicamente”: dal giugno del 1999, 250.000 serbi, rom e altri non albanesi se ne sono andati, sono state sequestrate 1.300 persone e uccise altre 1.000, distrutte 156 chiese, commessi atti vandalici contro 67 cimiteri. In Kosovo sono rientrati solamente 1.200 serbi.

giovedì 15 dicembre 2022

IL COMMENTO CHE OSSERVATORIO BALCANI CONTINUA A CANCELLARE

 QUI IL COMMENTO CHE OSSERVATORIO BALCANI CONTINUA A CANCELLARE . STRANO CHE POI SI BATTA PER LA LIBERTA' DI STAMPA




Trenta anni fa – il 23 dicembre 1991 – la Germania dichiarava unilateralmente e pubblicamente il suo riconoscimento delle repubbliche di Croazia e Slovenia, con effetto a partire dal 15 gennaio successivo. Era il "regalo di Natale" ai nazionalisti antijugoslavi, pochi giorni dopo che, a Maastricht, la stessa Germania aveva ricattato l'intera Comunità europea: o si distrugge la Jugoslavia, oppure niente Euro e niente Unione... Perciò, il giorno di Natale 1991 i muri della Croazia si riempirono di scritte "Danke Deutschland", e ci fu persino chi ci scrisse una canzone
Da aggiungere che il supporto non era solamente politico, ma anche militare, con armi riciclate dall'ex DDR regalate dai tedeschi ai separatisti croati. Armi con cui assalirono le caserme dell'JNA.
La vendetta nazista sulla Jugoslavia e finalmente la Croazia colonia tedesca, per i croati meglio camerieri (alcuni si spingono a dire stallieri) che jugoslavi!




martedì 13 dicembre 2022

Radio Jugoslavija

 



Nel 2016 un meraviglioso ragazzo croato apre la pagina di musica jugoslava: Radio Jugoslavija.

Immediatamente il serbofobicus ereticus la clona, ma prende davvero pochi like 

La vera pagina di Radio Jugoslavija va alla grandissima e raccoglie 1300 like 

Radio Jugoslavija

Serbofobico e amici sono stati immediatamente bannati





RADIO JUGOSLAVIJA, storie di un paese che non c'è più
Radio Jugoslavija è una pagina nata per cercare di far conoscere al pubblico italiano il cosiddetto "EX-YU Rock", ovvero un insieme di gruppi musicali provenienti dall'altra sponda dell'Adriatico che, non avendo mai raggiunto il "mainstream", risultano sconosciuti in Italia. Qui, quando si parla della "musica balcanica", essa viene identificata con quella suonata da Bregovic. Questa, tuttavia, è solo una parte (ovvero la versione più commerciale della musica tradizionale dei Balcani orientali) della grande produzione musicale jugoslava.




Spomenik, la Jugoslavia che resta

Di musica nel nostro viaggio ce n'è stata tanta. Ore e ore di guida per strade talvolta assurde e a un certo punto le chiacchiere si esaurivano. In quei momenti, la radio veniva in nostro soccorso.
Spesso ci regalava "perle" un po' troppo ripetitive (Despacito vi dice niente?), altre volte ci deliziava con pezzi di indiscusso valore della tradizione balcanica. Cosa avremmo dato per poter comprendere quello che diceva lo speaker e conoscere i nomi e i titoli delle canzoni che ascoltavamo.
Anche adesso, che siamo all'opera per scrivere il nostro fumetto, ci piace ascoltare molta musica e per ritornare con la mente a quei luoghi ci viene in aiuto questa pagina pazzesca dal titolo Radio Jugoslavija che traduce e racconta in italiano le canzoni più importanti della ex Jugoslavia. Non esiste modo migliore di lavorare. 🤩👩‍🎨👩‍💻







mercoledì 7 dicembre 2022

Padiglione delle arti Cvijeta Zuzorić





 Il Padiglione delle Arti Cvijeta Zuzorić (in serbo cirillico  : еметнички павиљон Цвијета Зузори  en; in serbo latino  : Umetnički paviljon Cvijeta Zuzorić ) si trova a Belgrado, la capitale della Serbia, nel comune urbano di Stari Grad . Per la sua importanza architettonica e storica, questo edificio, costruito nel 1928, è nell'elenco dei monumenti culturali protetti della Repubblica di Serbia e nell'elenco dei beni culturali della città di Belgrado.


sabato 3 dicembre 2022

Kosovo: A Moment In Civilization (2017)




 Kosovo: A Moment In Civilization (2017)

QUANDO LA NATO TOLSE LA CORRENTE ELETTRICA ALLA SERBIA





 Dalla "Repubblica" . 1999

La nuova arma usata per la prima volta consente di causare black out senza distruggere le centrali

Bombe alla graffite e Serbia al buio 

Il portavoce Nato: "Uno strumento di pressione psicologica,
possiamo spegnere l'interruttore ogni volta che lo vogliamo"
Disagi a Belgrado: forni chiusi e mezzi di trasporto fermi...".

giovedì 1 dicembre 2022

DIARIO DAL FRONTE, UNA MOSTRA CONTRO LA GUERRA



 Livio Senigalliesi, fotoreporter milanese, ha documentato 25 conflitti in tutto il mondo in circa 30 anni di lavoro, dalla prima guerra del Golfo del 1991 all’inizio della guerra in Ucraina. E, fino all’8 gennaio 2023, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita Diario dal fronte, la retrospettiva che ripercorre l’intera carriera del fotogiornalista. Mostra a cura di Barbara Silbe.

Livio Senigalliesi, milanese, classe 1956, è un fotoreporter di guerra che per il suo lavoro è noto in tutto il mondo. Dal Vietnam al Libano, dal Ruanda alla Bosnia, ha documentato con le sue immagini i conflitti terribili di questi ultimi decenni. Soprattutto dalla parte delle vittime, con lo sguardo di chi subisce la violenza e le devastazioni. Oggi le sue foto sono in mostra al Museo Diocesano di Milano: per invocare innanzitutto la pace, ricordando anche i 60 anni della "Pacem in Terris" di papa Giovanni XXIII.

LA SARAJEVO DI LIVIO SENIGALLIESI


UNA VITA PASSATA AL FRONTE, TRA LA VITA E LA MORTE
Oggi il TG3 Lombardia mi dedica un bel servizio in cui si approfondiscono gli aspetti e le motivazioni della mostra "Diario dal fronte" in corso al Museo Diocesano di Milano fino all'8 gennaio 2023.
Sono quei riconoscimenti che dopo 40 anni vissuti pericolosamente fanno piacere perchè queste immagini raccolte in quattro continenti con tanta fatica e impegno sono merito anche dei tanti autisti, guide e interpreti che per decenni hanno rischiato la vita con me per poter documentare Storie che fanno parte di un libro e che vengono studiate nelle facoltà universitarie di mezzo mondo.
Un grazie di cuore a Barbara Silbe, instancabile curatrice della mostra, e a tutto lo staff del Museo Diocesano di Milano che hanno voluto dare spazio al mio lavoro in un momento tanto difficile, in cui la guerra è tornata in Europa.

# DIARIO DAL FRONTE # UNA MOSTRA
Grazie a Francesco Bondioli per aver apprezzato la mostra esposta nel bel salone del Museo Diocesano di Milano con la cura dell'instancabile Barbara Silbe. Queste immagini selezionate dal mio archivio storico sulla guerra sono una testimonianza utile per richiamare all'importanza della pace. Un particolare percorso è dedicato alle scuole superiori cui è offerto un biglietto ridotto. Sarò a disposizione per una visita guidata col supporto di Cinzia Rainbow Picozzi, curatrice delle mostre del Museo.



Franjo Tuđman riconosciuto colpevole post mortem

  Non ci puo' essere sentenza per un morto ma la verità va detta sempre  L’implicazione della Croazia nel conflitto in Bosnia Erzegovina...