mercoledì 31 maggio 2023

Sei santo o criminale a seconda del Dio NATO






 E' la volta dei serbi. La "rivelazione" di che cosa? Di un giornale statunitense che non rivela nulla e si occupa solo di disinformare e infamare? Ovviamente i pennivendoli nostrani la riportano come "verità". Perché c'è stato un processo con prove dimostrate? Nulla, solo illazioni per screditare i russi e i serbi! E' chiaro il fine, in questa nuova, si fa per dire, crisi, dove la NATO sta provocando la Serbia, i "cattivi" serbi e russi insieme avrebbero fatto scappare dall'Italia il russo Artëm Uss. Un giovane imprenditore che ha la sola colpa di essere russo e di commerciare, ma le sanzioni illegali degli Stati Uniti colpiscono come una scure chiunque e ovunque, senza alcun regolare processo, colpa dimostrata e sentenza di Tribunale, la "Legge" sono i gangster a stelle e strisce.

Ecco il titolo de La Stampa: "La rivelazione americana: Artem Uss fu fatto fuggire dall’Italia da un gruppo criminale della Serbia
La ricostruzione del Wall Street Journal: i russi sarebbero stati presumibilmente seguiti, quindi hanno agito dei serbi.
Un gruppo criminale serbo ha aiutato a far uscire dall'Italia Artem Uss, il trafficante russo figlio dell'ex governatore di Krasnojarsk, accusato di comprare componenti militari sotto sanzioni per farle entrare in Russia, e petrolio venezuelano importato illegalmente, di cui Washington chiedeva l’estradizione con l’accusa di evasione delle sanzioni e traffico illegale di armi e petrolio. Lo riferisce il Wall Street Journal, citando una fonte a conoscenza della vicenda. Uss, secondo le fonti sentite dal WSJ, cambiò auto almeno una volta e ha attraversato diverse frontiere per recarsi in Serbia, da dove sarebbe volato a Mosca. L’intelligence russa non ha partecipato direttamente alla vicenda, perché troppo alto era il timore che potessero essere seguiti. Perciò nell’impresa sono stati usati elementi criminali serbi che agivano già in outsourcing in Italia. [jacopo iacoboni]
Come possiamo notare, i pennivendoli non hanno alcuna remora nel definire i fantomatici serbi "criminali". Ma tutto è scritto su ordine degli americani della Nato che hanno bisogno di un altro conflitto, del tipo "ucraino".
Marinella Mondaini


Tutte le reazioni:

GRAZIE SARA REGINELLA!






 In questi i giorni, mi sono ricordata che quando facevo il quinto liceo e sbarellavo sulla matematica, i cattivi non erano i russ1, ma i serb1.

Me lo sono ricordata all'improvviso, insieme a quella volta in cui, poco dopo i 100 giorni dalla maturità, Massimo D'Alema li faceva bomb4rdare. Un po' allo stesso modo in cui oggi la NATO bombarda il Donbass, con la differenza che oggi, tali crimin1 neanche vengono mostrati.
E così, dopo gli scontri di questi giorni in Kosovo, non poteva mancare una mia intervista AntiDiplomatica che ripercorresse la genesi del conflitto jugoslavo, nonché i legami con la questione ucraina.
Grazie a un'analisi fatta da Andrea Martocchia, segretario del Coordinamento nazionale Jugoslavia, viene messo in luce come la NATO destabilizzò i Balcani. Gli effetti e le ripercussioni si sentono anche oggi.
Nell'intervista, Martocchia non le manda a dire. Come è giusto che sia.
Nei commenti, link alla versione completa per per gli abbonati del canale YouTube de L'AntiDiplomatico










PARTE LA MACCHINA DEL FANGO SERBIA-KOSOVO

 




PARTE LA MACCHINA DEL FANGO SERBIA-KOSOVO ▷ BORGONOVO: "FOSSI SERBO MI RISENTIREI DI QUESTO TITOLO"


Per la prima volta non siamo d'accordo col signore serbo 


COSA CI FA LA NATO IN KOSMET?

 




Cara Radio Rai, cara Radio 24,

"Tutta la Jugoslavia investita da una pioggia di bombe e di missili della Nato, Belgrado ridotta a città fantasma", così si esprimeva testualmente il corrispondente italiano in questo video, il 21 aprile 1999. Guardate queste immagini sulla guerra iper-illegale della Nato contro la Serbia e ditemi dove sarebbe la superiorità morale del blocco occidentale. Ditemi dove sarebbe il rispetto del diritto internazionale da parte dei Paesi dell'Unione Europea e della Nato.



Il cosiddetto autoproclamato “Kosovo” non è un paese membro delle Nazioni Unite in quanto non riconosciuto dalla maggior parte dei paesi del mondo. Solo in Europa non è riconosciuto dalle Spagna, Romania, Slovacchia, Grecia, Cipro e l’Ungheria ha ritirato il riconoscimento nel 2018.
I serbi che vivono nel Kosovo e Metohija, come è sempre stato chiamato questo territorio, anche in ex Jugoslavia (Metohija significa la terra dei tempi/chiese in quanto si tratta della culla del cristianesimo serbo) non hanno nessun obbligo internazionale per riconoscere le autoproclamate istituzioni di questo cosiddetto “Kosovo”.
Fino a poco tempo fa i serbi, nei 4 comuni dove sono la maggioranza, da soli organizzavano le elezioni. Da quando il cosiddetto premier Albin Kurti ha deciso di imporre lui, da Pristina, le elezioni, i serbi hanno deciso di non partecipare nel mese di aprile 2023. Una protesta pacifica e legittima. Ed ecco che soltanto il 3% degli aventi diritto sono andati a votare.
Mi si stringe il cuore per i membri italiani della KFOR feriti, perché i militari italiani sono coloro che dal 1999 proteggono i monasteri e le chiese serbe dalla distruzione da parte dei fanatici. Però loro, ieri, avrebbero dovuto prendere coraggio a non partecipare alla violenta soppressione dei pacifici manifestanti serbi. Mi rendo conto che l'Italia è un paese membro/succube della Nato, ciò non toglie che ieri hanno partecipato agli atti violenti contro la popolazione inerte. Io sono convinta che l’hanno fatto contro voglia, però sta di fatto che l’hanno fatto. 🙁
Lunedì 29 maggio 2023, nel pomeriggio, le forze della KFOR sono intervenute per disperdere con violenza un raduno non violento dei cittadini che si erano riuniti davanti al Comune di Zvečan.
Sono stati usati gas lacrimogeni e bombe d'urto e la cosiddetta Polizia del Kosovo ha usato munizioni e pallottole vere da arma da fuoco.
Epilogo:
- 52 cittadini di nazionalità serba sono rimasti feriti;
- 3 cittadini sono rimasti gravemente feriti;
- 1 cittadino è in pericolo di vita (ferito alla schiena da un kalashnikov della Polizia del Kosovo);
- 41 membri della KFOR sono rimasti feriti.
Le cause dell’attuale crisi in Kosovo
e Metohija:
- L'ultima crisi in Kosovo è iniziata con lo svolgimento delle elezioni illegittime il 23 aprile 2023 in 4 comuni dove vive la maggioranza serba;
- La situazione è peggiorata dopo che, alle elezioni nei comuni sopramenzionati, sono stati eletti come sindaci i membri dei partiti politici albanesi, senza alcuna partecipazione dei partiti serbi, con un'affluenza alle urne del solo 3 % e con la pressione costante di Albin Kurti, il primo ministro delle autoproclamate istituzioni del Kosovo;
- Albin Kurti ha ordinato ai neoeletti sindaci di assumere i loro nuovi incarichi, nonostante le dichiarazioni dei paesi occidentali di non farlo;
- La situazione è peggiorata dopo che le unità speciali del cosiddetto Kosovo sono arrivate al Nord del Kosovo e Metohija, un atto unilaterale che è in contrasto con tutti gli accordi precedenti, e insieme alla KFOR si sono posizionati davanti agli edifici municipali dove il popolo serbo manifestava pacificamente.
Uno sguardo ai fatti:
- Il numero di sfollati, profughi ed esuli, scappati o espulsi dal Kosovo e Metohija verso le altre parti della Serbia e dei paesi limitrofi ammonta già ad oltre 260.000;
- Dal 1999 ad oggi, un totale di 135 chiese e monasteri serbi sono stati completamente distrutti o danneggiati, la metà dei quali sono monumenti culturali protetti anche da Unesco;
- Dal 2006, a causa dell'instabile situazione della sicurezza e delle continue minacce, i monasteri di Gračanica, Visoki Dečani, Pećka Patrijaršija e la chiesa di Nostra Signora di Ljeviška sono stati inseriti nella Lista del patrimonio mondiale in pericolo, dove sono presenti tuttora;
- L'organizzazione internazionale “Europa Nostra” ha classificato il monastero di Visoki Dečani al primo posto nell'elenco dei sette monumenti culturali più a rischio in Europa per il 2021;
- Dalla formazione del cosiddetto
governo di Albin Kurti nel 2021, sono stati registrati più di 300 attacchi di matrice etnica contro i serbi nel Nord del Kosovo e Metohija;
- Dal 2013, quando è stato firmato l'Accordo di Bruxelles, la cosiddetta amministrazione del Kosovo si rifiuta di attuare questo accordo con il quale è prevista la creazione di una Unione dei Comuni serbi, che rappresenta il quadro istituzionale minimo, richiesto anche dalla UE, per la tutela dei diritti fondamentali dei serbi in Kosovo e Metohija.
Ho scritto questo per i miei cari amici perchè, purtroppo, questo per televisione e sui giornali principali non potete leggere.
Lidia



Sarajevo 1993, pace e morte: la drammatica storia di Moreno Locatelli

 




Nel 1983 Alija Izetbegović fu processato con l’accusa di fondamentalismo per la Dichiarazione islamica, un testo scritto dieci anni prima in cui si leggevano frasi come queste: “Non ci può essere pace o coesistenza fra la fede dell’Islam e la fede e le istituzioni non islamiche”. Finì in prigione insieme a Celo due. Durante l’assedio, per i media occidentali Izetbegovic, presidente della Bosnia, rappresentò il leader moderato, fautore di una Repubblica di “cittadini” al di là delle distinzioni etnico-culturali. “Un pessimo politico – commenta Bocchi - senza alcuna legittimazione popolare, alle elezioni era arrivato secondo, e soltanto perché il vincitore non aveva accettato la carica si ritrovò presidente”. Il suo potere militare poggiava anche sulle brigate criminali di uomini come Caco, controllate dal figlio Bakir Izetbegovic, ministro ombra dell’Interno.

Sarajevo 1993, pace e morte: la drammatica storia di Moreno Locatelli -


martedì 30 maggio 2023

Coi serbi cattivi.. vedi Belgrado, ti ammali e muori

 




Soldati italiani feriti

Attenti! Spie serbe nei talk-show!
Siccome la manipolazione dell'opinione pubblica ha ripreso a correre dopo gli scontri in Kosovo, e siccome il sistema dell'informazione sulla politica internazionale in Italia è totalmente corrotto, preciso subito che, studi storici alla mano, la destabilizzazione dei Balcani è stata causata dall'espansione spaventosa della Nato in quell'area che, dal 2004 al 2020, ha inglobato nel proprio seno i seguenti Paesi:
Slovenia 2004
Albania 2009
Croazia 2009
Montenegro 2017
Macedonia del Nord 2020
Feriti i soldati italiani, cui sono vicinissimo, tutti a stupirsi che quell'area sia instabile, chissà perché. Magari perché la Nato ha schiantato la Serbia con le bombe nel 1999 in una guerra super-illegale e poi ha riscritto i confini con la minaccia di ricorrere nuovamente alla forza?
Scusate, dimenticavo, il blocco occidentale è buono, puro, illibato. Tutta colpa di questi maledetti intellettuali che introducono le scienze storico-sociali nel dibattito pubblico.
Ma l'Italia non starebbe meglio se abolissimo le università e i libri di storia?
Sai che festa Repubblica e Corriere della Sera?
Ma dai - diranno i miei detrattori - è tutta una macchinazione del professor Orsini. Che cosa volete che c'entri il mega-bombardamento Nato della Serbia del 1999?
Il Professor Orsini fa tutte 'ste storie per un po' di bombette su scuole, ponti, ospedali e bambini uccisi a Belgrado e non solo. Ma vi pare mai che adesso la Nato non possa schiantare due o tre Paesi in scioltezza? Dove andremo a finire con queste spie serbe nel talk-show!
Alessandro Orsini.



ALIJA IZETBEGOVIC ANNULLA L'ACCORDO CON MILOSEVIC





 Era la mano destra di Alija Izetbegovic, intellettuale Musulmano Bosniaco. Però spiega in modo dettagliato come Milosevic non voleva la guerra e che aveva proposto un accordo pacifico con i Musulmani Bosniaci. Alija Izetbegovic prima accettò, poi prima di firmare l'accordo cambiò idea senza mai dire a nessuno il perchè. Da li iniziò la tragedia bosniaca....

MUHAMED FILIPOVIĆ ALIJA IZETBEGOVIĆ JE OTKAZAO SPORAZUM SA MILOŠEVIĆEM


Nel 1983 Alija Izetbegović fu processato con l’accusa di fondamentalismo per la Dichiarazione islamica, un testo scritto dieci anni prima in cui si leggevano frasi come queste: “Non ci può essere pace o coesistenza fra la fede dell’Islam e la fede e le istituzioni non islamiche”. Finì in prigione insieme a Celo due. Durante l’assedio, per i media occidentali Izetbegovic, presidente della Bosnia, rappresentò il leader moderato, fautore di una Repubblica di “cittadini” al di là delle distinzioni etnico-culturali. “Un pessimo politico – commenta Bocchi - senza alcuna legittimazione popolare, alle elezioni era arrivato secondo,  e soltanto perché il vincitore non aveva accettato la carica si ritrovò presidente”. Il suo potere militare poggiava anche sulle brigate criminali di uomini come Caco, controllate dal figlio Bakir Izetbegovic, ministro ombra dell’Interno. 

Sarajevo 1993, pace e morte: la drammatica storia di Moreno Locatelli



Questa notizia è stata bannata da Davide di Ripensare i Balcani che è un grande ipocrita 

LA KOKTA KOSOVARA

lunedì 29 maggio 2023

NATO GO HOME!!!!




 L'elezione dei sindaci albanesi che ha causato la crisi

Al centro della crisi culminata questa sera negli scontri fra manifestanti e forze di pace della KFOR c’è l'elezione di sindaci di etnia albanese in località a maggioranza serba del Kosovo settentrionale. Il voto si è tenuto il 23 aprile ed è stato boicottato dai serbi, risultando in una misera affluenza del 3,4%. Epicentro della crisi sono i comuni di Zvecan, Leposavic e Zubin, dove negli ultimi giorni ci sono stati violenti scontri fra agenti della polizia del Kosovo e militanti serbi che cercavano di impedire ai nuovi sindaci l'accesso agli uffici comunali.
Le elezioni erano state convocate dalle autorità kosovare dopo le dimissioni in massa dei funzionari pubblici nelle zone serbe del Kosovo. Dimissioni avvenute a novembre in seguito alla decisione di Pristina di imporre targhe automobilistiche emesse dal Kosovo anche nelle aree a maggioranza serba. La scelta di tenere le elezioni era stata fortemente criticata dal presidente serbo Alexandar Vucic che aveva parlato di «giorno terribile per la democrazia» e di «momento di vergogna per l'Europa». Dal 26 maggio Vucic ha messo in stato d'allerta l'esercito, che ora è stato dispiegato al confine con il Kosovo. Venerdì scorso, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia hanno diramato un comunicato congiunto: «Condanniamo la decisione del Kosovo di forzare l'accesso agli edifici municipali nel nord del Kosovo, nonostante il nostro appello alla moderazione». In una dichiarazione congiunta dei ministeri degli Esteri, i cinque paesi esprimevano inoltre preoccupazione per la decisione di Belgrado di mettere in stato di massima allerta le sue forze ed esortavano tutte le parti a dar prova di moderazione.
Vucic conferma l'invio truppe alla frontiera
Il presidente serbo Aleksandar Vucic, parlando dopo i duri scontri di oggi nel nord del Kosovo, ha confermato l'invio di truppe al confine con il Kosovo. «Abbiamo dislocato le nostre forze laddove riteniamo che sia necessario. Le andremo a visitare questa notte. Non tollereremo violenze etniche contro il popolo serbo», ha detto il presidente in un intervento trasmesso in diretta dalla tv pubblica serba Rts.



Il rapporto di Gideon Greif su Srebrenica

 




16/06/2021, Belgrado, Aleksej Toporov

Gideon Greif, presidente della Commissione internazionale indipendente per lo studio della sofferenza di tutte le nazioni nella regione di Srebrenica nel 1992-1995, ha presentato un rapporto di 1200 pagine, sviluppato dai maggiori esperti mondiali.
Lo riferisce RTRS (Radio Televisione della La Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina - Srpska).
"Dieci dei più illustri esperti del mondo hanno contribuito a questo documento eccezionale, me compreso", ha affermato Greif, “Questi sono noti esperti nei loro campi scientifici, quindi penso che sia stato dato un contributo significativo alla verità e alla scienza, che è estremamente importante”.
Secondo lo scienziato, la commissione è giunta a due conclusioni principali: una riguarda la definizione di genocidio e l'altra il numero delle vittime.
(..) “Quello che è successo a Srebrenica non è stato genocidio, non può essere chiamato genocidio, se qualcuno usa questo termine, dovrebbe essere cancellato dalla storia. E questo è importante perché le accuse di genocidio sono molto gravi" , ha detto Greif.
Lo scienziato non contesta che a Srebrenica sia stato commesso un crimine, ma ciò non può in alcun modo essere definito genocidio.
“Penso che questo sia molto importante. Non è solo un timbro, un nome, è l'essenza di ciò che stava accadendo", ha affermato il presidente della Commissione indipendente.
Gideon Greif ha sottolineato che i serbi non hanno mai avuto un piano per sterminare i bosniaci o i croati, né a Srebrenica né altrove.
"Lasciatemi ripetere, il genocidio è un crimine che significa annientamento totale, l'eliminazione di un certo gruppo di persone dalla faccia della terra a causa di una diversa religione, nazionalità, mentalità, o semplicemente perché non ti piace questo gruppo", ha detto lo scienziato israeliano.
La ricerca della Commissione ha riguardato non solo gli eventi di Srebrenica nel luglio 1995, quando la città fu presa dalle truppe della Republika Srpska, ma anche eventi di un periodo più lungo, dal 1992 al 1995. Greif ha osservato che la moderna storiografia di Srebrenica dimentica deliberatamente un fatto estremamente importante, ovvero i crimini contro il popolo serbo.
“Le azioni militari e gli attacchi a molti villaggi serbi sono iniziati nel 1992, forse anche prima, molti civili serbi sono stati attaccati dai musulmani. Invece di incolpare la parte serba per l'aggressione, dovrebbe essere incolpata l'altra parte. Ma nel tempo, tutto si è capovolto e l'aggressore è diventato vittima e la vittima - aggressore", ha concluso il presidente della Commissione indipendente.
La città mineraria bosniaca di Srebrenica è stata oggetto di speculazioni politiche negli ultimi decenni. Durante la guerra degli anni '90, essa e la vicina Zepa furono trasformati in enclavi islamiste, da cui le bande sotto il comando del sanguinario criminale di guerra Nasser Oriich, assolto dall'Aia, attaccarono i villaggi serbi circostanti, principalmente durante le festività ortodosse, massacrando la loro popolazione e bruciando case e chiese.
Le forze di pace delle Nazioni Unite che si trovano al confine delle enclavi non hanno interferito in alcun modo. Dopo un'altra provocazione simile nel 1995, il comando delle truppe della Republika Srpska decise di liquidare le enclavi dei banditi alle loro spalle.
Le truppe serbo-bosniache al comando del generale Ratko Mladic sono riuscite ad occupare Srebrenica e Zepa, da dove tutte le donne e i bambini erano stati intenzionalmente evacuati.
Successivamente, i serbi hanno sparato a più di cento militanti islamisti catturati e non c'era alcun ordine dal comando di distruggerli, tuttavia, i comandanti e i soldati, molti dei quali avevano parenti tagliati fuori dai separatisti Bosnjak, hanno mostrato arbitrarietà in questa materia.
Sulla base di quanto accaduto, i tecnologi occidentali hanno creato il mitico "genocidio di Srebrenica", che è diventato un motivo per gli aerei della NATO per intervenire nel conflitto e attaccare dall'alto le posizioni dei serbi bosniaci.
Dopo questo attacco, l'iniziativa è passata alle parti bosnjak e croata, che, a seguito di una guerra lampo congiunta, riuscirono a sgomberare la maggior parte della non riconosciuta Repubblica di Krajina in Croazia, liquidare la Repubblica musulmana-jugoslava della Bosnia occidentale, alleata ai serbi, e occupare aree precedentemente controllate dai serbi bosniaci, dove risiedeva la popolazione serba locale.
Poi gli Stati Uniti hanno messo le parti in conflitto al tavolo dei negoziati, costringendole a firmare gli Accordi di Dayton, che hanno trasformato la Bosnia-Erzegovina, di fatto, in un protettorato dell'Occidente. Il mitico "genocidio" ha anche permesso all'Occidente di reprimere la leadership dei serbi bosniaci, in particolare il generale Ratko Mladic e il presidente della Republika Srpska Radovan Karadzic sono stati condannati all'ergastolo dal Tribunale dell'Aia.
Secondo la falsa e non confermata idea del “genocidio di Srebrenica”, le unità del VRS hanno ucciso ottomila “uomini e ragazzi” nella cittadina. Allo stesso tempo, il numero di "vittime" includeva non solo i prigionieri giustiziati, ma anche i resti di tutti coloro che erano morti in questo territorio durante diversi anni del sanguinoso conflitto, compresi i serbi, nonché persone abbastanza vive che in seguito "presero vita" durante le elezioni e durante l'emigrazione all'estero.

741 incursioni sulla Jugoslavia in un solo giorno




 27 maggio 1999 – Record delle missioni Nato: 741 incursioni sulla Jugoslavia in un solo giorno.

28 maggio 1999 – A Belgrado, al termine della nuova missione di Černomyndin, un comunicato della presidenza jugoslava annuncia l’accettazione del Piano del G8 e chiede la sospensione dei bombardamenti.
La contraerea della Marina jugoslava vicino alle Bocche di Cattaro abbatte un aereo teleguidato.
29 maggio 1999 - Per attaccare un regime colpevole di un’epurazione etnica, le forze armate degli Stati Uniti utilizzano due armi: i missili Tomahawk e gli elicotteri Apache, nomi mutuati da tribù di indiani pellerossa sterminati negli Usa nel XIX secolo. Il tomahawk era l’ascia di guerra dei pellerossa e gli Apache una delle più combattive popolazioni indiane, vittima di una spaventosa “pulizia etnica”.
Ecco cosa scriveva, nella sua inchiesta, il maggiore Wynkoop, dopo lo sterminio di un campo indiano nel 1864, a opera della Prima compagnia di Cavalleria nel Colorado: ”Donne e bambini furono uccisi e scotennati, i neonati uccisi al seno delle loro madri e tutti i cadaveri furono mutilati nel modo più orribile. I cadaveri delle donne furono profanati in modo tale che raccontarlo fa male. E nel mentre, il colonnello Chevington incitava le proprie truppe a perpetrare queste diaboliche offese”.
Cosa potremo dire, tra qualche decennio, se le forze armate serbe
decidessero di chiamare uno dei loro missili… “kosovaro”?
(da Le Monde Diplomatique, maggio 1999)



venerdì 26 maggio 2023

TESLA SI E' SEMPRE DICHIARATO SERBO




La traduzione non è delle migliori ma si capisce 

 L'origine serba di NIKOLA TESLA non è mai stata contestata, almeno non da chi ha studiato scientificamente la vita e il lavoro del grande inventore. Tuttavia, lo stato croato cerca di presentare uno dei più grandi scienziati della storia umana come croato. Nikola Tesla nasceva il 10 luglio 1856 nella città di Smiljan, allora parte dell'Austria-Ungheria e ora si trova in Croazia.

Ricordiamo che il presidente francese Valéry Giscard Destaing è nato in Germania come francese. Non importa dove sei nato, ma come ti dichiari. Nella sua unica visita a Belgrado nel 1892, Nikola Tesla, in qualità di scienziato di fama mondiale, ha avuto un messaggio speciale per il popolo serbo:
"La mia gioia, che sento in questo momento, non posso esprimerla, ma sono felice di poter esprimere davanti a voi, cari fratelli, sempre la mia più cara soddisfazione, di non essere mai stato e rimarrò sempre solo un serbo e niente più... A volte, signori, quando un uomo, lontano dalla sua terra d'origine, assorbito dal tipo di lavoro che mi interessa, a volte dimentica nome, nazionalità e patria. Ma questo signori non mi è mai capitato e spero che non accada mai e non possa mai accadere. Anche se non sono tra di voi, per partecipare più che potete all'altare del pensiero serbo, faccio un'altra opera, glorifico il nome serbo in un altro modo, e lavoro e mi impegno in un altro modo, per contribuire quanto posso utile alla prosperità, al suo popolo e ai suoi amati fratelli. E se c'è gloria e merito per l'umanità da attribuire al mio nome, questo onore appartiene più al nome serbo, al popolo serbo dell'ambiente da cui provengo. "
Tesla ha poi parlato alla folla della "lotta primaria dei nostri antenati in Kosovo", e li ha ringraziati con le seguenti parole:
"Fratelli e compagni! Grazie per la vostra attenzione e apprezzamento. In voi vedo la giovane Serbia, che deve lavorare per il compito generale di tutti i serbi. Tu sei il futuro della Serbia. Come potete vedere e sentire, sono rimasto serbo anche dall'altra parte del mare. Dovresti essere lo stesso e elevare la gloria della Serbia nel mondo con la tua conoscenza e il tuo lavoro. "
Il padre di Nikola, Milutin Tesla, era il sacerdote serbo-ortodosso di Smiljan. Sua madre, Djuka Mandi ć, è la figlia di un prete serbo-ortodosso di Lika e Banija e precedentemente Kosovo.



giovedì 25 maggio 2023

Ma in che mani siamo?






 Martedì è stato il giorno in cui tutta l'attenzione europea si è focalizzata sul sanguinoso attacco nella regione russa di Belgorod.

Secondo Mosca sarebbe stato opera delle forze ucraine mentre gli ucraini ne attribuiscono la paternità a "partigiani" russi contro il governo di Putin.
Quando nel pomeriggio un giornalista ha chiesto a Josep Borrell cosa ne pensasse, il politico spagnolo ha detto non ne sapesse nulla. E ha confuso Belgorod con la capitale della Serbia, Belgrado.
Borrell è l'Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza dell'UE.
Nonché la persona che ha scelto Luigi Di Maio come inviato speciale dell’UE nel Golfo Persico.
Evidentemente, uno dei parametri per ricoprire certi incarichi nelle istituzioni vassalle degli States è non capire assolutamente nulla delle situazioni rispetto alle quali si avrebbe potere decisionale.
Ma in che mani siamo?
Fiorangela Altamura.


mercoledì 24 maggio 2023

LA KOKTA KOSOVARA

 E' incredibile che questo blog sia nato per pochi amici e abbia come lettori i nemici. Più parlano male di noi più aumentano gli ingressi. Questo post ha fatto 124 ingressi il primo giorno. Grazie davidino.. parla ancora male di noi ! 



Amici.. Davide di Ripensare i Balcani ne ha sparata un'altra!







Ma siete sicuri che sta Lina Bertorello esiste davvero? 

Soprattutto Davide Denti che conosce Andrea Zambelli che non esiste 






Emina Bosniak è la classica lettrice di Ripensare i Balcani .. Le persone di cultura la evitano quella pagina
Anche la e andrebbe accentata eh !





Davidino più va nei Balcani e meno capisce 





No.. amici .. qui una denuncia ci sta . nemmeno a davidino del brutto paginino è concesso dire KOKTA KOSOVARA

Prendi del fosforo davidino.. hai le traveggole 🤣


Mi spiace per loro ma anche questa bevanda non è loro ed stata inventata da un Sloveno di nome Emerik Zelinka nel 1952 e si può trovare nelle tutte ex repubbliche Yu












Tutti capiscono, Solo Davide non ci arriva 





"Comunque nulla di strano per i siptar come sempre quando non hai nulla di proprio rubi quello degli altri"





Ricordiamo che Davide è quello che ha fatto passare la Bolivia per la Bosnia e ha fatto quasi un centinaio di post contro Djokovic e nemmeno uno per il giorno della memoria




Comunque, a onor del vero, Davide è stato davvero intortato da albanesi non del tutto onesti che hanno prodotto la KOKTA che è un marchio rubato alla Cockta e quindi ancora una volta albanesi criminali!




Dunque .... dopo due giorni che si spiega a davidino dal brutto paginino ancora non ha capito
Nessuno ha detto a Davide di Ripensare i Balcani che lui non ha in mano una KOKTA, ovvero un prodotto illegale albanese, bensì se non capisce la differenza tra un prodotto rubato e uno veritiero è ovvio che sponsorizza il kosovo criminale che ha rubato la terra serba . svejate davidì !
Ricordiamo che il Kosovo produce solo il 7% del suo PIL. Il resto sono aiuti internazionali o crimine organizzato



Che uomo squallido.. ci fa tanto pena sua figlia




Storia della Cockta, la concorrente jugoslava della Coca Cola e della Pepsi Cola
Nei primi anni cinquanta, la Slovenijavino decise di entrare nel mercato delle bibite analcoliche, con una bevanda che fosse un sostituto della Coca-Cola e che fosse basata sui prodotti tipici della Slovenia, fra cui la rosa canina (usata di più come bevanda calda per curare il raffreddore) e altre erbe aromatiche locali.
Il nome deriva dall'inglese cocktail, per indicare la miscela di erbe, rosa canina, caramello, acqua e melograno che compone la ricetta. La Cockta fu presentata ufficialmente a campionato degli salti con gli sci a Planizza l'8 marzo 1953. Già nel primo anno furono prodotti più di un milione di litri e la bevanda si diffuse rapidamente nell'allora Jugoslavia. Lungo gli anni sessanta, divenne uno dei prodotti jugoslavi più esportati. Nel 1967 viene acquistata dalla Slovin.
La produzione continuò su alti ritmi fino alla fine degli anni sessanta, quando la Jugoslavia aprì il mercato ai prodotti occidentali. Nonostante la concorrenza dei marchi esteri, le vendite tennero fino agli inizi degli anni ottanta, per poi ridursi con l'involuzione e la dissoluzione della federazione. Nel 2000, il marchio venne acquistato dalla Droga Kolinska, che lo rilanciò lungo gli anni duemila - anche attraverso una campagna pubblicitaria che vide coinvolti famosi atleti sloveni come Srečko Katanec e Zlatko Zahovič (ex calciatori).
In quel tempo, Cockta è stata ampliata in diverse varietà con diversi gusti: Cockta Chinotto (con chinotto), Cockta Rossa (arancia rossa), Cockta Black Tonic (ribes nero e aronia), Cockta Plus Mandarine (mandarino), Cockta Plus Lime & Ginger (limetta e zenzero) e Cockta Easy (con un dolcificante artificiale), che non sono stati stabiliti sul mercato per lungo.
Quando Droga Kolinska è stata rilevata dal gruppo croato Atlantic Grupa nel 2010, anche la commercializzazione di questa bevanda analcolica, una volta molto popolare, è cambiata. Ha ricevuto un nuovo logo, e una nuova immagine grafica, basata sulla nostalgia e la tradizione, con un'enfasi sugli ingredienti naturali, nonché su una confezione diversa e riconoscibile.


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