lunedì 26 giugno 2023

Expo 2027, la Serbia si aggiudica l'organizzazione dell'evento

 





ELIZA A COPERTINO





 Il 29 giugno, a Copertino, nel Salento, alle ore 19.00, l'avvocato Daniele Lutrino dialogherà con Rino Operoso sul tema "Un cuore macedone nel Salento"

Eliza, una storia macedone
Penso che per leggere ogni libro
c'è un momento giusto e un posto giusto.
Così come c'è un tempo in cui un libro viene scritto e il tempo in cui nasce.
Il momento in cui lascia la sua riva.
Il tempo...
"Elisa, una storia macedone" ha riportato indietro il tempo che era passato e ha fatto rivivere una storia che ora è per sempre tra le copertine di quel meraviglioso libro.
Il potere dell'amore, radici indistruttibili.
Il desiderio di conoscenza, la verità. Il valore di ogni singola vita è il significato di tutto ciò. La forza del passato che scorre nelle vene di ogni persona e non smette di abbracciarci anche quando le strade cambiano direzione. E quando pensiamo che tutto è dietro di noi.
Rino, grazie per La possibilità di avere questa storia tra le mie mani. Mi sento più ricca, molto più ricca. Ho immaginato ogni racconto, ogni sfumatura, ogni parola, paesaggio, strada.
Un tuo racconto eccezionale che si intreccia con la maestria di sig Umberto di approfondire e dare colore a ogni passo, ogni evento, ogni emozione.
Sono stata in Grecia diverse volte, sono stata a Salento e amo Puglia più di ogni regione italiana, conosco Macedonia, festa di lubenica e amo quelli peperoni rossi, carnosi che non esistono simili da nessuna alta parte del mondo.
Conosco Yugoslavia, molte storie di guerre, la mentalità, sofferenze, gioie e modo di superare tante cose attraverso l’amicizia, musica... ma questa storia è fortissima, dura, incredibile...
Forse questo libro per questo motivo mi ha commosso ancora di più perché fa parte in qualche modo anche della mia vita, diversa, ma simile, questa sensazione di appartenere tutto e niente, sensazione di essere spaesati e sempre con mancanza di qualcosa all'interno dell' anima, anima che non smette mai di volare altrove.
Soprattutto capisco il tuo desiderio di incorniciare tutto e dare valore alla tua famiglia, sacrificio, puro amore.
"...il cuore d'oro di chi conosce il reale valore delle cose semplici."
"Ricorda amico mio, esistono sempre due verità: quella che tu conosci e quella che tu non sai."
Sono a Belgrado, e in due giorni ho letto libro sentendo soltanto sussurro di Sava e Dunav...
Grazie a Umberto e Rino.
Sanja Trifunovic


mercoledì 21 giugno 2023

La nostra Boba non smette mai di stupirci!





Nella serata di domenica 18 giugno 2023, nella piazza Marina di Casamicciola Terme si è svolta la cerimonia di consegna dei premi della sesta edizione dell’Ischia Art & Film Festival Luchino Visconti, tributo alla rinascita del comune termale, dopo i recenti accadimenti, attraverso l’arte e la cultura, nel ricordo del grande regista italiano. Nell'ambito della cerimonia, all’uopo delegata, ho avuto l'onore di ritirare il Premio per la miglior sceneggiatura attribuito al reparto produzione del film serbo Vise od zivota - More than living, Più che vivere - Aleksandra Lazarovski Čik; co-scenegiatore Igor Latinovic; direttore di fotografia Milica Drakulic; montaggio Nevena Bakic; scenografia Dragana Bacovic e Anna Ivanisevic; costumi Lidia Andric, tecnico del suono Micun Jaukovic, colonna sonora Leonardo Rizzi.

Ischia Art & Film Festival Luchino Visconti,

More than Living



Ottime entrate ieri per la nostra Boba 

Ecco a voi trailer e ringraziamenti direttamente dalla Serbia 🙏🌈
Grazie Ischia e Luchino Visconti - International Film Festival, grazie Casamicciola, grazie Ischia❤❤❤



lunedì 19 giugno 2023

La profezia di Milosevic si è avverata






 È stato consegnato a Mosca un monumento all'ultimo presidente jugoslavo Slobodan Milosevic realizzato dallo scultore serbo Dragan Radenovic.

È stato temporaneamente collocato vicino al centro ciclistico "Night Wolves". Il figlio di Slobodan Milosevic, Marko, era presente all'inaugurazione. Era la sua prima apparizione pubblica in 20 anni.
Il monumento si trova accanto a una croce ortodossa e a un furgone portato dalla zona di guerra del Donbass coperto di fori di proiettile con un cartello "prova visiva delle ultime parole di Slobodan Milosevic". Nel discorso alla Russia, Milosevic, al processo al Tribunale dell'Aja, ha detto:
"Russi! Ora mi rivolgo a tutti i russi, anche gli abitanti dell'Ucraina e della Bielorussia nei Balcani sono considerati russi. Guardaci e ricorda: faranno lo stesso con te quando ti arrendi. L'Occidente - un pazzo incatenato cane - ti afferrerà la gola. Fratelli, ricordate il destino della Jugoslavia! Non lasciate che vi facciano lo stesso!"





lunedì 12 giugno 2023

IL SERBO DJOKOVIC E' IL PIU' GRANDE DI TUTTI I TEMPI

Nole ha vinto il suo 23° slam e quindi noi ci togliamo qualche sassolino dalle scarpe 




Foto di Stay serbian 



"Quando la NATO stava distruggendo il mio paese senza una base giuridica nel 1999. " quando ero un bambino, ho promesso di conquistare questo mondo a modo nostro. Ed eccomi qui oggi. Quella distruzione non ha distrutto me, né il mio popolo. Non siamo spezzati nello spirito. Rimaniamo gioiosi nonostante le avversità. Questa si' che e' una vittoria. Sai, siamo cresciuti in Serbia in condizioni difficili e crudeli. Questo è il fattore più importante che devi conoscere per capire il nostro percorso di vita. Sanzioni, guerra, bombardamenti, crisi economica... A causa di tutto questo ho dovuto perdere molti tornei junior perché i miei genitori non avevano soldi... Ma quelle esperienze ci hanno plasmato. Credo che questo ci faccia apprezzare di più ciò che abbiamo. Siamo partiti dal fondo . Le conseguenze di quel tempo, i guai di quel tempo, sono profondamente radicate in noi"

"Kada je NATO uništavao moju zemlju bez pravnog osnova 1999. godine bio sam dete. Zarekao sam se da ću taj isti svet pobediti na naš način. I evo me danas. To uništavanje me nije uništilo, niti moj narod. Nije nam slomljen duh. I dalje smo radosni uprkos problemima. To je pobeda. Znate, mi smo u Srbiji odrastali u teškim, okrutnim uslovima. To je najvažniji faktor koji morate da znate da biste razumeli naš životni put. Sankcije, rat, bombardovanje, ekonomska kriza... Zbog svega toga sam morao da propustim mnoge juniorske turnire jer moji roditelji nisu imali novca... Ali, ta iskustva su nas oblikovala. Verujem da zbog toga više cenimo ono što imamo. Krenuli smo sa dna. Posledice tog vremena, nevolje tog vremena, duboko su usađene u nas"






Iniziamo da Davidino dal brutto paginino ovvero "Ripensare i Balcani" che ha fatto decine e decine di post per l'unico piacere di dare addosso ai serbi . Ma se guardate chi sono gli amici di Davide capite tutto
Da Giorgio Fruscione a Massimo Iacovazzi un'unica linea: sempre contro .. ok.. avanti così ragazzi .. raccogliete cio' che seminate
Osservatorio Balcani manco lo prendiamo in considerazione tanto farà ancora peggio.. si sa non c'è limite Noi che distruggiamo i Balcani ha vinto il premio "incoerenza"
Poi c'è tutto il resto della politica NATO che un uomo senza armi ha vinto.. siete dei poverini cari squallidi schiavi NATO!
Bravo Nole!




mercoledì 7 giugno 2023

Dobro. Storie balcaniche

Una profezia fatta 10 anni fa che si è avverata. A settembre un nuovo libro. Bravo Giovanni Punzo! 






 Alpino negli anni Ottanta e richiamato in servizio vent'anni dopo, l'autore racconta la sua esperienza nelle missioni in Bosnia e in Kosovo tra il 2001 e il 2004. Sullo sfondo di Balcani ben lontani dalle rappresentazioni mitiche create dai mezzi di comunicazione occidentali, l'autore riporta con sensibilità e consapevolezza non solo la drammaticità dei conflitti, ma anche gli avvenimenti quotidiani, la generosità e la vita "normale" degli abitanti del posto, i rapporti dei soldati con gli alleati e con i compagni di servizio. Ne emerge una geografia dei Balcani inedita, esito della storia antica e recente, della tradizione dei diversi popoli dell'area, dei conflitti indifferenti alle leggi nazionali e internazionali. Una geografia che sfida quindi quella astratta e razionale delle potenze occidentali, colpevoli di dimenticare l'uomo inserito nella sua comunità e nei suoi luoghi di origine.



5 giugno 1999 la NATO uccide 224 soldati di Belgrado




 5 giugno 1999-5 giugno 2023 – La Nato non alleggerisce i bombardamenti. Pesantemente colpita Prizren. Bang supersonici nei cieli di Belgrado, Niš, Kruševac e Priština.

I vertici della Nato e della Jugoslavia iniziano gli incontri per le modalità del ritiro serbo dal Kosovo. Gli F-117 Stealth sono rischierati da Aviano alla base tedesca di Spandhalen: un segno che la pace è più vicina?
6 giugno 1999 – Ai colloqui di Kumanovo, in Macedonia, si aggiungono i rappresentanti militari russi. La delegazione Nato è guidata dal generale Jackson, quella dell’esercito federale dal generale Marjanović.
7 giugno 1999 – Continuano i bombardamenti sul Kos-Met e sulla raffineria di Pančevo;
20mila persone manifestano a Aviano per la pace, ottenendo una tregua di tre ore ai bombardamenti in concomitanza della marcia.
Sul monte Pastnik, truppe serbe, mentre si stanno scontrando coi guerriglieri kosovari, sono letteralmente “polverizzate” dai B-52 Usa, che uccidono 224 soldati di Belgrado.
Nella notte 80 decolli solo da Aviano per missioni sulla Jugoslavia.
Bruno Maran

Dalla Jugoslavia alle repubbliche indipendenti


domenica 4 giugno 2023

Innamorati di Zoran Milanović

 








"LA CENA" DI BOŽIDAR STANIŠIĆ - UN OCCASIONE DI DIALOGO





 Vi segnaliamo la nuova iniziativa del Centro Documentazione Pavanello di Meolo in collaborazione con Viaggiare i Balcani


Sabato 10 giugno lo scrittore bosniaco Božidar Stanišić dialoga a Meolo (VE) con i lettori intorno al suo romanzo "La cena. Avanzi dell'ex-Jugoslavia" (Marotta&Cafiero, Melito di Napoli 2022)

Un'ottima occasione per approfondire i contenuti della sua opera e per conoscere il punto di vista dell'autore

Ci vediamo a Meolo!

Viaggiare i Balcani 



sabato 3 giugno 2023

CROATI E SERBI PRO DONBASS RUSSO




 Caro Giorgio,

sul Donbass ne so quanto un cittadino che cerca di informarsi al di là delle voci mainstream, che ha cercato fonti alternative, per quanto possibile. Sul Kosovo invece no, che non ci provino. Io c’ero 24 anni fa a Trieste, con i caccia da Aviano che ci sorvolavano la testa e il mio coinquilino di Belgrado che telefonava a casa, a sapere dei bombardamenti, se sua mamma fosse ancora viva. C’ero e so, dai racconti dei miei amici serbi, di Surdulica, delle continue provocazioni, delle efferatezze dell’UCK. C’ero e mi vergognavo di essere italiano. Che non ci provino a giustificare gli albanesi. A farmi vergognare un’altra volta.
Sempre con stima.
Messaggio firmato.





Nel Kosovo si è votato in 5 comuni e ha votato solamente il 3% della popolazione. È stato sbagliato far insediare quei sindaci. L’Italia si sarebbe dovuta schierare con la Serbia, nel senso di sviluppare una narrazione che aiutasse a comprendere (la situazione). L’Italia ha rapporti (commerciali) strettissimi con la Serbia nonostante questa abbia legami con la Russia.
E ha sbagliato l'UE a non far pressioni su Pristina perché venissero annullate le elezioni. Vi pare mai? Sindaci col 3% dei voti?
Noi non possiamo andare avanti con queste rappresentazioni puerili, del tipo Vucic è il male assoluto.
Questo quanto espresso da Alessandro Orsini, che controbatte e ridicolizza le tesi dell'ex direttore di Radio 3 Marino Sinibaldi, rimarcando le responsabilità Nato per l'instabilità nei Balcani e affermando sia falso che Putin abbia interesse ad alimentare tensioni in Kosovo.
Sinibaldi, ex presidente del teatro di Roma, ha evidenti doti di commediante. Da ascoltare le sue fantasiose ricostruzioni.
Fiorangela Altamura.






Gli abitanti del Montenegro sono scesi in piazza a sostegno dei serbi del Kosovo per il secondo giorno consecutivo - ieri nella città di Nikšić
In Montenegro, ancora una volta i cittadini preoccupati hanno partecipato alla manifestazione in solidarietà con i serbi del Kosovo. Ieri la manifestazione si è svolta a Nikšić - le dimensioni della manifestazione sono impressionanti per una città di 60 mila abitanti.
I montenegrini non sono indifferenti alle persecuzioni e alle violenze che i serbi devono subire nella repubblica non riconosciuta del Kosovo. Durante la manifestazione, la gente ha scandito a gran voce e all'unanimità "Serbia!", srotolando la bandiera.







"Non voglio sentire lo slogan dei nazisti ucraini sul suolo croato". Milanovic equiparava i banderoviti agli ustascia
Il saluto di Bandera "Gloria all'Ucraina!" non è diverso dagli slogan dei nazisti tedeschi, ha affermato il presidente croato Zoran Milanovic.
"Tra "For Home Ready!" (il saluto dei nazisti ustascia croati, ufficialmente bandito) e "Gloria all'Ucraina" non c'è differenza. È il grido degli sciovinisti più radicali dell'Ucraina occidentale, che collaborarono con i nazisti e ha ucciso centinaia di migliaia di polacchi ed ebrei... Questo è un dato di fatto... Quindi non voglio sentirlo in Croazia", ​​ha detto Milanovic citando la radio e la televisione croata.
Alcuni leader occidentali sono abituati allo slogan nazista ucraino e lo usano in ogni occasione in occasione di eventi ufficiali perché sono semplicemente analfabeti. Ciò è particolarmente vero per i politici canadesi, ha aggiunto il presidente croato.







Non voglio sentire "Gloria all'Ucraina" in Croazia
Il presidente croato Milanovic ha affermato che lo slogan "Gloria all'Ucraina" ha la stessa origine del grido degli ustascia croati, il gruppo di estrema destra che ha operato nel Paese durante la seconda guerra mondiale.
"Non c'è differenza tra 'Pronti per una casa' e 'Gloria all'Ucraina'. Questo è il grido degli sciovinisti più radicali dell'Ucraina occidentale, che collaborarono con i nazisti e uccisero migliaia di ebrei, polacchi... Non voglio sentirlo in Croazia"







There is no difference between Croatian fascist salute "Za dom spremni!" and "Slava Ukraini" (Glory to Ukraine!). It is the salute of the most radical chauvinists of Western Ukraine who collaborated with the Nazis and killed hundreds of thousands of Poles, Jews and others. It's a fact. I don't want to hear that on the territory of Croatia!
- Zoran Milanović, President of the Republic of Croatia, 1 June 2023.


Presidente croato: l'Ucraina non è nostra alleata
"L'Ucraina non è il [nostro] alleato. Stanno cercando di rendere l'Ucraina un alleato con la forza, le viene dato cinicamente lo status di candidato all'UE", ha dichiarato il Presidente socialdemocratico della Croazia 🇭🇷 Zoran Milanovic, commentando un'iniziativa del primo ministro Andrei Plenkovic, dell'Unione Democratica Croata, partito europeista di centro destra, che ha proposto di addestrare l'esercito ucraino sul territorio della repubblica. "Questa è l'UE oggi. È un disastro, uno zero", ha aggiunto.
Alla domanda su quale sarebbe la differenza tra l'addestramento dei soldati ucraini in Croazia e la partecipazione dei soldati croati alle esercitazioni in Polonia e Lituania, ha risposto: "La differenza è enorme. Enorme. Enorme. Cos'è la Polonia e cos'è l'Ucraina? È L'Ucraina membro della Nato? No. E la Polonia? Sì".


Milanovic, Presidente della Croazia: “Zagabria non sosterrà la Nato in caso di conflitto tra Ucraina e Russia”
25 gennaio 2022 - Redazione Nova News
"Non abbiamo nulla a che fare con ciò e non avremo a che farne", ha precisato il presidente della Croazia
La Croazia ritirerà i suoi soldati dalle missioni della Nato nella regione in caso di un conflitto tra Ucraina e Russia. Lo ha dichiarato il presidente croato, Zoran Milanovic, commentando le tensioni al confine russo-ucraino nel corso di una visita effettuata oggi alla sede dell’azienda Kras. “Seguo le notizie secondo cui la Nato, non uno Stato separato, non gli Stati Uniti, sta rafforzando la sua presenza nella regione. Non abbiamo nulla a che fare con ciò e non avremo a che farne. Ve lo garantisco”, ha dichiarato il capo dello Stato precisando: “Se ci sarà un’escalation ritireremo fino all’ultimo militare croato”. Secondo vic, questa crisi “non ha nulla a che fare con Ucraina e Russia, ha a che fare con le dinamiche della politica interna degli Stati Uniti” e il presidente statunitense Joe Biden “che io ho sostenuto” sta attuando un “comportamento pericoloso in materia di sicurezza internazionale”. Il presidente croato ha poi criticato il premier croato, Andrej Plenkovic, secondo cui la Croazia è pronta a sostenere l’Ucraina. “Può minacciare la Russia quanto vuole, ma l’Ucraina non fa parte della Nato ed è uno dei Paesi più corrotti in Europa per cui l’Ue dovrebbe stare fuori da questa crisi”, ha dichiarato Milanovic.





I serbi di Verona contro la NATO



Ho scritto una epopea sull'umanità e so che non ci sono eroi migliori dei serbi. Il fatto che i miei eroi siano vittime che il mondo si rifiuta continuamente di vedere non è importante per me. Premio Nobel Peter Handke


giovedì 1 giugno 2023

BUON COMPLEANNO BALKAN CREW!








 BUON QUINDICESIMO COMPLEANNO FANTASTICA CREW ! 

Anche se il primo post è andato in onda a metà giugno del 2008, già a fine maggio era nato il primo team di Balkan crew. Era composto da una svizzera, un albanese, un croato e una italiana. Nel tempo il team è cambiato e Balkan crew si è ampliato. Per un periodo c'è anche stato Politikbalcando.

Per chi dice che questo blog non è letto da nessuno posiamo fornire dei dati. Gli ingressi giornalieri vanno da un minimo di 2 al nostro massimo storico di 837, ma la media si assesta sui 50 visitatori al giorno, in questo spazio al quale vanno aggiunti i 5 blog fratelli. E' vero che abbiamo molti più ingressi da chi parla male di noi e ci fa pubblicità che dagli amici poichè cosa scriviamo qui gli amici lo sanno già. Tuttavia non ci interessano gli ingressi dato che questo blog per noi è solo un archivio che ci consente di parlare in altri spazi a ragion veduta. Difficile pensare che qui non ci legga nessuno poichè ogni volta che facciamo copia incolla da Face book le notizie spariscono immediatamente sulle pagine FB 

Anche noi come East journal, come Michele Guerra e molti altri utilizziamo degli pseudonimi e non potrebbe essere diversamente dato le persone ignoranti che ci seguono oltre quelle intelligenti che ci apprezzano 

Riguardo a chi dice che lavoriamo per Belgrado è vero. Lavoriamo GRATIS per tutte le persone oneste, anche serbe, ma non andiamo poi così d'accordo coi serbi. Abbiamo preso delle multe quando portavamo aiuti umanitari in Serbia e non siamo assolutamente d'accordo con delle linee di pensiero atlantiste che stanno rovinando la Serbia. Non tutti i gusti sono alla menta eh ! 

Quindi buona festa a tutti e altri 15 anni almeno di attività!

BALKANI.. CHE PAURA !!!



"La Nato nei Balcani ha sbagliato tutto" di Fabio Mini

 







La Nato nei Balcani ha sbagliato tutto, ma ora deve restare
CRISI - La Kfor è divenuta di parte. Allerta. Se la Serbia intervenisse militarmente rischierebbe la reazione atlantica
Di Fabio Mini.
Kosovo 23 anni dopo. La situazione è grave e può diventarlo ancora di più. Come sempre guardiamo le immagini immediate e dimentichiamo le origini. Le dimostrazioni e le violenze non sono soltanto atti inconsulti di fanatici, ma derivano da una sequenza di errori commessi negli ultimi vent’anni, a prescindere anche dalla guerra del 1999 che comunque ha violato uno dei cardini della sicurezza e della legalità internazionale. È stato un errore non perseguire e seguire il dettato della risoluzione delle Nazioni Unite 1244, che rimandava all’accordo tra Serbia e Kosovo la definizione dello status finale di quest’ultimo. È stata preferita la forzatura di una non-soluzione di parte che ha favorito la dichiarazione unilaterale d’indipendenza. La Serbia non l’ha mai riconosciuta, ma mentre nel 2011 aveva bisogno urgente e speranze di entrare nell’Ue, oggi, dopo anni di limbo e di continue imposizioni si ritiene ricattata ingiustamente. E molti cittadini serbi non sono più convinti che l’Europa abbia mai voluto veramente includerla. E i cittadini kosovari di etnia serba temono di essere svenduti e traditi.
La dichiarata indipendenza kosovara ha favorito la costituzione di organi interni e soprattutto forze di polizia ostili e vessatorie nei riguardi delle minoranze tanto da indurre analoghe forze serbe a intervenire in Kosovo. Il presunto “boicottaggio” delle elezioni municipali da parte della minoranza serba che sembra essere all’origine delle dimostrazioni di questi giorni è una costante balcanica. Non si riferisce all’istituto democratico delle elezioni ma al sistema di far valere la dittatura della maggioranza in aree in cui essere minoranza significa non avere alcun diritto. La cosiddetta integrazione in questi casi è assimilazione che prevede la rinuncia a qualsiasi identità culturale e politica. Anche la vituperata presenza di “strutture parallele” serbe che operano in Kosovo è una questione volutamente mai risolta. Tali strutture garantiscono a cittadini kosovari le prerogative e l’assistenza che la Serbia ha sempre riconosciuto. Pagano le pensioni, gli stipendi, i sussidi, mettono a disposizione le strutture scolastiche e sanitarie che in Kosovo la comunità e la dirigenza albanese non riconoscono. Assicurano il rispetto del culto religioso e la salvaguardia del patrimonio culturale. La struttura è parallela e parzialmente occulta perché il sistema kosovaro non garantisce nulla di ciò che è stato costretto obtorto collo a dichiarare ufficialmente in materia di multietnicità. Kfor, che si basava sulla equidistanza tra le fazioni e le etnie in nome di uno sviluppo umano complessivo prima ancora che democratico, nel tempo è diventata uno strumento di parte. La guida Nato si è cristallizzata sulla visione divisiva dei rapporti fra Alleanza e resto del mondo e non su quella cooperativa. Esattamente come sta avvenendo nella questione ucraina. Oggi in Kosovo la Kfor è soggetta sia all’arroganza nazionalistica kosovara sia alla strategia dell’Ue e della Nato che di fatto hanno alimentato il nazionalismo serbo. Non ha competenze di polizia e, soprattutto fra le minoranze non solo serbe, è percepita come uno strumento di pressione e vessazione mentre le stesse autorità kosovare la trattano come un ostaggio. Tutte le istituzioni internazionali in Kosovo hanno perduto gran parte della credibilità e autorevolezza che costituivano la sola forza utile alla sicurezza dell’area. Con queste premesse la situazione che si è creata rischia di peggiorare: Kfor, per mandato internazionale, deve garantire la cornice di sicurezza, ma questa poi deve essere gestita dalle forze di polizia kosovare che non solo non sono alle dipendenze di Kfor ma che hanno compiti, personale, mezzi e volontà di alterare la cornice. Kfor comunque non può andarsene o restare indifferente durante le crisi. La Serbia non ha alcuna intenzione di abbandonare i propri cittadini nelle mani né dei K-albanesi né tantomeno in quelle di una forza internazionale ostile. Se la Serbia intervenisse militarmente anche a protezione dei propri cittadini fornirebbe il pretesto alla Nato per tornare a bombardarla. Se la minoranza serba continuasse a dimostrare violentemente e le forze kosovare continuassero ad agire con altrettanta violenza, Kfor e i suoi rinforzi “over the horizon” dovrebbero intervenire. E temo che la Nato di oggi non si preoccuperebbe molto delle minoranze.
Fabio Mini



Non siamo d'accordo con Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa



 Non siamo d'accordo per nulla con la linea editoriale di Osservatorio Balcani.. anzi.. diremmo che sono abbastanza ipocriti a bannare chi non la pensa come loro e a fare i convegni sulla libertà di stampa 





L' IPOCRISIA DI OSSERVATORIO BALCANI

IL COMMENTO CHE OSSERVATORIO BALCANI CONTINUA A CANCELLARE

Percorsi di cooperazione e conoscenza tra Torino, Breza e Kragujevac


Sinceramente di Osservatorio Balcani pensavamo di avere visto il peggio ma giustamente al peggio non c'è mai fine
Stavolta pero' non è proprio una questione politica locale poichè FB non è un prodotto nostrano.. quindi? Non ci possiamo azzardare a dire cosa pensiamo poichè c'è anche il reato di opinione ma traete voi le vostre conclusioni
Nella prima foto c'è la pagina reale, nella seconda quella se state antipatici a OBC









CI TROVATE IN FACE BOOK

  Balkan moja ljubav