lunedì 26 giugno 2023

Expo 2027, la Serbia si aggiudica l'organizzazione dell'evento

 





ELIZA A COPERTINO





 Il 29 giugno, a Copertino, nel Salento, alle ore 19.00, l'avvocato Daniele Lutrino dialogherà con Rino Operoso sul tema "Un cuore macedone nel Salento"

Eliza, una storia macedone
Penso che per leggere ogni libro
c'è un momento giusto e un posto giusto.
Così come c'è un tempo in cui un libro viene scritto e il tempo in cui nasce.
Il momento in cui lascia la sua riva.
Il tempo...
"Elisa, una storia macedone" ha riportato indietro il tempo che era passato e ha fatto rivivere una storia che ora è per sempre tra le copertine di quel meraviglioso libro.
Il potere dell'amore, radici indistruttibili.
Il desiderio di conoscenza, la verità. Il valore di ogni singola vita è il significato di tutto ciò. La forza del passato che scorre nelle vene di ogni persona e non smette di abbracciarci anche quando le strade cambiano direzione. E quando pensiamo che tutto è dietro di noi.
Rino, grazie per La possibilità di avere questa storia tra le mie mani. Mi sento più ricca, molto più ricca. Ho immaginato ogni racconto, ogni sfumatura, ogni parola, paesaggio, strada.
Un tuo racconto eccezionale che si intreccia con la maestria di sig Umberto di approfondire e dare colore a ogni passo, ogni evento, ogni emozione.
Sono stata in Grecia diverse volte, sono stata a Salento e amo Puglia più di ogni regione italiana, conosco Macedonia, festa di lubenica e amo quelli peperoni rossi, carnosi che non esistono simili da nessuna alta parte del mondo.
Conosco Yugoslavia, molte storie di guerre, la mentalità, sofferenze, gioie e modo di superare tante cose attraverso l’amicizia, musica... ma questa storia è fortissima, dura, incredibile...
Forse questo libro per questo motivo mi ha commosso ancora di più perché fa parte in qualche modo anche della mia vita, diversa, ma simile, questa sensazione di appartenere tutto e niente, sensazione di essere spaesati e sempre con mancanza di qualcosa all'interno dell' anima, anima che non smette mai di volare altrove.
Soprattutto capisco il tuo desiderio di incorniciare tutto e dare valore alla tua famiglia, sacrificio, puro amore.
"...il cuore d'oro di chi conosce il reale valore delle cose semplici."
"Ricorda amico mio, esistono sempre due verità: quella che tu conosci e quella che tu non sai."
Sono a Belgrado, e in due giorni ho letto libro sentendo soltanto sussurro di Sava e Dunav...
Grazie a Umberto e Rino.
Sanja Trifunovic


mercoledì 21 giugno 2023

La nostra Boba non smette mai di stupirci!





Nella serata di domenica 18 giugno 2023, nella piazza Marina di Casamicciola Terme si è svolta la cerimonia di consegna dei premi della sesta edizione dell’Ischia Art & Film Festival Luchino Visconti, tributo alla rinascita del comune termale, dopo i recenti accadimenti, attraverso l’arte e la cultura, nel ricordo del grande regista italiano. Nell'ambito della cerimonia, all’uopo delegata, ho avuto l'onore di ritirare il Premio per la miglior sceneggiatura attribuito al reparto produzione del film serbo Vise od zivota - More than living, Più che vivere - Aleksandra Lazarovski Čik; co-scenegiatore Igor Latinovic; direttore di fotografia Milica Drakulic; montaggio Nevena Bakic; scenografia Dragana Bacovic e Anna Ivanisevic; costumi Lidia Andric, tecnico del suono Micun Jaukovic, colonna sonora Leonardo Rizzi.

Ischia Art & Film Festival Luchino Visconti,

More than Living



Ottime entrate ieri per la nostra Boba 

Ecco a voi trailer e ringraziamenti direttamente dalla Serbia 🙏🌈
Grazie Ischia e Luchino Visconti - International Film Festival, grazie Casamicciola, grazie Ischia❤❤❤



lunedì 19 giugno 2023

TRIBUNALE DELL' AJA... GIUSTIZIA O MENZOGNE?






 Genova, sabato 24 giugno 2023

alle ore 16:30 presso la Associazione "Anima Russa", Via Sampierdarena 97/4
TRIBUNALE DELL'AIA: GIUSTIZIA O MENZOGNE?
Intervengono:
Jean Toschi Marazzani Visconti, saggista e giornalista
Andrea Martocchia, segretario associazione Jugocoord
Saranno proiettati spezzoni dal documentario "Il caso Milošević" di Jos De Putter (Olanda 2003)
Organizzano Contronarrazione e Jugocoord
È gradita la prenotazione da effettuarsi scrivendo all'indirizzo: iniziativegenova(a)gmail.com
*** La recente incriminazione del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin da parte della Corte Penale Internazionale ha riportato alla luce il dibattito sulla cosiddetta "giustizia internazionale": è uno strumento imparziale o gli attuali organismi servono unicamente agli interessi di un piccolo numero di paesi? Il grande precedente è sicuramente quello del Tribunale Internazionale per i Crimini commessi nella ex-Jugoslavia (ICTY), che, a seguito dell'aggressione del 1999 favorita all'epoca anche del governo italiano, ha condannato politici e militari jugoslavi e serbi per "crimini contro l'umanità".
Particolarmente noto è il caso dell'ultimo presidente jugoslavo Slobodan Milošević, che nella galera dell'Aia ha trascorso gli ultimi anni di vita, fino alla morte in circostanze a dir poco oscure, senza che alcuna delle gravissime accuse contro di lui fosse dimostrata.
Sabato 24 giugno parleremo di questi argomenti presentando in particolare il recente volume delle edizioni orientamenti THE STRANGE CASE OF THE HAGUE TRIBUNAL FOR THE FORMER YUGOSLAVIA, la cui edizione italiana (LO STRANO CASO DEL TRIBUNALE DELL'AIA PER LA EX JUGOSLAVIA) sarà in stampa a giorni. Il libro contiene i migliori saggi dei partecipanti alla seconda edizione del Premio Internazionale "Giuseppe Torre", dedicato per l'appunto a investigare origini e attività dell'ICTY.



La profezia di Milosevic si è avverata






 È stato consegnato a Mosca un monumento all'ultimo presidente jugoslavo Slobodan Milosevic realizzato dallo scultore serbo Dragan Radenovic.

È stato temporaneamente collocato vicino al centro ciclistico "Night Wolves". Il figlio di Slobodan Milosevic, Marko, era presente all'inaugurazione. Era la sua prima apparizione pubblica in 20 anni.
Il monumento si trova accanto a una croce ortodossa e a un furgone portato dalla zona di guerra del Donbass coperto di fori di proiettile con un cartello "prova visiva delle ultime parole di Slobodan Milosevic". Nel discorso alla Russia, Milosevic, al processo al Tribunale dell'Aja, ha detto:
"Russi! Ora mi rivolgo a tutti i russi, anche gli abitanti dell'Ucraina e della Bielorussia nei Balcani sono considerati russi. Guardaci e ricorda: faranno lo stesso con te quando ti arrendi. L'Occidente - un pazzo incatenato cane - ti afferrerà la gola. Fratelli, ricordate il destino della Jugoslavia! Non lasciate che vi facciano lo stesso!"





venerdì 16 giugno 2023

NIKOLA JOKIC

 La bambina di 7 mesi ritratta durante la fuga dalla strage croata denominata Tempesta è cresciuta ed è la moglie di Nikola Jokic 




The Joker. Ci voleva un giocatore "normale" ma dal talento straordinario come Nikola Jokic per trascinare Denver alla conquista del primo titolo in NBA. Fosse per lui, se non avesse capitalizzato il talento che ha nelle mani usando la palla a spicchi come una bacchetta magica, oggi sarebbe in fattoria a occuparsi dei cavalli e dei campioni della sua scuderia. Una passione che coltiva da ragazzo, trasmessagli dal padre e alimentata negli anni in cui il "ragazzo di campagna" nemmeno immaginava che sarebbe divenuto una superstar della pallacanestro mondiale.
Lucido, letale, da lui puoi aspettarti che da un momento all'altro t'inventi un trucco di prestigio che è pura illusione, classe e magia, capacità di fare cose difficili nella maniera più semplice e a lui più congeniale. Ecco perché ha il soprannome del cattivo che sfida Batman: ne sa una più del diavolo. O forse il diavolo è proprio lui sotto mentite spoglie e si presenta con una faccia tranquilla. "Non ho mai dato molto peso alle statistiche – ha ammesso di recente -. Provo solo a vincere le partite, non penso ad altro".
Jokic sorride, impugna il trofeo, si gode il momento poi fa come colui che, finito il lavoro, ripone i ferri del mestiere e ha una sola cosa in testa: tornare alla sua magione. Lo dice a caldo al reporter che gli chiede della festa celebrativa per il titolo: "Devo essere a casa entro domenica, ho la mia corsa di cavalli". E quel ragazzo che arrivò ai Nuggets con una ventina di chili di troppo oggi s'è preso il mondo e ha iniziato a farlo roteare sulle dita.
Sport Fanpage

Dopo l'ennesima vittoria di Djokovic nel tennis, l'uomo dei record, colui che doveva essere già morto secondo le virostar, c'è un altro caso nello sport che sta infastidendo qualcuno, trattasi del cestista serbo Nikola Jokic.
Il ragazzo gioca in NBA, la lega americana di basket, il campionato più prestigioso al mondo.
Per chi non lo sapesse l'NBA è ormai da anni un mero veicolo di propaganda, tra arcobaleni lgbt, inginocchiamenti per il black lives matter e sottomissione a qualsiasi idiozia politicamente corretta delle agende mondialiste.
In questo scenario, costoro sono sempre alla ricerca di icone da sfruttare per lanciare modelli della loro becera propaganda.
A loro servono star afroamericane con un passato strappalacrime su cui costruirci sopra tutta la loro propaganda fatta di antirazzismo e inclusività a vanvera, ma di recente gli sta andando male.
C'è questo ragazzo serbo, bianco, con una forma discutibile, lontano dai fisici asciutti e muscolari delle star americane, che sta letteralmente dominando nel campionato più importante del mondo. Un ragazzo su cui gli americani non avevano scommesso una lira, che per caratteristiche tecniche, visione di gioco e intelligenza sta riscrivendo la storia di questo sport.
Ma la cosa divertente è che costui è un vero e proprio cortocircuito nella NBA di oggi, sempre in cerca di figurine preconfezionate da vendere al mondo. Jokic non ha i social perchè "sono una perdita di tempo", odia il formalismo americano, non cerca la luce dei riflettori, dichiara di preferire i suoi cavalli e la sua stalla alla pallacanestro, ignora i premi che gli vengono consegnati, risponde a stento alle domande dei giornalisti.
Nella lega del marketing, dell'immagine e della propaganda mondialista, il volto del campionato è dunque un bianco, serbo, [sovrappeso].
Fermatelo, fermate Nikola, sta rovinando lo show agli americani.
Da Weltanschauung Italia.



giovedì 15 giugno 2023

Albin Kurti ha "tanta voglia di guerra" oppure ha un "coltello" puntato alla gola?





 Albin Kurti ha "tanta voglia di guerra" oppure ha un "coltello" puntato alla gola? Chissà.

Mercoledì il presidente serbo Aleksandar Vucic ha accusato il governo di etnia albanese a Pristina di aver tentato di provocare una guerra, dopo che la provincia separatista ha chiuso il confine a tutti i veicoli serbi e arrestato diversi importanti serbi.
Il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ha ordinato la chiusura del confine dopo che martedì mattina tre agenti di polizia del Kosovo sono stati arrestati dalle forze di sicurezza serbe. Ha detto che il blocco rimarrà in vigore fino a quando i tre uomini non saranno liberati.
Kurti ha affermato che il trio è stato "rapito" all'interno del Kosovo in "aperti atti di aggressione internazionale" da parte della Serbia. Vucic ha detto che erano dall'altra parte della linea di controllo e che aveva le prove.
"Sono stati arrestati a 1,8 chilometri dalla linea amministrativa", ha detto mercoledì sera Vucic all'emittente statale RTS. «È piuttosto lontano dal luogo in cui hanno lasciato la macchina. Kurti dice che erano a 300 metri dalla linea. Cosa stavano facendo a 300 metri dalla linea, senza dirlo alla KFOR?” ha aggiunto, riferendosi alla missione di mantenimento della pace della Nato.
Il blocco è un tentativo di far morire di fame i serbi nel nord del Kosovo e costringerli a lasciare le loro case, ha affermato Vucic.
Kurti "vuole iniziare una guerra a tutti i costi", ha aggiunto il presidente serbo. “Il Rubicone è stato attraversato e sarà difficile tornare alla normalità”.
Vucic si è anche opposto agli arresti di martedì di due eminenti serbi, che il governo di etnia albanese ha accusato di aver organizzato l'"attacco" alle forze di pace della NATO il mese scorso. Ha affermato che l'UE e la NATO gli hanno dato garanzie che non ci sarebbero stati arresti, ma non hanno fatto nulla per fermare Kurti.




Mercoledì il commissario per la politica estera dell'UE Josep Borrell ha inviato una lettera a Kurti esortandolo a "ridurre" la situazione. In quello che è stato un linguaggio insolitamente forte da Bruxelles, Borrell ha scritto che Pristina deve "tenere pienamente conto delle opinioni di EULEX e KFOR e trattarle come partner, il che significa anche coordinarsi con loro in anticipo", cosa che non è avvenuta martedì . EULEX è la missione civile del blocco europeo incaricata di monitorare il Kosovo.
"Come hanno chiarito i 27 Stati membri dell'UE, la mancata riduzione dell'escalation comporterà conseguenze negative", ha avvertito Borrell.
Tuttavia, la repressione di Kurti è andata oltre i soli serbi. Il suo governo ha anche revocato la licenza dell'emittente televisiva privata "Klan Kosova", che il capo dell'Associazione dei giornalisti del Kosovo ha descritto come "un atto senza precedenti contro la libertà dei media".
Mercoledì Ramush Haradinaj, ex comandante dell'Esercito di liberazione del Kosovo (UCK) e leader del partito di opposizione AAK, è stato citato dai media locali dicendo che Kurti stava "minacciando l'alleanza del Kosovo con gli Stati Uniti e la NATO" e ha chiesto un no- voto di fiducia contro il PM.

lunedì 12 giugno 2023

IL SERBO DJOKOVIC E' IL PIU' GRANDE DI TUTTI I TEMPI

Nole ha vinto il suo 23° slam e quindi noi ci togliamo qualche sassolino dalle scarpe 




Foto di Stay serbian 



"Quando la NATO stava distruggendo il mio paese senza una base giuridica nel 1999. " quando ero un bambino, ho promesso di conquistare questo mondo a modo nostro. Ed eccomi qui oggi. Quella distruzione non ha distrutto me, né il mio popolo. Non siamo spezzati nello spirito. Rimaniamo gioiosi nonostante le avversità. Questa si' che e' una vittoria. Sai, siamo cresciuti in Serbia in condizioni difficili e crudeli. Questo è il fattore più importante che devi conoscere per capire il nostro percorso di vita. Sanzioni, guerra, bombardamenti, crisi economica... A causa di tutto questo ho dovuto perdere molti tornei junior perché i miei genitori non avevano soldi... Ma quelle esperienze ci hanno plasmato. Credo che questo ci faccia apprezzare di più ciò che abbiamo. Siamo partiti dal fondo . Le conseguenze di quel tempo, i guai di quel tempo, sono profondamente radicate in noi"

"Kada je NATO uništavao moju zemlju bez pravnog osnova 1999. godine bio sam dete. Zarekao sam se da ću taj isti svet pobediti na naš način. I evo me danas. To uništavanje me nije uništilo, niti moj narod. Nije nam slomljen duh. I dalje smo radosni uprkos problemima. To je pobeda. Znate, mi smo u Srbiji odrastali u teškim, okrutnim uslovima. To je najvažniji faktor koji morate da znate da biste razumeli naš životni put. Sankcije, rat, bombardovanje, ekonomska kriza... Zbog svega toga sam morao da propustim mnoge juniorske turnire jer moji roditelji nisu imali novca... Ali, ta iskustva su nas oblikovala. Verujem da zbog toga više cenimo ono što imamo. Krenuli smo sa dna. Posledice tog vremena, nevolje tog vremena, duboko su usađene u nas"






Iniziamo da Davidino dal brutto paginino ovvero "Ripensare i Balcani" che ha fatto decine e decine di post per l'unico piacere di dare addosso ai serbi . Ma se guardate chi sono gli amici di Davide capite tutto
Da Giorgio Fruscione a Massimo Iacovazzi un'unica linea: sempre contro .. ok.. avanti così ragazzi .. raccogliete cio' che seminate
Osservatorio Balcani manco lo prendiamo in considerazione tanto farà ancora peggio.. si sa non c'è limite Noi che distruggiamo i Balcani ha vinto il premio "incoerenza"
Poi c'è tutto il resto della politica NATO che un uomo senza armi ha vinto.. siete dei poverini cari squallidi schiavi NATO!
Bravo Nole!




venerdì 9 giugno 2023

KOSOVO 1999 DI ENRICO VIGNA





 E' uscito il nuovo libro di Enrico Vigna 

ENRICO VIGNA A COCCONATO

Premio "Alta nobiltà umanitaria" ad Enrico Vigna

IL PARERE DI ENRICO VIGNA


Nessuno si ricorda dei serbi di Kraijna e Slavonia, delle vittime civili serbe di Srebrenica. Nessuno si ricorda di Fikret Abdic, che ha combattuto con le sue forze musulmane nella Zapadna Bosna a fianco dell’Armata Jugoslava contro i secessionisti di Izetbegovic. Chi, oggi, difende i serbi che tentano disperatamente di sopravvivere nelle enclavi kosovare dopo la pulizia etnica subita dai criminali dell’UCK, pupilli ed alleati della Nato? Nei Balcani si è definito l’obiettivo politico dell’Unione Europea imperialista e subalterna agli Usa, forte con i deboli e debole con i forti. Un’Europa che ha fatto la scelta strategica di sostenere a piene mani le forze e le istanze più reazionarie.


Kosovo: il cappio al collo (eterodiretto) per la Serbia

 




Come avevo scritto mesi fa negli ultimi due articoli sulla situazione, il nodo Kosovo sta avanzando a tappe forzate verso l’ultima stazione, come da progetto USA/NATO, con le pressioni, provocazioni, minacce al governo serbo, intensificatesi negli ultimi mesi con il diktat: o con la Russia o con l’occidente. Ora con il fronte ucraino aperto, quanto sta accadendo non è casuale, è un messaggio chiaro, possente, se la Serbia non sceglie “la parte giusta”, andrà verso la sua destabilizzazione e il conflitto.

Enrico Vigna 

Kosovo: il cappio al collo (eterodiretto) per la Serbia



Non ti vaccini, ti ammali, muori

 









mercoledì 7 giugno 2023

Dobro. Storie balcaniche

Una profezia fatta 10 anni fa che si è avverata. A settembre un nuovo libro. Bravo Giovanni Punzo! 






 Alpino negli anni Ottanta e richiamato in servizio vent'anni dopo, l'autore racconta la sua esperienza nelle missioni in Bosnia e in Kosovo tra il 2001 e il 2004. Sullo sfondo di Balcani ben lontani dalle rappresentazioni mitiche create dai mezzi di comunicazione occidentali, l'autore riporta con sensibilità e consapevolezza non solo la drammaticità dei conflitti, ma anche gli avvenimenti quotidiani, la generosità e la vita "normale" degli abitanti del posto, i rapporti dei soldati con gli alleati e con i compagni di servizio. Ne emerge una geografia dei Balcani inedita, esito della storia antica e recente, della tradizione dei diversi popoli dell'area, dei conflitti indifferenti alle leggi nazionali e internazionali. Una geografia che sfida quindi quella astratta e razionale delle potenze occidentali, colpevoli di dimenticare l'uomo inserito nella sua comunità e nei suoi luoghi di origine.



5 giugno 1999 la NATO uccide 224 soldati di Belgrado




 5 giugno 1999-5 giugno 2023 – La Nato non alleggerisce i bombardamenti. Pesantemente colpita Prizren. Bang supersonici nei cieli di Belgrado, Niš, Kruševac e Priština.

I vertici della Nato e della Jugoslavia iniziano gli incontri per le modalità del ritiro serbo dal Kosovo. Gli F-117 Stealth sono rischierati da Aviano alla base tedesca di Spandhalen: un segno che la pace è più vicina?
6 giugno 1999 – Ai colloqui di Kumanovo, in Macedonia, si aggiungono i rappresentanti militari russi. La delegazione Nato è guidata dal generale Jackson, quella dell’esercito federale dal generale Marjanović.
7 giugno 1999 – Continuano i bombardamenti sul Kos-Met e sulla raffineria di Pančevo;
20mila persone manifestano a Aviano per la pace, ottenendo una tregua di tre ore ai bombardamenti in concomitanza della marcia.
Sul monte Pastnik, truppe serbe, mentre si stanno scontrando coi guerriglieri kosovari, sono letteralmente “polverizzate” dai B-52 Usa, che uccidono 224 soldati di Belgrado.
Nella notte 80 decolli solo da Aviano per missioni sulla Jugoslavia.
Bruno Maran

Dalla Jugoslavia alle repubbliche indipendenti


Robert De Niro - Maybe I am a Serb



Chissà di quale cultura parla.. forse di quella che gli manca 


 Sempre partendo dalle fake news che spamma il sig.Cristiano Pambianchi nel web, ti veniamo a sapere che dopo Tesla e tanti altri, ha cambiato nazionalità anche a De Niro. Per lui che è il tuttologo più pregiato sarebbe croato. Siete ancora sicuri della sua buona fede ?


Robert De Niro - Maybe I am a Serb

NOI INNAMORATI DI CRISTIANO PAMBIANCHI

Mostra di un serbo fatto passare per croato

Cristiano Pambianchi in Balkan crew

Quando volevano dividersi la Bosnia




Un fake interessante per la psichiatria




VERA



domenica 4 giugno 2023

Innamorati di Zoran Milanović

 








"LA CENA" DI BOŽIDAR STANIŠIĆ - UN OCCASIONE DI DIALOGO





 Vi segnaliamo la nuova iniziativa del Centro Documentazione Pavanello di Meolo in collaborazione con Viaggiare i Balcani


Sabato 10 giugno lo scrittore bosniaco Božidar Stanišić dialoga a Meolo (VE) con i lettori intorno al suo romanzo "La cena. Avanzi dell'ex-Jugoslavia" (Marotta&Cafiero, Melito di Napoli 2022)

Un'ottima occasione per approfondire i contenuti della sua opera e per conoscere il punto di vista dell'autore

Ci vediamo a Meolo!

Viaggiare i Balcani 



sabato 3 giugno 2023

SEMPRE CON ALESSANDRO ORSINI

 




Macchinetta del fango

Cara Flavia Fratello, Lei ha affermato oggi a Omnibus LA7 che "Alessandro Orsini non gode di particolare stima tra gli analisti". Sbaglia, non godo di stima tra gli analisti italiani corrotti dalla testa ai piedi. Godo però della massima stima ai vertici della Repubblica Italiana, dove sono sempre stato uno degli analisti più richiesti dalla presidenza del Consiglio, il ministero degli Esteri, il ministero della Difesa e pure dal parlamento italiano, al punto che sono stato persino membro di una commissione del Governo e di un comitato dello Stato Maggiore della Difesa. E lei non può nemmeno sapere, perché certi incontri avvengono a porte chiuse, se io non lo sia ancora, cioè se io non sia ancora uno degli analisti più ascoltati ai vertici della Repubblica Italiana. Pensi che tante volte ho fatto lezione ai generali della Nato.
Il problema nasce dal fatto che gli analisti che mi insultano e mi diffamano in televisione sono dei super-corrotti ed è comprensibile che parlino male di me utilizzando come megafono certe trasmissioni televisive.
La macchinetta del fango è stancante, ma è necessario combatterla.
Avanzi l'Italia, avanzi la pace.
Risorga il movimento pacifista.


CHE VERGOGNA VEDERE DEGLI EX AMICI PARTECIPARE A COTANTA DISINFORMAZIONE


Quattro strati di pelle sopra la vergogna
Quando i nonni ucraini piangono i nipotini morti, certi deputati del Pd nel parlamento europeo si sentono molto umani nel finanziare la guerra per i prossimi dieci anni persino con i fondi del Pnrr. In realtà, quegli eurodeputati del Pd non hanno niente di umano poiché, anche grazie alle loro scelte, i nonni ucraini che piangeranno i loro nipotini saranno sempre più numerosi, come avevo previsto quando i bambini ucraini erano tutti vivi ed io, insultato e diffamato da certi deputati del Pd, mi sgolavo per spiegare che eravamo in tempo per salvarli. La differenza tra me e quegli eurodeputati del Pd con niente di umano è questa: io pongo al primo posto la vita dei bambini ed elaboro strategie geopolitiche per proteggerli. Loro, invece, pongono al primo posto l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Quegli eurodeputati del Pd farebbero bene a camminare a testa bassa invece di dare lezioni di etica e di morale ai pacifisti. Quegli eurodeputati del Pd, che sono la vergogna d’Europa e d’Italia, hanno deciso di non salvare nemmeno una vita umana. Quando certi deputati del Pd mi insultano, ricordate questo: con le mie strategie, in Ucraina non ci sarebbe nemmeno un morto. Con la loro strategia, l’Ucraina è un Paese finito, distrutto e senza nessuna possibilità di risollevarsi. Le politiche del blocco occidentale hanno trasformato l’Ucraina in un grande buco nero. L’Ucraina sprofonderà sempre più verso il basso. Ho sempre lottato per la pace in Siria come lotto per la pace in Ucraina. Esperto di guerre, vi dico questo: non abbiamo visto ancora niente. Vedrete la catastrofe che seguirà alla controffensiva ucraina. Onore a quegli eurodeputati del Pd che ci rendono orgogliosi di essere italiani. Vergogna per quei deputati del Pd che disonorano la nostra Costituzione. Hanno quattro pelli prima di arrivare alla vergogna.
P.s. Iscriviti al mio canale YouTube, dove sono più libero di parlare.
Alessandro Orsini





Tutti i crimini degli Stati Uniti dal 1948 ad oggi




                                            Tutti i crimini degli Stati Uniti dal 1948 ad oggi


CROATI E SERBI PRO DONBASS RUSSO




 Caro Giorgio,

sul Donbass ne so quanto un cittadino che cerca di informarsi al di là delle voci mainstream, che ha cercato fonti alternative, per quanto possibile. Sul Kosovo invece no, che non ci provino. Io c’ero 24 anni fa a Trieste, con i caccia da Aviano che ci sorvolavano la testa e il mio coinquilino di Belgrado che telefonava a casa, a sapere dei bombardamenti, se sua mamma fosse ancora viva. C’ero e so, dai racconti dei miei amici serbi, di Surdulica, delle continue provocazioni, delle efferatezze dell’UCK. C’ero e mi vergognavo di essere italiano. Che non ci provino a giustificare gli albanesi. A farmi vergognare un’altra volta.
Sempre con stima.
Messaggio firmato.





Nel Kosovo si è votato in 5 comuni e ha votato solamente il 3% della popolazione. È stato sbagliato far insediare quei sindaci. L’Italia si sarebbe dovuta schierare con la Serbia, nel senso di sviluppare una narrazione che aiutasse a comprendere (la situazione). L’Italia ha rapporti (commerciali) strettissimi con la Serbia nonostante questa abbia legami con la Russia.
E ha sbagliato l'UE a non far pressioni su Pristina perché venissero annullate le elezioni. Vi pare mai? Sindaci col 3% dei voti?
Noi non possiamo andare avanti con queste rappresentazioni puerili, del tipo Vucic è il male assoluto.
Questo quanto espresso da Alessandro Orsini, che controbatte e ridicolizza le tesi dell'ex direttore di Radio 3 Marino Sinibaldi, rimarcando le responsabilità Nato per l'instabilità nei Balcani e affermando sia falso che Putin abbia interesse ad alimentare tensioni in Kosovo.
Sinibaldi, ex presidente del teatro di Roma, ha evidenti doti di commediante. Da ascoltare le sue fantasiose ricostruzioni.
Fiorangela Altamura.






Gli abitanti del Montenegro sono scesi in piazza a sostegno dei serbi del Kosovo per il secondo giorno consecutivo - ieri nella città di Nikšić
In Montenegro, ancora una volta i cittadini preoccupati hanno partecipato alla manifestazione in solidarietà con i serbi del Kosovo. Ieri la manifestazione si è svolta a Nikšić - le dimensioni della manifestazione sono impressionanti per una città di 60 mila abitanti.
I montenegrini non sono indifferenti alle persecuzioni e alle violenze che i serbi devono subire nella repubblica non riconosciuta del Kosovo. Durante la manifestazione, la gente ha scandito a gran voce e all'unanimità "Serbia!", srotolando la bandiera.







"Non voglio sentire lo slogan dei nazisti ucraini sul suolo croato". Milanovic equiparava i banderoviti agli ustascia
Il saluto di Bandera "Gloria all'Ucraina!" non è diverso dagli slogan dei nazisti tedeschi, ha affermato il presidente croato Zoran Milanovic.
"Tra "For Home Ready!" (il saluto dei nazisti ustascia croati, ufficialmente bandito) e "Gloria all'Ucraina" non c'è differenza. È il grido degli sciovinisti più radicali dell'Ucraina occidentale, che collaborarono con i nazisti e ha ucciso centinaia di migliaia di polacchi ed ebrei... Questo è un dato di fatto... Quindi non voglio sentirlo in Croazia", ​​ha detto Milanovic citando la radio e la televisione croata.
Alcuni leader occidentali sono abituati allo slogan nazista ucraino e lo usano in ogni occasione in occasione di eventi ufficiali perché sono semplicemente analfabeti. Ciò è particolarmente vero per i politici canadesi, ha aggiunto il presidente croato.







Non voglio sentire "Gloria all'Ucraina" in Croazia
Il presidente croato Milanovic ha affermato che lo slogan "Gloria all'Ucraina" ha la stessa origine del grido degli ustascia croati, il gruppo di estrema destra che ha operato nel Paese durante la seconda guerra mondiale.
"Non c'è differenza tra 'Pronti per una casa' e 'Gloria all'Ucraina'. Questo è il grido degli sciovinisti più radicali dell'Ucraina occidentale, che collaborarono con i nazisti e uccisero migliaia di ebrei, polacchi... Non voglio sentirlo in Croazia"







There is no difference between Croatian fascist salute "Za dom spremni!" and "Slava Ukraini" (Glory to Ukraine!). It is the salute of the most radical chauvinists of Western Ukraine who collaborated with the Nazis and killed hundreds of thousands of Poles, Jews and others. It's a fact. I don't want to hear that on the territory of Croatia!
- Zoran Milanović, President of the Republic of Croatia, 1 June 2023.


Presidente croato: l'Ucraina non è nostra alleata
"L'Ucraina non è il [nostro] alleato. Stanno cercando di rendere l'Ucraina un alleato con la forza, le viene dato cinicamente lo status di candidato all'UE", ha dichiarato il Presidente socialdemocratico della Croazia 🇭🇷 Zoran Milanovic, commentando un'iniziativa del primo ministro Andrei Plenkovic, dell'Unione Democratica Croata, partito europeista di centro destra, che ha proposto di addestrare l'esercito ucraino sul territorio della repubblica. "Questa è l'UE oggi. È un disastro, uno zero", ha aggiunto.
Alla domanda su quale sarebbe la differenza tra l'addestramento dei soldati ucraini in Croazia e la partecipazione dei soldati croati alle esercitazioni in Polonia e Lituania, ha risposto: "La differenza è enorme. Enorme. Enorme. Cos'è la Polonia e cos'è l'Ucraina? È L'Ucraina membro della Nato? No. E la Polonia? Sì".


Milanovic, Presidente della Croazia: “Zagabria non sosterrà la Nato in caso di conflitto tra Ucraina e Russia”
25 gennaio 2022 - Redazione Nova News
"Non abbiamo nulla a che fare con ciò e non avremo a che farne", ha precisato il presidente della Croazia
La Croazia ritirerà i suoi soldati dalle missioni della Nato nella regione in caso di un conflitto tra Ucraina e Russia. Lo ha dichiarato il presidente croato, Zoran Milanovic, commentando le tensioni al confine russo-ucraino nel corso di una visita effettuata oggi alla sede dell’azienda Kras. “Seguo le notizie secondo cui la Nato, non uno Stato separato, non gli Stati Uniti, sta rafforzando la sua presenza nella regione. Non abbiamo nulla a che fare con ciò e non avremo a che farne. Ve lo garantisco”, ha dichiarato il capo dello Stato precisando: “Se ci sarà un’escalation ritireremo fino all’ultimo militare croato”. Secondo vic, questa crisi “non ha nulla a che fare con Ucraina e Russia, ha a che fare con le dinamiche della politica interna degli Stati Uniti” e il presidente statunitense Joe Biden “che io ho sostenuto” sta attuando un “comportamento pericoloso in materia di sicurezza internazionale”. Il presidente croato ha poi criticato il premier croato, Andrej Plenkovic, secondo cui la Croazia è pronta a sostenere l’Ucraina. “Può minacciare la Russia quanto vuole, ma l’Ucraina non fa parte della Nato ed è uno dei Paesi più corrotti in Europa per cui l’Ue dovrebbe stare fuori da questa crisi”, ha dichiarato Milanovic.





I serbi di Verona contro la NATO



Ho scritto una epopea sull'umanità e so che non ci sono eroi migliori dei serbi. Il fatto che i miei eroi siano vittime che il mondo si rifiuta continuamente di vedere non è importante per me. Premio Nobel Peter Handke


CI TROVATE IN FACE BOOK

  Balkan moja ljubav