venerdì 25 febbraio 2022

Andrea Rocchelli è morto invano

 


C'è chi da la vita per la verità e c'è chi continua a fare il servo della NATO 

Ricordiamo Andrea Rocchelli, assassinato dai fascisti di Kiev

Italiani contro il nazismo

«Nel Donbass l’Ucraina bombarda da 8 anni, dove eravate?»




CHI CONSIGLIA LA NATO CONSIGLIA QUESTO
5 aprile, una bomba da 250 kg cade in un'area abitata, diciassette morti;
12 aprile, un ponte viene bombardato mentre vi transita un treno, cinquantacinque morti;
14 aprile, circa settantacinque civili kosovari vengono uccisi per errore da aerei NATO;
23 aprile, alcuni missili colpiscono la torre della televisione pubblica serba, causando sedici morti
30 aprile, il bombardamento del ponte della piccola città di Murino, in Montenegro, causa la morte di sei persone, di cui tre bambini, e otto feriti;
1º maggio, quarantasette civili vengono uccisi nel loro bus centrato mentre attraversava un ponte sotto bombardamento, questo è il secondo incidente di questo tipo
7 maggio, un errore durante un bombardamento nelle vicinanze di Nis (nel sud) causa la morte di quindici uomini e circa settanta feriti;
8 maggio, l'ambasciata cinese a Belgrado viene colpita per un probabile errore di intelligence causando tre morti e un forte incidente internazionale;
21 maggio, circa cento carcerati muoiono durante il bombardamento di un carcere a Pristina;
22 maggio, sette guerriglieri dell'UCK rimangono uccisi per un errore della NATO, altri quindici feriti;
30 maggio, durante un bombardamento di un ponte autostradale, rimangono uccise undici persone che lo stavano attraversando;
una bomba Nato colpisce il villaggio di Novi Pazar, causando ventitré morti;





Ho la famiglia in Ucraina, se mi chiedete se sono preoccupata vi rispondo Si. Ma la mia preoccupazione è liberatoria perché credo profondamente che Russia sappia gestire in modo migliore la situazione, anzi, lo so che sarà proprio così. Questione non è territoriale ma umano. Guerra civile in Ucraina dura da 8 anni, è arrivata l'ora di finirla liberando i popolo russofono dall'aggressione ucroamericana! Io sono ucraina russofona, ho sofferto per 8 anni lo sterminio della gente del Donbass, ho pianto ogni giorno con ogni madre del Donbass, ho pianto ogni giorno con ogni madre di Odessa, Charkov, Zaporogie che videro uccidere loro figli dai gruppi nazisti dell'ucraina, ho pianto per ogni legge russofoba, per ogni giornalista ammazzato in Ucraina, per ogni oppositore picchiato e imprigionato.
In questo momento milioni ucraini di lingua russa e lingua ucraina preparano i fiori per accogliere l'esercito russo e pregano di liberarli dal male assoluto che si impadronì del paese dopo la golpe dell'estrema destra nel 2014.
Non è questione del territorio ma di umanità!
Quella della Russia non è aggressione ma liberazione dal fascismo ucraino!
Autrice: Svetlana Svetlana, cittadina ucraina russofona





Allora proviamo a fare chiarezza e poi valutiamo, nel 2014 ci fu un colpo di stato in Ucraina finanziato dagli usa con 5 miliardi di dollari così come affermato dalla signora Victoria Nuland sottosegretario di stato del governo Obama. Storicamente durante la guerra del 40, in Ucraina si erano formate delle bande di stampo nazista, era un certo Bandera, un efferato omicida che massacrò ucraini, polacchi, rumeni, li faceva a pezzi vivi, perfino le SS di Hitler erano stupite. Finita la guerra i nazisti più importanti furono presi e processati a Norimberga, ma i nazisti ucraini no, scapparono e accolti dagli usa si stanziarono in paese che si chiama Parma, non ricordo lo stato, molti, in tempi recenti tornarono in Ucraina, i figli di quella gente, diventarono dei terroristi al servizio degli usa, una parte di essi si addestrarono nei paesi baltici, ma una parte di essi si sono stanziati ad Odessa dove avvenne la strage del 2 maggio. Quindi il governo Zelensky è formato anche da quella gente che da 8 anni bombarda i civili del Donbass i quali combattono contro l'esercito ucraino per difendersi .

giovedì 24 febbraio 2022

NON SIAMO D'ACCORDO CON "RIPENSARE I BALCANI"

 La pagina face book di Ripensare i Balcani l'aveva già fatta grossa il 27 gennaio scorso.

Dopo innumerevoli post contro Djokovic non c'era nessun post il "Giorno della Memoria" per ricordare i milioni di morti innocenti anche nei lager nei Balcani. Tuttavia il gestore della pagina aveva trovato tempo per pubblicizzare un libro assurdo e anche poco veritiero che non fa certo onore a chi l'ha scritto

GIORNO DELLA MEMORIA 2022 

Cerchiamo la pace e no Guerra

Oggi la pagina è uscita con un post che ha mandato in ilarità una marea di persone per tanta ipocrisia assieme.

Andiamo con ordine 

I musulmani di Bosnia sono stati alleati dei nazisti nella seconda guerra mondiale 

Waffen-Gebirgs-Division der SS "Handschar"

Da 8 anni c'è la guerra in Ukraina ed è cominciata con un colpo di stato 

8 anni fa sono successe delle stragi che non avremmo mai potuto immaginare 




Strage di Odessa
La strage di Odessa è un massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti ucraini ai danni di manifestanti che si opponevano al nuovo governo neo nazista instauratosi nel paese in seguito alle rivolte di piazza Maidan. In concomitanza con il rogo, ci furono linciaggi e violenze nei confronti di oppositori politici,, trovarono la morte almeno 48 persone tra impiegati della Casa dei Sindacati, manifestanti, simpatizzanti filo-russi e membri di partiti di estrema sinistra, i linciaggi e le aggressioni mortali proseguirono anche i giorni successivi alla strage,

Da allora i media si sono quasi dimenticati di questa guerra che ha fatto tra i 14 e i 20 mila morti

Nei giorni scorsi si sono improvvisamente riaccesi i riflettori, ma non sulla verità, sulla disinformazione più becera

La Rai intervista i neonazisti ucraini per farci sapere come stanno le cose in Ucraina!
Sul braccio della intervistata infatti si può vedere il gagliardetto di Stepan Bandera.
Stepan Bandera è stato un criminale terrorista.
Durante la seconda guerra mondiale Stepan Bandera formò una brigata che si affiancò alle SS tedesche.
La sua brigata in Galizia e Violinia operò una pulizia etnica trucidando 60mila civili.
Questi sono i "riferimenti" degli Usa, dell'Occidente e della nostra "informazione"




E ora veniamo a Ripensare i Balcani che pubblica una foto della biblioteca di Sarajevo con la bandiera dell'Ukraina, ma Sarajevo è grata alla NATO per questo:

30 agosto 1995: alle 2:12 del mattino, iniziarono i bombardamenti NATO sulla Republika Srpska, che durò fino al 14 settembre, e in cui furono uccisi 153 civili Serbi innocenti.
L'aviazione della NATO ha sganciato un totale di 1.026 bombe sulle posizioni dell'Esercito della Republika Srpska, di cui 708 guidate, e il peso totale degli esplosivi sganciati fu di circa 10.000 tonnellate.
Durante questi bombardamenti, la NATO hanno utilizzato munizioni radioattive all'uranio impoverito in un'operazione chiamata "Deliberate Force", spiegando che "questo dovrebbe portare finalmente i Serbi in Bosnia Erzegovina al tavolo dei negoziati".
Il motivo dell'attacco della NATO fu l'esplosione al mercato Markale di Sarajevo il 28 agosto 1995, per la quale furono accusati i Serbi, sebbene il rapporto della commissione indipendente di quel periodo affermasse che "non ci sono prove chiare che le granate provenissero da posizioni serbe ", cosa che venne confermata personalmente a Yasushi Akashi, l'allora inviato del Segretario generale dell'Onu per i Balcani.
L'allora comandante dell'UNPROFOR, il generale Michael Rose, dichiarò dopo l'incidente a Markale che non era possibile determinare da dove fosse stata sparata la granata. Un colonnello russo, comandante del battaglione russo di mantenimento della pace a Sarajevo, Andrej Demurenko, che ha partecipato alle indagini, ha affermato che i Serbi "sono stati accusati ingiustamente solo perché la NATO avesse motivo di attaccare".

Ora.. tutto questo sarebbe bello anche discuterlo, ma il responsabile della pagina di Ripensare i Balcani critica i fascisti russi, ma banna (blocca) tutti quelli che non la pensano come lui. Davvero una gran brutta pagina con un conduttore che tutto si puo' dire tranne che sappia cos'è la gentilezza



Tra i tanti commenti cancellati sulla pagina FB di Ripensare i Balcani sono (per il momento) sopravvissuti questi








Valentina è una super eroina.. riesce a inserire un parere !





Triste vedere una pagina che si beve tutte le fake news


"Ricordatevi che con i film western sono riusciti a far credere al mondo intero che i cattivi erano gli indiani." (Cit.)






























Ho la famiglia in Ucraina, se mi chiedete se sono preoccupata vi rispondo Si. Ma la mia preoccupazione è liberatoria perché credo profondamente che Russia sappia gestire in modo migliore la situazione, anzi, lo so che sarà proprio così. Questione non è territoriale ma umano. Guerra civile in Ucraina dura da 8 anni, è arrivata l'ora di finirla liberando i popolo russofono dall'aggressione ucroamericana! Io sono ucraina russofona, ho sofferto per 8 anni lo sterminio della gente del Donbass, ho pianto ogni giorno con ogni madre del Donbass, ho pianto ogni giorno con ogni madre di Odessa, Charkov, Zaporogie che videro uccidere loro figli dai gruppi nazisti dell'ucraina, ho pianto per ogni legge russofoba, per ogni giornalista ammazzato in Ucraina, per ogni oppositore picchiato e imprigionato.
In questo momento milioni ucraini di lingua russa e lingua ucraina preparano i fiori per accogliere l'esercito russo e pregano di liberarli dal male assoluto che si impadronì del paese dopo la golpe dell'estrema destra nel 2014.
Non è questione del territorio ma di umanità!
Quella della Russia non è aggressione ma liberazione dal fascismo ucraino!
Autrice: Svetlana Svetlana, cittadina ucraina russofona






Questo è il livello massimo di educazione di Davidino dal brutto paginino





Più e più volte viene chiesto di raccontare la storia di Slobodan, 11 anni, ucciso perchè cercava di salvare il suo cane, ma nulla.. nebbia in Val Padana











Si deve fare attenzione a non ospitare nazionalismi








Donbass, la guerra fantasma nel cuore d'Europa

 Straconsigliato 




Nella regione del Donbass, sul confine russo-ucraino è in atto un conflitto che ha visto l'Ucraina spezzarsi in due, ma che la scarsa attenzione dei media occidentali ha reso quasi invisibile. La popolazione delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk continua tuttora, a distanza di anni, a scontrarsi con l'esercito di Kiev. Attraversando le terre martoriate del bacino del Donec, tra aeroporti distrutti e villaggi devastati, dai campi profughi alla spettrale colonia penale abbandonata di Chernukhino, Sara Reginella, psicoterapeuta e autrice di reportage di guerra, ci mostra la dimensione umana e psicologica di questa guerra "fantasma" combattuta da miliziani atipici: gente comune, donne e uomini che si sono opposti al cambio di governo del 2014, da una parte ritenuto un golpe, dall'altra una rivoluzione democratica.


DONBASS LA GUERRA FANTASMA. Con Sara Reginella


Uscendo dalla logica degli schieramenti, dovremmo capire l'origine di questa guerra, analizzandola, comprendendola, a partire, ad esempio, da alcune domande.
Dov'era l'Occidente quando nei villaggi del Donbass i bambini vivevano negli scantinati? Dov'era nell'estate del 2014, quando le regioni di Donetsk e Lugansk subivano i bombardamenti aerei o il 2 maggio, quando i nazisti di Pravy Sektor compivano la mattanza nella Casa dei Sindacati di Odessa, spezzando le ossa a sprangate e bruciando vivi degli esseri umani che manifestavano per un sistema federale in Donbass? Dov'era quando il leader di un partito con simbolo l'emblema nazista del dente di lupo diventava presidente del parlamento ucraino?
Oggi a Rai Radio 3, alla trasmissione Fahrenheit, ore 15:30, parlerò di questa guerra a partire dal mio reportage.
Grazie a tutti voi che non vi voltate dall'altra parte, grazie a voi che ricercate risposte nella complessità, al di là delle semplificazioni di propaganda, vi chiedo di condividere queste informazioni e di raccontate come siamo arrivati a questo.
Ringrazio la casa editrice Exòrma Edizioni per aver dato voce alla narrazione di quella che è stata fino ad ora una guerra fantasma.
Sara Reginella



Le sanzioni alla Russia avranno l'effetto di affamare l'Europa: dobbiamo opporci a quello che sta accadendo.
Nell'intervista a Rai News 24 ho cercato di spiegare i motivi della guerra in Donbass, che dura da otto anni.
Il conflitto rischia di espandersi, ma noi dobbiamo fare resistenza, comprendendo e divulgando le reali origini di questa guerra.
Il lavoro iniziato otto anni fa con i miei primi video sul Donbass, proseguito col documentario "Start Up a War. Psicologia di un conflitto" e culminato col reportage "Donbass. La guerra fantasma nel cuore d'Europa", edito da Exòrma Edizioni, è stato faticoso, quindi ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno supportata in questi anni e che questa sera mi hanno scritto dopo il mio intervento in Rai.


Ho la famiglia in Ucraina, se mi chiedete se sono preoccupata vi rispondo Si. Ma la mia preoccupazione è liberatoria perché credo profondamente che Russia sappia gestire in modo migliore la situazione, anzi, lo so che sarà proprio così. Questione non è territoriale ma umano. Guerra civile in Ucraina dura da 8 anni, è arrivata l'ora di finirla liberando i popolo russofono dall'aggressione ucroamericana! Io sono ucraina russofona, ho sofferto per 8 anni lo sterminio della gente del Donbass, ho pianto ogni giorno con ogni madre del Donbass, ho pianto ogni giorno con ogni madre di Odessa, Charkov, Zaporogie che videro uccidere loro figli dai gruppi nazisti dell'ucraina, ho pianto per ogni legge russofoba, per ogni giornalista ammazzato in Ucraina, per ogni oppositore picchiato e imprigionato.
In questo momento milioni ucraini di lingua russa e lingua ucraina preparano i fiori per accogliere l'esercito russo e pregano di liberarli dal male assoluto che si impadronì del paese dopo la golpe dell'estrema destra nel 2014.
Non è questione del territorio ma di umanità!
Quella della Russia non è aggressione ma liberazione dal fascismo ucraino!
Autrice: Svetlana Svetlana, cittadina ucraina russofona



Negli ultimi giorni, ho incontrato sedicenti pacifisti che legittimano e plaudono l'invio di armi in Ucraina da parte del nostro paese.
Domando a questi pacifisti se sanno davvero cosa significhi stare in guerra.
Domando loro se hanno mai osservato lo sguardo di un'adolescente che fissa il vuoto tra le macerie, se hanno mai visto scendere le lacrime a un'anziana con la casa distrutta o se, tra edifici abbattuti, hanno mai scorto gli occhi disperati di un cane solo, perduto.
Armare un popolo "purché si uccidano tra loro", mentre noi ce ne stiamo comodi (per ora) al computer o ci ripuliamo la coscienza sventolando bandiere colorate, non servirà a costruire un percorso di pace.
Per anni, in troppi si sono voltati dall'altra parte, mentre l'Ucraina veniva equipaggiata militarmente e il popolo del Donbass lasciato morire.
Dunque, non si può piangere per un popolo e sventolare bandiere, mentre si accetta che il proprio paese lo armi.
Questo non è pacifismo, questa è una pessima recita, questa è ipocrisia.
La soluzione diplomatica del conflitto deve essere l'unica via percorribile.
Ne ho parlato oggi, a Milano, al BookPride.
Ringrazio Greta Privitera del Corriere della Sera per aver presentato il mio reportage e quanti sono intervenuti, mostrando con la propria presenza, la vicinanza al popolo ucraino e al popolo delle regioni del Donbass.
Sara Reginella

Dopo che Zelensky ha ufficialmente bandito i restanti partiti di sinistra (quello comunista era già stato messo al bando nel 2015), i suoi sceneggiatori gli indicano la mossa successiva: terminare la videoconferenza al vertice NATO di Buxelles col pugno chiuso.
Perché?
Per confondere.
Perché un’immagine è più potente delle parole, qualsiasi sceneggiatore lo sa, e quel pugno ci dice molte cose.
Quel pugno ci dice che il problema dell’ultranazionalismo in Ucraina non esiste. Ci dice che di rifugiati politici in Ucraina non ce ne sono mai stati. Che non vi è mai stato nessun morto tra i dissidenti. Che nessun n4zista di nome Bandera è diventato eroe nazionale. Che nessuna bandiera dei collaborazionisti di H1tler è mai stata sventolata nel 2014, durante una rivoluzione democratica.
E il battaglione Azov? Un’aggregazione in cui si legge Kant, dicono i media. Per questo motivo, forse, il presidente Zelensky ha conferito il titolo di “eroe dell’Ucraina” a Denis Prokopenko, comandante dello stesso battaglione.
Cosa dire, invece, degli altri battaglioni punitivi neon4zisti, regolarmente inseriti nell’esercito ucraino? Il Dnepr, il Donbass, l’Aidar? Nulla, non se ne parla, quindi non c’è niente da dire.
Persino il massacro compiuto dagli estremisti del Settore Destro contro i civili a Odessa: non è stato mostrato, quindi evidentemente non c’è stato.
E otto anni di guerra in Donbass, i profughi, le migliaia di vittime, i disabili?
Spariti, non ci sono prove, forse è partito solo qualche sparo.
I media russi che potevano testimoniare sono stati oscurati in Occidente.
È stato cancellato quasi tutto. Non si può più verificare.
Restano quattro pazzi a gridare che questa è fiction, non è la realtà.
La fiction e il pugno chiuso.
Gli sceneggiatori di Zelensky usano la stessa tecnica utilizzata all’epoca del movimento Otpor (in serbo: “resistenza”), il cui simbolo era appunto un pugno chiuso.
Il movimento, che alle elezioni in Serbia ottenne appena il 2% dei voti, ma che ebbe una sovraesposizione mediatica in Occidente, utilizzava un’insospettabile estetica di sinistra per promuovere una politica di destra.
Nulla di nuovo dunque: si svuota l’oggettività del suo significato e, mistificando il reale, si falsificano deliberatamente i fatti.
Chi è ancora lucido, coglie la differenza che c’è tra fiction e realtà.
Del resto, non erano reali neanche le armi chimiche, pretesto usato per distruggere l’Iraq: la stessa provetta agitata da Colin Powell faceva parte di una fiction. Ormai si sa.
Ma le armi sono state usate nella realtà.
La guerra non è un film, i morti sono veri.
In molti vogliono la pace, in molti dichiarano di volere la fine dell’occupazione russa.
Ma nessuna mediazione è possibile nella fiction, al di là della realtà.
Sara Reginella

martedì 22 febbraio 2022

Kosovo si, Donetsk e Luhansk no




 Evidentemente il Kosovo si era prenotato prima, poi col covid si sono fermate le prenotazioni per la secessione 

Stepan Bandera. Vita e Eredità di un Nazionalista Ucraino

Guerra dei media, la strage di Markale

L'inganno di Racak


Strage di Odessa
La strage di Odessa è un massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti ucraini ai danni di manifestanti che si opponevano al nuovo governo neo nazista instauratosi nel paese in seguito alle rivolte di piazza Maidan. In concomitanza con il rogo, ci furono linciaggi e violenze nei confronti di oppositori politici,, trovarono la morte almeno 48 persone tra impiegati della Casa dei Sindacati, manifestanti, simpatizzanti filo-russi e membri di partiti di estrema sinistra, i linciaggi e le aggressioni mortali proseguirono anche i giorni successivi alla strage,


Suicida il pilota della NATO che uccise la piccola Milica Rakic
Si è tolto la vita un mese fa il diretto responsabile della morte di Milica Rakic, la piccola di tre anni che abitava nei pressi dell'aeroporto di Belgrado e fu colpita da frammenti di bombe "umanitarie" della NATO il 17 aprile 1999 alle ore 21:45.
Il tenente colonnello Harold F. Myers era andato in pre-pensionamento da pochi mesi con una diagnosi di "stress da disordine post-traumatico" in seguito a quei bombardamenti, secondo le dichiarazioni di sua moglie Elisabeth.
La piccola Milica appare oggi trasfigurata, tra le icone dei santi della chiesa ortodossa, negli affreschi realizzati dal diacono Nikola Lubardic
Allo stesso indirizzo rimandiamo per l'elenco completo dei bambini morti ammazzati nell'operazione "umanitaria" della NATO, mirata a strappare il Kosovo alla Serbia per accelerare lo sventramento della Jugoslavia secondo criteri "etnici".




Ai tanti commentatori dell'ultima ora che affollano i social, a volte senza neppure sapere dove si trovino i paesi coinvolti in questo "conflitto" solo sbandierato: vi sembra normale che la Nato cerchi di appropriarsi di tutte le ex repubbliche sovietiche come se fosse casa sua? Che influenzi tutta l'economia di un continente, l'Europa, che non sa più muoversi senza che l'imperialismo yankee non glielo consenta? Non ci pensarono un attimo Nato and company a riconoscere la autoproclamazione di Slovenia e Croazia affossando la Jugoslavia... Non ci pensarono un attimo Nato and company a riconoscere il Kosovo indipendente... tutte proclamazioni o addirittura autoproclamazioni al di fuori del diritto internazionale. E potrei andare avanti... Analizziamo bene tutto prima di seguire la propaganda che vuole mostrare ogni volta il "novello Hitler". Chi sfruttó gli sgherri nazisti a proprio vantaggio furono gli Usa in America Latina, con gli scempi argentini, cileni, brasiliani, o quelli del centro America e via discorrendo... non dimentichiamolo che senza memoria ci facciamo male.
Alessandro Di Meo

Le provocazioni sanguinarie sono un marchio di fabbrica dell'imperialismo statunitense. Basti ricordare l'"incidente di Racak" in Kosovo, quando 34 militanti morti del terrorista KLA sono stati presentati come civili uccisi dall'esercito jugoslavo. Successivamente, esperti finlandesi indipendenti hanno confutato questa affermazione. Ma l'atto era compiuto.
L'incidente di Racak è diventato il motivo dell'intervento della NATO contro la Jugoslavia. Durante i 78 giorni di spietati bombardamenti di città pacifiche, migliaia di persone sono state uccise e ferite e sono stati causati danni per oltre 100 miliardi di dollari. Dichiarazione del Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa G.A. Zyuganov

Velimir Tomovic, In difesa della Jugoslavia




 Siamo emozionatissimi perchè Velimir Tomovic ci ha permesso di mettere la sua foto sul nostro blog 

Cogliamo l'occasione di ringraziare anche noi Andrea Martocchia per il suo impegno infinito 


Ringrazio Jugocoord Onlus per avermi omaggiato con la seconda ricchissima edizione del libro "In difesa della Jugoslavia" e per aver citato il mio lavoro nel testo.

Un grande ringraziamento anche all'amico Andrea Martocchia.

Consiglio a tutti coloro vogliano approfondire le vicende della guerra NATO contro la Jugoslavia e del processo contro Milosevic la lettura di questo fantastico libro.

facebook.com/jugocoord

facebook.com/cnj.onlus

facebook.com/velimir.tomovic.1

In difesa della Jugoslavia

sabato 19 febbraio 2022

IL KOSOVO E' SERBIA E SI CHIAMA KOSMET

 









Traffico d'organi in Kosovo, l'orrore torna a galla

UCK un esercito criminale


















































Durante la famigerata guerra in Jugoslavia, parlo di quella per il Kosovo, quella del 99, ogni giorno venivano trovate nuove fosse comuni di cui erano immancabilmente colpevoli i serbi. Per la verità ogni tanto venivano trovati camion condotti da albanesi e pieni di cadaveri che venivano trasportati a destra e a manca. Ma di quelli si parlava come di una curiosità e nessuno ci faceva caso. Ne riparleremo. Evidentemente gli assassini anglo sorosiani di questo mondo, non hanno grande fantasia, usano sempre gli stessi metodi. Ma poi perchè dovrebbero? C'è sempre una carrettata di cretini che si stracciano le venti senza capire una caxxo.






CI TROVATE IN FACE BOOK

  Balkan moja ljubav