mercoledì 16 dicembre 2020

Ruđer Bošković - Ruggero Boscovich

  

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Gli ustascia croati distruggono Milano

Squallidi e penosi ustascia croati

Con la legge sui beni del patrimonio culturale serbo son finiti i furti

UGRESIC VS PAMBIANCHI

MARINO DARSA ERA UN DALMATA DI ORIGINE SERBA

Mostra Marino Darsa non piaciuta

Monumento a Ruggero Giuseppe Boscovich a Milano



Nato in Dalmazia da padre serbo, si formò e operò in Italia, dove fu tra i primi a promuovere la diffusione e la discussione critica del newtonianesimo. Nell’opera in cui espresse in maniera organica il suo pensiero filosofico e scientifico, la Philosophiae naturalis theoria redacta ad unicam legem virium in natura existentium (1758), tentò di ridurre tutte le forze della natura a un’unica legge. Molto noto e attivo anche fuori d’Italia, nonostante l’assenza di un’adeguata formalizzazione, le sue teorie fisiche avrebbero esercitato una certa influenza sulla scienza del 19° secolo.

Tutta la famiglia Boscovich era serba





L’equivoco di Dubrovnik nasce dal fatto che fino al 1500 circa si parlava il Dalmatico, lingua neolatina a cavallo tra Italiano e Romeno. La slavizzazione popolare avviene tra il 1400 e il 1550. Ma come lo stesso Boscovich afferma, la lingua popolare di Dubrovnik era “Slavico”, non Croato, un dialetto molto simile a quello di Erzegovina lingua letteraria di tutti i Croati fino al 1992, ma il dialetto di Dubrovnik veniva parlato da tutti anche dai Serbi e dai Mussulmani a ovest del fiume Drina, quindi non poteva essere definito solo Croato. Peraltro, il dolce idioma di Erzegovina era quello ferocemente odiato da Tudman

E' vietato ai croati rubare la cultura dalmata





Ringraziamo di cuore il "Giornale di Milano" che pubblicizza l'italo serbo Ruđer Bošković – Ruggero Boscovich . La "Società astronomica Ruder Boskovic" gestisce il Planetario di Belgrado 




Bè.. visto che gli albanesi dicono che Nikola Tesla è albanese, anche i croati possono dire che Boscovich è croato. La storia si tramuta in opinioni .. alle volte, ma indovinate un po'? E' sepolto in una chiesa ortodossa!! Penso che da lassù parli chiaramente





Chi ha avvisato l’ANSA il 13/02/2017 dicendo che Boscovich era croato ha detto il falso . Impossessarsi delle culture precedenti perchè hai conquistato quel territorio non ha nessun senso, altrimenti anche tutta la cultura degli Illiri diventerebbe croata. L’unica cosa corretta da dire è quella scritta sulla statua. Nato a Ragusa attuale Croazia . A Dubrovnik al massimo son croati dopo il 1920 e nemmeno, non certo dagli Illiri. A Dubrovnik nascono i croati da quando è Croazia, non prima. Non si puo’ cambiare nazionalità a tutti quelli nati 500 anni prima. Che ignoranza certa gente!!!



Il dalmata italo serbo RUĐER BOŠKOVIĆ










A Dubrovinik ancora oggi si sentono dalmati e non croati e c'è una scritta contro Zagabria ad ogni angolo di strada. La Dubrovacka republika non è mai esistita se non sulla bocca di qualche persona poco istruita che non sapeva dire Repubblica di Ragusa. I croati giocano sull'ignoranza delle persone, ma fortunatamente internet ci funziona ancora 



I croati e gli pseudo croati di Milano hanno sempre agito al limite della denuncia. Lo dicono tutti, ma in particolar modo lo dice Marco Tarquinio, lunedì 21 marzo 2016, rispondendo alle giustissime rimostranze di Antonio Ballarin. Si vede che questi signori finchè non prendono una denuncia non capiscono. - Posso parlare solo per me e per i miei colleghi, caro dottor Ballarin, ma di un dovere che non è solo mio e nostro: gli errori, quando ci sono, vanno sempre corretti. Affermare quel che è stato affermato in quel dispaccio di agenzia sull’italiano Ruggero Boscovich «croato» è stato un errore serio e grave. Che getta sale su una ferita che bisognerebbe invece curare e chiudere. E la verità è la prima medicina.







Siamo grati al Direttore di «Avvenire» per avere colto e approfondito le precisazioni che la Federazione degli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati – tramite il suo presidente, Antonio Ballarin – ha espresso circa l’inaugurazione del milanese monumento a Ruggiero Boscovich, esaltato come scienziato croato da parte delle fonti giornalistiche che hanno recepito in modo acritico il comunicato ufficiale dell’iniziativa. Non è questo che l’ultimo tentativo di piegare la storia al nazionalismo.




I Boskovics erano una nobile famiglia serba la cui origine era dell'Erzegovina orientale - Orahov Do vicino a Trebinje. Da questa zona, alla fine del XVIII secolo, Nikola Bošković si trasferì a Dubrovnik per commerciare. Durante il commercio, Nikola Bošković era anche interessato alla storia dei serbi, così è stata scritta la sua opera Relazione dei Monasateri della Provincia di Rassia.

Ci sono due personalità importanti nella famiglia Boskovic: Bozo Boskovic e Rudjer Boskovic. Božo Bošković era un rispettabile e ricco commerciante. Ha lasciato 10.000 fiorini al comune di Dubrovnik per l'istruzione dei bambini abbandonati "indipendentemente dalla religione". 

Nella famiglia spicca Ruđer Bošković, matematico, fisico, astronomo, diplomatico e poeta di fama mondiale.

Quando i Bošković ottennero davvero la nobiltà, non è stato determinato esattamente, molto probabilmente l'hanno ottenuta come Pokrajčić nel 1595, e anche prima, e che su questa base la famiglia Bošković ha ricevuto la nobiltà e lo stemma il 15 aprile 1718. Non è noto a quale Boskovic si riferiscano queste informazioni e se si riferiscano a questa famiglia Boskovic.

Un ramo della famiglia Boskovic, si diresse a nord, attraverso Valjevo fino a Srem, dove spicca Jovan Boskovic filologo, professore, redattore di Matica Srpska e ministro dell'Istruzione nel governo di Jovan Avakumović.

 Come dice giustamente Urban File La voce della città in data 3 gennaio 2017, lo scopo dei donatori non era quello di rendere omaggio al grande raguseo, ma il tentativo di avvalorare la tesi della croaticità dello scienziato, fenomeno appropriativo ancora molto abusato dai croati con molti personaggi famosi tipo Marco Polo (Marko Polo) Giorgio Orsini (Jurai Matejev Dalmatinac) Francesco Patrizi (Frane Petric') Giovanni Francesco Biondi (Franjo Biundovic') etc...

 Anche Italo Calvino è italiano, ma è nato a Santiago de Las Vegas de La Habana per non parlare di tutti gli italiani nati in Libia . Ungaretti nato al Cairo dovrebbe essere egiziano? Ugo Foscolo era greco? Si puo' dire che la Serbia ha dato 18 imperatori all'Impero romano?








Nel palmares dei «croati» finisce un buon numero di dalmati, in particolare di ragusei. Ragusa è una delle città più di confine: comune italiano vissuto in concorrenza con Venezia (che la occupa fra XIII e XIV secolo, plasmandone le istituzioni), Ragusa è considerata la “Quinta repubblica marinara”. Tuttavia è oggettivamente una città dalle molte identità, in cui convive l’elemento italiano (peraltro, un italiano non veneziano, proprio per la rivalità con la Serenissima) della classe dirigente con quelli slavi (croato, serbo, bosniacco, montenegrino) e balcanico in genere (morlacco, valacco, greco, armeno e albanese). Alla fine del 1500 e poi nel secolo successivo Ragusa subisce due devastanti terremoti. La città non si riprese mai più da questi due colpi e lentamente l’elemento italiano venne soverchiato da quello slavo, nonostante la perfetta convivenza dei due. Quando Napoleone pone fine alla vita millenaria della repubblica marinara, fra 1804 e 1806, a Ragusa l’italiano è ancora la lingua ufficiale, anche se gran parte della popolazione parla comunemente le lingue slave.






Ho scritto altre volte e lo ripeto qui: la Croazia ha grandi croati, uomini e donne, di cui vantarsi, che meritano di essere celebrati in tutti i campi, compresa l’arte e la letteratura; non ha perciò bisogno di rubarli ad altri popoli. Temo però che i ciechi nazionalisti non cesseranno mai di rubacchiare per ornarsi delle penne altrui."
firmato: Giacomo Scotti
(da.linkiesta.it del /2011/05/01)




Figli di questa città di confine, moltissimi ragusei possono essere considerati tanto italiani quanto slavi. E fra questi il più celebre è senz’altro l’astronomo e matematico Ruggero Boscovich (1711-1787) nato a Ragusa da madre italiana e padre serbo, a 14 anni si trasferì in Italia. Boscovich, che fu un prete cattolico, è uno dei più grandi intellettuali del suo tempo: matematico, astronomo, uomo di fede e di scienza. Era senz’altro bilingue (parlava anche in serbocroato, ma in famiglia prediligeva l’italiano), scrisse la gran parte delle sue opere scientifiche in latino – lingua della scienza d’allora – ma anche in italiano e in francese. Nella sua corrispondenza con Voltaire, il filosofo gli scriveva in italiano. Fece parte dell’Accademia dei Quaranta, altrimenti detta Società Italiana. E’ interessante che anche i serbi considerano Boscovich come un “loro” scienziato, poiché suo padre era di origine serba. Boscovich preferiva definirsi “dalmata”, rivendicando dunque un’origine regionale più che nazionale (un atteggiamento dunque molto… italiano!). Va altresì notato che dei suoi cinque fratelli, due – Anna e Pietro – furono buoni poeti slavi, mentre un altro – Bartolomeo – fu studioso e poeta, ma di lingua italiana.








Che fine ha fatto la statua di Ruđer Bošković? (si consiglia di leggere i commenti a fondo pagina)


Figlio di padre serbo

Ultimamente si è materializzata anche la statua

Finalmente inaugurata la statua di Ruđer Bošković (si consiglia di leggere i commenti a fondo pagina)

Srbin katolik, čemu?












A seguire i motivi per cui oggi Boskovic' non vorrebbe essere certo considerato croato



























La cosa gravissima  che i croati negli anni '90 hanno distrutto molti libri tramandandoci solo una parte della storia 






Tanto impegno, tanto denaro, ma a scrivere "croato" non ci sono riusciti nemmeno con tutto l'oro del mondo. Però viene detto a tutta la stampa che Boscovich è croato et voilà, il gioco è fatto! C'erano già riusciti a Troia con un certo cavallo 






































La Repubblica di Ragusa distava 400 km dalla Croazia 

Per sapere le bugie croate cliccare QUI



Lo stocavo o stocavico[1] (štokavski/штокавски o štokavsko narečje/штокавско наречjе) è il dialetto di prestigio della lingua serbo-croata: rappresenta le fondamenta su cui si basa lo standard della lingua serbo-croata, così come lo è il fiorentino trecentesco nel caso della lingua toscana, nota dal Cinquecento come lingua italiana. È diffuso come dialetto maggioritario e lingua letteraria, ed è quindi alla base delle varie standardizzazioni che costituiscono la lingua ufficiale in CroaziaBosnia ed ErzegovinaSerbia e Montenegro (lingua standard croatalingua standard bosniacalingua standard serba, e lingua standard montenegrina).
La lingua stocava è stata violentemente odiata da Tudman e i croati odierni l'hanno ripudiata e hanno cambiato parecchi nomi per diversificarsi dai serbi, ma la cosa non ha funzionato e il popolo parla ancora il serbo croato 



Ecco come i croati ringraziano le persone di buon cuore

Alcuni tifosi della Dinamo Zagabria, a Milano per la partita di Champions, hanno 'sfilato' verso San Siro, con le braccia tese, cantando cori da stadio. Qualche ora prima un gruppo di circa 300 ultras ha fatto irruzione all'interno del Carrefour del complesso residenziale dell'ex Fiera, costringendo all'evacuazione dei clienti all'interno. La questura ha emesso più di 20 Daspo e 23 tifosi sono stati denunciati a vario titolo.

I tifosi della Dinamo Zagabria a Milano
Non sono nazisti, sono boy scout.
Una puzza di nazismo in questa UE, che non si può!



Braccio destro in alto, magliette nere e cori. Una marcia su Milano formata da circa 2mila persone, dalla piazza centrale di City Life verso San Siro, in attesa della partita dentro le porte del Meazza.





"L’ennesima provocazione dei tifosi di calcio, nella fattispecie dei tifosi della Dinamo di Zagabria che lo scorso 14 settembre a Milano, oltre a provocare incidenti e risse, hanno compiuto un gesto deplorevole di apologia dell’ideologia ustascia e nazista, alzando il braccio destro, rievocando così l’epoca di Adolf Hitler, Benito Mussolini e Ante Pavelić. L'Unione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Croazia (SABA RH) ha a più riprese protestato contro tali incidenti provocati dai tifosi che glorificano non solo lo Stato indipendente di Croazia, ma anche tutti i mali accaduti durante il periodo del terrore ustascia. È evidente che i giovani tifosi della Dinamo si comportano in linea con l’attuale clima generale in patria, ossia con la tacita approvazione dei saluti, dei simboli e degli slogan ustascia. Lo dimostra chiaramente anche l’atteggiamento neutro assunto non solo dai mezzi di informazione, ma anche dai funzionari e dalle autorità competenti croate nei confronti del recente episodio accaduto a Milano.

Chiediamoci: perché Jasenko Mesić, ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma, e Stjepan Ribić, console generale della Repubblica di Croazia a Milano, non hanno reagito all’episodio a cui si è assistito a Milano? Cosa ha fatto Gordan Grlić Radman, ministro degli Affari Esteri ed Europei della Repubblica di Croazia? Non si sono fatti sentire né il capo del governo croato né il presidente del parlamento croato. Ci sembra superfluo sottolineare che l’incidente in questione, pur essendo accaduto a Milano, è un attacco diretto alla Costituzione della Repubblica di Croazia.

 La marcia su Milano dei tifosi della Dinamo di Zagabria

Squallidi e penosi ustascia croati

La Croazia festeggia con le canzoni del neonazista Thompson



TUTTI I PDF QUI


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