mercoledì 31 agosto 2022

Croazia, lo scandalo INA



È una delle più grandi imprese pubbliche della Croazia ed è oggetto di uno scandalo di dimensioni enormi: il più grande della storia del paese. Una truffa colossale da 130 milioni di euro gestita da un gruppo di persone tra cui un ex manager dell'INA e il presidente della camera croata degli avvocati

È il furto più grande nella storia della Croazia. Il caso di corruzione più clamoroso e al tempo stesso più recente, perché avvenuto tra il 2020 e il 2022, mentre il paese era alle prese con la pandemia. Una nuova afera – come si dice a Zagabria – che si aggiunge ad una lista già lunghissima di scandali, con cui il Primo ministro Andrej Plenković fa i conti ormai quasi settimanalmente dal 2016, da quando è stato eletto premier per la prima volta. Difficile credere che il capo di governo sopravviverà indenne anche a questo colpo di scena, ma in questa Croazia potrebbe anche succedere.

Tra le cinque persone arrestate nel corso del fine settimana ci sono figure di rilievo: Damir Škugor era direttore all’INA nel dipartimento che si occupa della vendita di gas naturale, Josip Šurjak era presidente della Camera croata degli avvocati (HOK), Marija Ratkić dirigeva l’impresa Plinara istočne Slavonije, mentre Goran Husić era alla guida dell’azienda OMS  , fondata nel 2019 assieme a Šurjak e che comprava il gas dall’INA. L’ultimo arrestato è Dane Škugor, padre di Damir, il pensionato sul cui conto hanno cominciato a piovere decine di milioni di euro.

Ma non è tutto. Chi dice INA dice una delle più grandi imprese pubbliche della Croazia. Inevitabilmente, dunque, ci sono legami stretti tra gli arrestati e il mondo politico, o meglio, il partito al potere, l’HDZ. Damir Škugor era un quadro del partito, così com’è iscritta all’HDZ anche Marija Ratkić, finita anche lei in manette. C’è poi il fatto che l’attuale ministro dell’Economia Davor Filipović (HDZ), che ha annunciato una revisione straordinaria dell’attività dell’INA negli ultimi tre anni, era membro del Consiglio di sorveglianza dell’INA nel 2020. Anche lui non ne sapeva nulla? "Il contratto con l’azienda OMS è stato firmato due mesi prima che io fossi nominato nel Consiglio di sorveglianza dell’INA", si è difeso il ministro  .

"Il fatto è che la corruzione si collega e si identifica così tanto con l’HDZ che praticamente tutti ne sono diventati immuni", prosegue il giornalista, che conclude: "Questo è il paese dell’HDZ, l’HDZ genera corruzione e combatte contro di essa, l’HDZ rapina l’INA e l’HDZ salva l’INA".

Giovanni Vale per OBC

martedì 30 agosto 2022

LA SERBIA COSTRETTA A TOGLIERE IL PIEDE DA UNA DELLE DUE SCARPE




 Il 26 agosto scorso, il vicesegretario di Stato aggiunto degli Stati Uniti per gli Affari europei ed euroasiatici, Gabriel Escobar ha rivolto un appello ai serbi invitandoli ad “abbandonare la narrativa secondo cui il Kosovo è Serbia” e passare a quella per la quale “il Kosovo e la Serbia sono in realtà Europa”.

Immediata la replica da parte della portavoce del ministro degli Esteri russo Marija Zakharova, che sul suo canale Telegram ha affermato che “la Russia non dimenticherà mai che il Kosovo è una parte del territorio della Serbia”.
Lo stesso presidente serbo Aleksandar Vučić, ha sottolineato, durante una conferenza stampa tenutasi il giorno successivo che le parole di Escobar rappresentano semplicemente la posizione dell’America e che questa non può influenzare le decisioni dello stato balcanico.
Vučić ha successivamente dichiarato di essere riuscito ad ottenere, attraverso l’impegno della diplomazia serba il ritiro del riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo da parte di 7 stati, non volendo tuttavia rivelare ulteriori dettagli fino a tempo debito.
Solamente un mese prima le dichiarazioni di Escobar, il 26 luglio, il Ministro degli Affari Esteri degli Stati Uniti, Antony Blinken aveva incontrato a Washington, il primo ministro del Kosovo Albin Kurti ed aveva espresso pieno sostegno all’integrazione euro-atlantica del Kosovo non tenendo minimamente in considerazione le tensioni internazionali.
Da lì a poco, il 31 luglio, l’implementazione delle leggi riguardanti la documentazione necessaria per il movimento transfrontaliero ha riacceso fortissime tensioni tra Belgrado e Pristina, disinnescate - solo temporaneamente - grazie ad accordi mediati dall’Unione Europea.
L’interessamento statunitense per la regione, d’altronde, non è mai stato un segreto. Basti ricordare che la stessa amministrazione Biden aveva collocato i Balcani occidentali tra le primissime priorità della propria politica estera, insieme a Iran, Ucraina, Cina e Russia.
L’aumento delle tensioni tra Belgrado e Pristina quindi, conseguenza diretta dell’ingerenza di potenze estere negli affari interni delle nazioni della penisola balcanica, potrebbe facilmente evolvere in un conflitto, verso il quale, la Russia in particolar modo, non potrebbe restare indifferente.
C’è da chiedersi quindi, non se la Russia interverrebbe o meno in difesa della Serbia in caso di un’eventuale e sempre più evidente escalation nella regione, ma quale dei due blocchi deciderà di seguire definitivamente la leadership serba, che si destreggia da anni in equilibrismi tra Bruxelles e Mosca.
La Russia infatti, per quanto profondamente legata alla Serbia, potrebbe non avere spazio di manovra se proprio quest’ultima decidesse di consegnare le chiavi di casa all’Occidente, voltando le spalle non solo a Mosca ma alle proprie radici ortodosse.
I tempi, sono maturi e lo scenario prodotto in Kosovo sta innescando, una serie di meccanismi che costringeranno presto Belgrado a dover prendere una netta posizione e a togliere il piede da una delle due scarpe.
Velimir Tomovic'

lunedì 29 agosto 2022

BOBA IN JUGO

 







I croati sono talmente democratici che prevedono libertà di religione




 9 novembre 1993: accadde l'impensabile. Dopo che le forze militari croate avevano sparato più di 60 proiettili contro il ponte, le vecchie pietre alla fine cedettero e crollarono nel profondo fiume Neretva lasciando tutti i residenti sotto shock. L'ICTY nella sentenza di condanna scrisse: "come parte e nel corso dell'assedio di Mostar Est, le forze dell'Herceg-Bosna/HVO hanno deliberatamente distrutto o danneggiato significativamente le seguenti moschee o proprietà religiose a Mostar Est: Sultano Selim Javuz Moschea (conosciuta anche come Moschea Mesdjid Sultan Selimov Javuza), Hadzi Moschea Mehmed-Beg Karadjoz, Koski Moschea Mehmed-Pasa, Nesuh Aga Moschea Vucjakovic, Cejvan Moschea Cehaja, Hadzi Ahmed Aga Lakisic Moschea, Moschea Roznamedzija Ibrahim Efendija, Moschea Jahja Hodza (conosciuta anche come Moschea Dzamiha Jahja Hodzina), la Moschea Hadzi Kurto o Moschea Tabacica e la Moschea Hadzi Memija Cernica.

Il 9 novembre 1993, le forze di Herceg-Bosna/HVO distrussero lo Stari Most ("Ponte Vecchio"), un punto di riferimento internazionale che attraversava il fiume Neretva tra Mostar orientale e occidentale."

MOSCA A SOSTEGNO DELLA SERBIA

 




MOSCA, 28.08.2022

A Mosca si è svolta una manifestazione automobilistica a sostegno della Serbia.

BENVENGANO TUTTI GLI ANTI NATO

LA STELLA ROSSA PER DARIA DUGINA

 


op


🇷🇸 "Daria Dugina - memoria eterna!"
I tifosi della squadra di calcio serba della "Stella Rossa" cantano "Katyusha", mostrano uno striscione in memoria di Daria Dugina.





Zelensky ha fatto perdere la pazienza anche al Papa
"Il Papa è insoddisfatto dei continui tentativi di Zelensky di coinvolgerlo nella narrativa antirussa."
Secondo l'esperto vaticano, il giornalista Marco Politi, le continue pressioni di Kiev su Papa Francesco sulla questione del sostegno all'Ucraina irritano il pontefice.
"Al Vaticano non piace quando al pontefice viene detto cosa fare, così come il fatto che le autorità ucraine abbiano censurato la trasmissione televisiva del corteo pontificio, perché esprimeva l'idea di pace tra ucraini e russi", ha spiegato Politi.
Zelensky mette anche pressione al Pontefice, cercando di convincerlo a visitare Kiev. Ma il Papa si rifiuta di visitare l'Ucraina senza visitare Mosca, ha concluso
Russia press











venerdì 26 agosto 2022

NOVAK DJOKOVIC E' E SARA' SEMPRE IL NUM 1

 



A me non fa orrore la questione in sé, quanto piuttosto il fatto che la maggioranza delle persone non abbia nulla da obiettare.

Oramai l'odio, l'ingiustizia e la menzogna sono stati completamente metabolizzati dalle masse.
Nonostante i loro trucchi e i loro sotterfugi, Djokovic resta uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, un modello di correttezza e di signorilità.
Giorgio Bianchi





FULVIO TOMIZZA




Fulvio Tomizza (Giurizzani26 gennaio 1935 – Trieste21 maggio 1999) è stato uno scrittore italiano.

Nato nel 1935 a Giurizzani, contrada di Materada, frazione di Umago, in Istria, era il secondogenito, dopo Nerio, di Ferdinando Tomizza, piccolo proprietario terriero e commerciante di etnia italiana, e di Margherita Frank Trento, proveniente da una famiglia popolare di origine slava[1].

Trascorse un'infanzia difficile a causa delle tensioni interetniche, fomentate dalla politica fascista e acutizzatesi durante la seconda guerra mondiale. Studiò prima nel seminario di Capodistria, poi al collegio di Gorizia e infine al liceo "Carlo Combi" di Capodistria, dove conseguì la maturità classica[1].

Le persecuzioni proseguirono anche dopo la fine della guerra e la costituzione del Territorio Libero di Trieste: nel 1947 il padre fu incarcerato per due volte e i suoi beni confiscati. Si trasferì quindi con la famiglia a Trieste, dove si guadagnò da vivere gestendo un bar; nel 1953, gravemente malato, riuscì a tornare, accompagnato da Fulvio, a Materada, dove morì a 47 anni[1].

Scomparso il padre, nel 1954 si iscrisse a Belgrado all'Accademia di arte drammatica e alla facoltà di letterature romanze della locale Università . A Lubiana collaborò con il regista František Čáp alla realizzazione del film Attimi decisivi, presentato alla Mostra di Venezia nel 1955[1].

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giovedì 25 agosto 2022

NATO GO HOME!



 Le autorità dell’autoproclamato Kosovo, avevano comunicato che dal 1 agosto i documenti serbi cessavano di essere validi nel territorio sotto il suo controllo, in sostituzione dei quali verrebbe rilasciato un certificato provvisorio per l’ingresso nella regione, contestualmente, inizierà la re immatricolazione obbligatoria delle targhe auto con lettere serbe, sostituite con la sigla RKS “Repubblica del Kosovo“.






LA FIGLIA



Quando i nazionalisti croati bosniaci e albanesi sono disperati, tirano sempre in ballo il suicidio della figlia di Mladic. In realtà non è mai stato chiarito se si è suicidata o l'hanno fatta suicidare poichè le indagini sono a un punto morto .. guarda caso! 

Che sia chiaro questo: si è suicidata se veramente si è suicidata il 24 marzo 1994 mentre il genocidio di Srebrenica è stato l'anno dopo quindi di quale cavolo di vergogna stiamo parlando? Suo padre difendeva i civili serbi in Bosnia trucidati dalle bande musulmane. Al massimo era orgogliosa di sapere che qualche bambino serbo viveva grazie alle difese del padre 

La traduzione non è delle migliori ma si capisce 

Quando non volevano giocare con me nel 1984, ho imparato che ero serbo. Quando il mio vicino Dzevad mi ha dato un calcio nello stomaco con il piede, su Vidovdan 1989 infastidito dalla prima del film Lotta in Kosovo, ho scoperto chi sono i vicini. E poi nel 1992 sono diventato un aggressore. Ho dovuto correre e dai primi giorni di guerra non sono più solo. Tutti quelli che sono rimasti nel mio quartiere sono sopravvissuti al calvario senza precedenti. Ho detto tutto, tutti gli uomini sono stati portati al campo di concentramento di Silos a Tarcin. Silos è stato sciolto solo il 27.01.1996. e l'accampamento più ponte della guerra passata. Il vicino Spira è stato massacrato. Il vicino Angelka è stato stuprato, mentre il piccolo Goran aveva in mano una pistola con la bocca e lo picchiava. Non si è mai ripreso da quella notte. Hanno chiuso pure mia nonna 70enne. E la sorella di nonna Jelka è stata picchiata fino a morire di dolore. Ma anche dispiaceri per il figlio e marito di cui fa parte del filo del campo Silos e di cui ascolta per giorni le grida. Ho trascorso la guerra ad Hadzici circondato e ci ammazzavano dalle colline ogni giorno. Quattro anni in doppio cerchio, mesi senza elettricità, acqua. Esagerate centinaia di reati, granate e colata di uranio. Oggi i vicini celebrano il giorno dell'assedio e l'inizio dell'aggressione. Dicono, che ho tenuto qualcuno sotto assedio e blocco. Dicono anche che sono un genocidio. Potete dire quello che volete, io non porto rancore. Mi ricordo di te. Mi ricordo di te e ho nella mia testa. E la foto di nonno Draga dopo lo scambio, quando lo portammo in appartamento in coperta. Mi ricordo quei 35 chili di lui. Ricordo anche i coetanei morti. Ricordo le tracce di sangue del tuo amico morto. Ricordo ogni pianto di mia madre e ogni ferita di mio padre. Ricordo ogni fottuto giorno della guerra, tutte le tue cattiverie e bugie. Non ricordo la chiesa ardente di S.Pietro e Paolo. Non me lo ricordo, perché ho una foto. Ecco quella foto, che è prova vivente di multieticità e convivenza in campo Sarajevo. E soprattutto mi ricorda che io sono un aggressore e quello sulla terra in cui i serbi hanno vissuto fin dalla memorizzazione.

Tratto dal blog Једна је Србија


... Ti ricordo che la Serbia oggi è il paese europeo con più immigrati profughi specie dalla Croazia e che molte di storie loro parlano di atrocità disumane e cattiverie gratuite commesse dagli ustascia croati, che tra l'altro hanno una lunghissima storia di filonazismo.
Moltissimi sono ovviamente anche processati per crimini di guerra
La mi stessa nonna (croata) ha vissuto un dramma nel suo paesino dove è nata negli anni '40, quando gli ustascia sono entrati hanno ucciso mezzo paese con tecniche disumane e ha visto la sua vicina ammazzata con la gola tagliata con in braccio il bimbo al quale hanno tolto gli occhi con il coltello e tagliato la gola. Finché era viva non smetteva di raccontarlo.
Per non aggiungere le atrocità di Jasenovac ed altri campi di concentramento.
Quindi caro non mi parlare del male, che qui ti caschi veramente male con la Croazia.
Igor


I CROATI RIMPIANGONO LA GRANDE JUGOSLAVIA





E’ stata respinta la denuncia contro l’ex sindaco di Fiume, Vojko Obersnel e  Nemanja Cvijanović, che erano stati portati in Tribunale dal Partito autoctono croato dei diritti (Autohtona hrvatska strana prava; A-SH) per l’installazione della stella rossa sul tetto del Grattacielo di Fiume, nell’ambito dei Fiume Capitale europea della Cultura 2020. Come riporta il quotidiano Večernji list, la denuncia era stata sporta nell’ottobre del 2020 per “incitamento alla violenza e all’odio”.

L’installazione realizzata nell’ambito di Fiume CEC 2020 “non incita alla violenza e all’odio verso nessun particolare gruppo di persone”, si legge nell’argomentazione della Procura di Stato di Fiume.
Il progetto “Monumento alla Fiume rossa – monumento che si difende da sé” dell’autore Nemanja Cvijanović, ha fatto discutere tantissimo. La stella rossa, ricorderemo, doveva essere installata sul Grattacielo di Fiume il 3 maggio 2020 – nell’anniversario della liberazione del capoluogo quarnerino dall’occupazione nazista –, ma a causa del lockdown dovuto all’epidemia da Covid-19, è apparsa sul tetto del Grattacielo di Fiume domenica 20 settembre. Data scelta perché nello stesso giorno del 1943  lo ZAVNOH, il Consiglio territoriale antifascista di liberazione popolare della Croazia, decretò l’annessione dell’Istria, di Fiume e di Zara e delle isole alla Croazia.





mercoledì 24 agosto 2022

LA VITTORIA DI PIRRO DELLA CROAZIA

 Una vittoria di Pirro o vittoria pirrica è una battaglia vinta a un prezzo troppo alto per il vincitore, tanto da far sì che la stessa scelta di scendere in battaglia, nonostante l'esito vittorioso, conduca alla sconfitta finale.




 Il 22 dicembre 1990, il parlamento croato proclamò unilateralmente l’indipendenza e promulgò una nuova Costituzione tutta incentrata sul principio fondamentale, prego di richiami alla celeberrima Dottrina Monroe, della “Croazia ai croati”. Nell’ottobre del 1991 il governo guidato dal presidente Franjo Tuđman decretò l’espulsione di circa 30.000 serbi dalla Slavonia e dalla Krajina, mentre la Guardia Nazionale Croata occupava Vukovar. L’esercito federale cinse d’assedio la città prima di procedere all’attacco, infliggendo pesanti perdite agli assediati che vennero costretti alla resa. Nel frattempo, la Macedonia otteneva l’indipendenza (17 settembre 1991) grazie ad un accordo stipulato tra il primo ministro Kiro Gligorov e il presidente della Federazione Jugoslava Slobodan Milošević, mentre la Slovenia decise di ispirarsi all’esperienza croata per proclamare a sua volta (25 giugno 1991), l’indipendenza da Belgrado sulla medesima base etnica. A differenza di quanto accaduto in Croazia, il piccolo esercito sloveno riuscì a tener brillantemente testa alle milizie federali, provocando pesanti perdite. Le secessioni proclamate unilateralmente da Croazia e Slovenia e il successo ottenuto da quest’ultima nel conflitto contro le truppe inviate dal governo di Belgrado non potevano che alimentare le spinte centrifughe interne alla Jugoslavia, favorendo implicitamente l’estensione a macchia d’olio della guerra civile.

Guerra jugoslava, cronache di una catastrofe preparata a tavolino
di Giacomo Gabellini 4.12.2017

Rolando Dubini 10 aprile 2021





La cultura serba è diversa appunto. Ma non migliore o peggiore. È cmq la cultura croata e serba sono molto vicine.
Per quanto riguardo la cultura e istruzione mitteleuropea, saprà spero, se istruito come dice, che una bella fetta della Serbia, cioè Vojvodina intera, faceva parte essa stessa dell'impero Austroungarico. Anche la Serbia centrale, Belgrado compresa, non era sotto impero ottomano per secoli si alternavano i periodi di dominazione turca e austriaca. Questo nei secoli ha creato una cultura ricca e affascinante. Dire che la cultura serba è solo un risultato dei furti è innanzitutto non vero, ma soprattutto offensiva ed essere offensivi in una discussione casual una domenica sera piacevole, dice di lei. .
Siccome ho visto che ha vinto un premio importante allora può darsi che non sia adeguatamente istruito per quanto riguarda la Serbia e si è creato un opinione errata oppure ha un'emozione personale negativa forte nei confronti della Serbia che veramente sarebbe da superare.
Se è così, la invito a visitare Novi Sad (capitale europea di cultura 2021) e in tale occasione spiegare a loro ed alla commissione europea che non appartengono alla cultura mitteleuropea e che hanno sbagliato la città 😂😂) Sremski karlovci, Subotica e tantissime città della Vojvodina
Poi si faccia il giro a Belgrado ed infine se farà il giro di tutta la Serbia, potrà notare che la influenza della cultura ottomana si limita ai territori del sud ed anche lì è più evidente nella mentalità e nello stile di vita, che nelle architetture.
Saprà bene che nel 1804, i serbi stessi rasero al suolo la città di Belgrado abbattendo tutti gli edifici di cultura ottomana (in città oggi ce ne sono solo 3 edifici di cultura ottomana, la moschea, la casa della principessa ed una caffetteria storica) per aspirazione alla cultura mitteleuropea e chiamarono i grandi architetti di Vienna per ricostruire Belgrado con le maestose opere neoclassiche.
Dire che una cultura così importante come quella serba, sia un risultato di un furto dopo 5 secoli di sofferenze sotto ottomani è una cattiveria gratuita e cmq non vera.




Sono serbo naturalizzato italiano di seconda generazione dopo le guerre. Non mi interesso molto alle faccende croate ed ero troppo piccolo per veramente conoscerle quando vivevo a Belgrado . A dire la verità nemmeno mi interesso delle faccende serbe ma le seguo. Ecco, a proposito di Tesla, io sono italiano, ma il mio papà è austriaco adottato da una famiglia serba, e mia madre, serba da parte del nonno e croata da parte del papà. Io però mi definisco in primis italiano ed in secondo luogo belgradese e serbo.
Ecco io credo che Tesla si sentiva in primis americano e poi sapesse di essere serbo nato in Croazia. Io sono certo che lui avesse voluto che non ci fosse stata una discussione se Serbo o croato, perché credo che per lui, come lo è anche per me, Serbia e Croazia sono la stessa cosa.
Io ho la mia nonna a Zagabria e le voglio un gran bene. Possono cambiare mille volte nome e dichiarare mille una volta indipendenza, ma io non mi sentirò mai all'estero in Croazia.
Io credo che Tesla si sentiva uguale.




La Croazia, i suoi problemi e la quotidianità, suscitano un interesse pari a zero nei media serbi.
Anzi, se succede un qualcosa di davvero importante viene forse trasmesso dopo il Meteo del TG, in un frase telegrafica.
Invece i media croati, credo a causa di una malattia psicopatologica post traumatica di massa, danno moltissimo spazio e importanza alle notizie proveniente dalla Serbia, ingigantendole oltre misura e nello stesso tempo negando questo interesse.
Ed ecco che una ca..ta scritta su un sito senza alcuna influenza importante in Serbia invece prende importanza in Croazia.
Ma è un problema croato, perché sia questo, che ingigantimento di notizie dalla Serbia, sia la successiva discussione accesa e drammatica in Croazia, viene completamente ignorato in Serbia 😂😂😂
Cioè spesso in Croazia si trovano un problema, lo discutono per settimane e lo concludono pure, e tutto questo in Serbia non viene nemmeno notato.
Io credo che questo provochi ulteriore frustrazione.
Spesso è anche divertente. Io lo so perché sono curioso a seguire a entrambi i media e a volte rido quanto sono capaci a discutere a Zagabria un fatto che invece a Belgrado viene riportato su un giornaletto ininfluente di un paesello piccolo e quindi completamente ignorato dalla larga popolazione.
Rapporto serbo/croato è un rapporto secolare e complesso. Se vuoi conoscere la verità, devi con altrettanta curiosità conoscere anche l'altra società, cioè quella serba.
Sennò sei manipolato dalla società croata, con tutte le loro paure e frustrazioni e quindi non oggettivo.






Nessun interesse significa nessuna invidia.
Ma poi per cosa??
PIL serbo /croato è pressoché uguale identico, sia come la crescita che come struttura.. Basta andare su google e confrontarli.
La Serbia ha un economia migliore di molti paesi EU mentre Belgrado è certamente una metropoli europea che non si può dire della piccola Zagabria.
Anzi vai a curiosare sul progetto Beograd na Vodi e confrontalo con Zagreb na Vodi 😂😂 che guarda caso nasce un'anno dopo.
Zagabria già nella Jugoslavia ha saputo solo copiare da Belgrado
.
Politicamente non credo Belgrado farà mai parte della Nato, perché ha una sua posizione nel merito e vedremo su UE.
Ma non è certamente questo il parametro per misurare un successo. Certamente Croazia in UE non è la Germania in UE e quindi forse meglio starne fuori.
Ti sbagli inoltre completamente per la vicinanza con la Russia. La Serbia ha un rapporto di fratellanza ortodossa con la Grecia e non con la Russia e ti garantisco che la Russia non è vista granché bene in Serbia





Significa che la tua conoscenza di questi due rapporti è ai bassi livelli, perché non conosci appunto la Serbia e ti sono trasmesse le paure e ansie di probabilmente una piccola parte dei croati.
Per quanto riguarda le dominazioni nella storia europea non è certo una novità questa e conosciamo sicuramente paesi europei molto più importanti della Serbia che hanno commesso maggiori genocidi ed atrocità cercando di dominare Europa (leggasi Germania) quindi anche qui non è molto argomentata la tua posizione.
Anzi, è da questo che si legge invidia e paura al contrario. Sono sempre più convinto che hai scarsa conoscenza sulla Serbia e che sei stato manipolati dai croati nazionalisti (che per fortuna non sono molti)





Io però ti dico che ti sbagli completamente.
La mia famiglia è una famiglia di imprenditori di Belgrado. La mia nonna è di Zagabria. Conosco benissimo entrambe le realtà perché le ho vissute fino ai miei 20 anni.
Seppur società molto simili tra di loro, la società belgradese è più fine, più borghese, più urbana, più istruita e più ricca ed infine nessuna invidia. Anzi società belgradese si sente in competizione con quella di Novi Sad e Zagabria davvero non suscita alcun interesse.
Questa è la realtà.




Certamente ci sono stato parecchie volte a Dubrovnik e conosco il valore della città ed il suo contributo al patrimonio storico, artistico ed architettonico dell'umanità.
Infatti non ho mai creduto in noi e loro.
Sono ateo, liberal democratico, laico, pacifico e amante di architettura e arte....io come la stragrande maggioranza dei belgradesi.
Purtroppo o per fortuna quelli come me non si fanno notare, quelli come me hanno votato contro Milošević e quelli come me non urlano in piazza contro nessuno, ma creano ricchezza, posti di lavoro e vivono una vita sana 🙂.
Per quanto riguarda questioni di guerra menzionate non ero testimone, non credo ci sia una storia bianco nera nei fatti, credo che anche i croati avranno fatto le loro belle porcherie e non intendo sentirmi colpevole per i fatti successi indipendentemente dalla mia conoscenza, coscienza e volontà. Io come tanti altri belgradesi.




Io all'epoca ero teenager e non mi i interessava molto la guerra, ma notavo la mia bellissima città di Belgrado inondata di profughi della pulizia etnica croata che scappavano da Vukovar stessa. Lunghissime file di macchine civili, trattori e camion con a bordo le proprietà private che hanno potuto salvare. Da piccolo non capendo la tragedia che hanno vissuto, prendevamo in giro i nuovi compagni nella mia classe aggiungendo la loro sofferenza. La nostra era un ingenuità dei teenager ma la vera ragione che si trovava a Belgrado era la cattiveria della Croazia ed i suoi seguaci filonazisti.
Parlo solo di esperienza diretta.



Ti ricordo che la Serbia oggi è il paese europeo con più immigrati profughi specie dalla Croazia e che molte di storie loro parlano di atrocità disumane e cattiverie gratuite commesse dagli ustascia croati, che tra l'altro hanno una lunghissima storia di filonazismo.
Moltissimi sono ovviamente anche processati per crimini di guerra
La mi stessa nonna (croata) ha vissuto un dramma nel suo paesino dove è nata negli anni '40, quando gli ustascia sono entrati hanno ucciso mezzo paese con tecniche disumane e ha visto la sua vicina ammazzata con la gola tagliata con in braccio il bimbo al quale hanno tolto gli occhi con il coltello e tagliato la gola. Finché era viva non smetteva di raccontarlo.
Per non aggiungere le atrocità di Jasenovac ed altri campi di concentramento.
Quindi caro non mi parlare del male, che qui ti caschi veramente male con la Croazia.




Osijek, la più grande città della fertile Slavonija, in Croazia, regione una volta grande produttrice agricola di carne, latte, vino, mais, zucchero è il luogo in cui ormai guadagnano solo le ditte di autotrasporto. Ora ha la più triste stazione di autocorriere. Ogni giorno partono quattro autobus pieni per la Germania e tutti e quattro tornano vuoti. Per vostra informazione, la Croazia produce il 40% del cibo che produceva negli anni 80, prima della guerra nella ex Jugoslavia e, in questa regione a vocazione agricola, i giovani senza lavoro devono tutti andarsene.

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