Sua Santità Papa Francesco,
Mi chiamo Faina Savenkova e vivo nel Donbass, nella città di Lugansk, dove da 8 anni c’è la guerra. La mia storia è conosciuta da molti nel mondo. Nel 2014 quando è iniziata questa guerra, avevo 5 anni e allora conobbi che cosa erano gli spari dell’artiglieria ucraina: mia nonna si trovava accanto all’edificio dell’amministrazione il 2 maggio 2014 quando l’aereo delle Forze Armate ucraine bombardò il quartiere civile nel centro di Lugansk.
Dal 2019 lotto per la pace. Mi sono rivolta all’ONU, al presidente francese Macron, al primo ministro italiano e al presidente Zelenskij per esortarli a fermare la guerra, ma invece di ciò, i colpi dell’artiglieria su Donezk e Lugansk continuano. I nazionalisti sempre più si sono impossessati del potere in Ucraina. Il reggimento “Azov”, “Ajdar” e molti altri, hanno sterminato gli abitanti civili e tutti coloro che non erano d’accordo con le azioni del potere ucraino. Penso che Le sia noto che queste formazioni sono vietate in diversi paesi.
Mi sembra che Dio non stia dalla parte di coloro che professano l’annientamento e la superiorità di alcuni sugli altri. Durante tutti questi anni ho pregato Dio perché aiutasse a fermare questa guerra e a far rinsavire molti politici, sia in Occidente che in Ucraina. Perché io credo in Dio, come Lei. Solo Lui mi ha aiutato a sopravvivere sotto i bombardamenti.
Ho letto che a Lei si sono rivolti i militanti dell’esercito ucraino e i fascisti del reggimento Azov, trascinati in trappola dall’esercito russo e della Repubblica di Donezk. Le chiedo di pregare per loro, per fare in modo che si arrendano e rispondano davanti al tribunale per i delitti che hanno commesso, poiché le loro mani sono sporche del sangue di una moltitudine di civili. Certo il modo più semplice è incolpare di tutto la Russia, ma la Russia ha aspettato e ha difeso il Donbass 8 anni. Per tutto questo tempo la Russia e noi abbiamo ascoltato le promesse dell’Ucraina, abbiamo subito i bombardamenti e assistito alle morti dei nostri connazionali.
Adesso le cose sono cambiate. La Russia difende il Donbass e l’Ucraina, annientando coloro che per tutto questo tempo hanno vessato tutti noi.
Sua Santità, da quanto ho letto, benché le mie conoscenze siano per ora limitate, il Vaticano è sempre stato contro il fascismo. Adesso a Mariupol’ nella fabbrica sono rinchiusi coloro che odiano non solo i russi ma anche i rappresentanti di altre religioni e di altre nazionalità. Essi non solo glorificano Hitler, ma continuano le sue idee. Aiuti queste persone a prendere la decisione giusta: arrendersi e accettare la giusta punizione per ciò che hanno fatto.
Con rispetto,
Faina Savenkova
(scrittrice, drammaturga, inserita dai nazionalisti nel sito Mirotvorez, 13 anni)
INTEGRALISMO DEMOCRATICO. AFGHANISTAN E UCRAINA
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Dopo l’Afghanistan l’Ucraina smaschera il disegno di integralismo democratico degli USA. Un disegno in cui domina l’improvvisazione, ma manca l’ossigeno del ragionamento deduttivo e la conoscenza del terreno storico ed etnico su cui si va ad operare per raggiungere lo scopo. Infatti, prima che di “umanitaria” esportazione di democrazia, la questione è sempre stata di prestigio neocoloniale da realizzare attraverso la lotta anti-sovietica, anti-russa, anti-cinese e/o contro un “dittatore” da eliminare.
Teorizzata e praticata attivamente fin dagli anni Ottanta, tale strategia è stata condotta a perfezionamento dopo il crollo dell’URSS con l’indiscriminato finanziamento di quei gruppi che avevano combattuto il colonialismo britannico.
E’ così che ogni forma di terrorismo - nelle varie declinazioni jhaediste o naziste - è stata fomentata dalla politica USA e finanziata dalla CIA. E, al momento non previsto, si è puntualmente rivolta contro gli interessi di chi l’aveva lanciata. Spesso purtroppo sono stati altri attori minori a scontare il prezzo dell’alleanza con gli USA e il foraggiamento di tanta spazzatura integralista.
Colpisce il metodo operativo in 20 anni di guerra afghana e negli anni precedenti. Gruppi militanti - spesso tra loro in contrasto politico, giuridico e teologico - sono stati finanziati purché combattessero sovietici e russi. Gli USA sono andati in Afghanistan con una conoscenza approssimativa del territorio in cui si muovevano bande armate sostenute dalle popolazioni locali secondo criteri che sfuggono la logica dell’interesse economico e in cui le basi dei terroristi sono estremamente mobili. I quadri militari NATO (e lo hanno anche ammesso e documentato) poco sapevano di tradizioni dell’etnia maggioritaria o di quelle minoritarie, veramente neppure sapevano che i Talebani sono Pashtun e hanno codici d’onore e religiosi. Si è trascurato il fatto che i Talebani di scuola Deobandi e di scuola Barelvi (più radicata in Pakistan) dalle origini hanno combattuto il Raj Britannico per le contaminazioni indù imposte dai britannici e che solo dietro compenso tali formazioni hanno disturbato i sovietici.
Candidamente un generale USA ha affermato di essersi stupito del fatto che la popolazione locale accettava di buon grado assistenza, lavori pubblici e sostegno da parte degli “invasori” sovietici, anzi fraternizzava con essi.
Gli alti quadri USA in realtà non avevano un obiettivo strategico, o almeno lo avevano soddisfatto quasi subito, entro i primi due anni di guerra… poi è stato un inutile darsi da fare per la famosa democrazia importata insieme alla civiltà.
Gli esiti si sono visti e l’Afghanistan si è ritrovato in casa il terrorismo dello Stato Islamico Khorasan, finanziato dagli “amici” Sauditi per combattere i Talebani che prima erano stati finanziati dalla CIA per combattere i Sovietici…
Adesso in Ucraina la macchina da guerra USA – UE, costretta a non muoversi per non provocare il disastro planetario, è ridotta a macchina del fango, a propaganda, demonizzazione del nemico, false informazioni, valutazioni strategiche nulle, chiamata a raccolta dell’esercito del bene, sanzioni.
Per i grandi capi yankee non fa differenza che si tratti del Mullah Baradar, di Assad o di Putin perché l’obiettivo è piegare alla democrazia e ai valori occidentali tutti i “macellai” e “dittatori sanguinari” e così in una catena di Sant’Antonio si inviano armi e si paga chiunque prometta di annichilire il nemico.
E ancora una volta, a proposito di etnie e nazionalità della Grande Rus’, nessuno si applica a comprenderne le varietà, le origini, le spontanee divisioni, le alleanze storiche e i contrasti con i popoli confinanti.
Grande ignoranza anche sulle Chiese ortodosse riconosciute presenti in Ucraina di cui l’ultima (la terza) nata appena nel 2018 come Chiesa ortodossa autoproclamata ucraina dall’autoproclamato Patriarca Filarete.
Il panorama di quanto avviene ed è avvenuto in Ucraina che l’Occidente atlantista vuole ignorare è a dir poco agghiacciante… Salvo che, questa volta, è stato il dittatore sanguinario a dare scacco matto… Tuttavia alla CIA e alla Nato non hanno ancora capito che non porta bene a nessuno provocare rivoluzioni, ignorare gli impegni presi sui confini, finanziare indiscriminatamente jahedisti e nazisti, e soprattutto mentire e negare la libera determinazione dei popoli.
Anzi tutto ciò allontana da qualsiasi obiettivo di pace e, appunto, di vera democrazia.
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(Maria MORIGI, sinologa, esperta di questioni mediorientali e internazionali)
Cosa avrebbe detto di stravagante Lavrov?
1) essere sua opinione che Hitler possa avere ascendenze ebraiche. Questa esternazione fa scapocciare i contrapposti razzisti: inaccettabile per chi Hitler era un puro ariano, inaccettabile per gli ebrei che uno di loro possa essere il mostro certificato dalla storiografia ortodossa. Senonché questa cosa Lavrov non se l’è sognata di notte. È un’ipotesi avanzata da alcuni storici e di cui SOAVEMENTE E TRAQUILLAMENTE prende atto anche la stampa ebraica. Tant’è che l’8 agosto 2019 il «The Jerusalem post» pubblica sul tema uno studio/recensione titolando «Lo studio suggerisce che il nonno paterno di Adolf Hitler era ebreo».
Nove anni prima, l’odierno indignato “Corriere della serva” pubblica un articolo dal titolo: «Le origini ebraiche di Adolf Hitler» (26 agosto 2010) dove si può leggere: « (…) Adolf Hitler aveva probabili origini ebraiche. A suffragare le dicerie con prove “scientifiche” sono due ricercatori belgi, il giornalista Jen-Paul Mulders e lo storico Marc Vermeeren, i quali hanno analizzato il dna di 39 persone legate da parentela a Hitler, scoprendo la presenza dell’Aplogruppo Eib1b1. Un cromosoma, questo, raro tra gli occidentali ma frequente nei gruppi ebraici askenaziti, cioè dell’Europa del’Est, e dei serfarditi, cioè della Spagna e del Nordafrica, nonché tra i berberi del Marocco, Algeria e Tunisia».
Di articoli e di libri se ne possono citare a decine. Come esempi bastino questi due. E stando a questi due, dove starebbe la stravaganza di Lavrov? Nel fatto che crede ad un’ipotesi storica minoritaria e non apprezzata?
2) Lavrov: “Secondo alcuni ebrei gli ebrei sono tra i maggiori antisemiti” (cito a memoria, ma più o meno il senso della sua affermazione è questo). Qui con ogni probabilità c’è un richiamo a quegli ordini (sette) ebraiche antisioniste che giudicano l’esistenza di Israele un aberrazione e un sacrilegio, poiché Israele avrebbe ragione di esistere solo dopo la venuta del Messia. Ma glissiamo altrimenti la faccio troppo lunga.
Nel linguaggio occidentale “antisemitismo” (termine coniato nel 1787 dal teologo tedesco protestante Johann Gottfried Eichhorn) oggi è assunto come “Avversione nei confronti dell’ebraismo”, cioè degli ebrei razzialmente intesi. In pratica un’appropriazione indebita dal punto di vista semantico e se vogliamo etimologico. Perché non solo il popolo ebraico non si compone esclusivamente di “semiti”, tutt’altro, ma perché Semiti sono tutti i popoli che parlano, o hanno parlato, lingue collegate al ceppo linguistico semitico (Arabi, Ebrei e Cananeo-Fenici). E di certo ci sono più semiti tra i palestinesi che non tra gli israeliani, tanto per dirne una. E allora, quelli che praticano l’avversione nei confronti dei palestinesi, degli arabi cosa non sono per precisione terminologica se non “antisemiti”?
In Occidente si accetta che “antisemitismo” sia sovrapponibile a “antiebraismo”, anzi, che l’antisemitismo sia solo ed esclusivamente la discriminazione dell’ebreo. Per quale ragione al mondo un russo, e nella fattispecie Lavrov dovrebbe accettare il linguaggio politicamente corretto dell’occidente e privarsi ri-lanciare un’ulteriore frecciatina agli israeliani (e penso di sapere il perché, ma glissiamo) facendo intendere quello che per lui è comunque “antisemitismo ebraico”? Quest’ultima mia domanda si ricollega al fatto che la settimana passata Lavrov aveva già lanciato una sua frecciatina a Israele là dove sostenne che gli israeliani, per capire a fondo il problema Ucraina, dovevano richiamarsi al loro intendimento relativamente alla Palestina.
Ecco, se si conviene che Lavrov non è uno stupido, ma una persona colta e senza dover stare con lui o contro di lui, semplicemente riconoscendo un dato di fatto oggettivo, si capisce bene cosa oggi sta accadendo e possibilmente avere un po’ di compassione per i telecretini mondiali che istericamente ululano alla luna dell’idiota.
Maurizio Murelli