lunedì 25 aprile 2022

Ecco perché i pacifisti per la NATO hanno capito niente




 Massimo Mazzucco, la verità sull'Ucraina

L'opinione di Franco Fracassi

Crozza: "Guardate cosa diceva Biden della Russia nel '97..."

Giorgio Bianchi: andata e ritorno dal Donbass

Smaschera la fake news delle "fosse comuni" a Mariupol.

Lobbysta della NATO vuole che la Serbia doni armi all’Ucraina e sanzioni la Russia

La NATO cerca di punire la politica sulla guerra in Ucraina di Belgrado armando il Kosovo

Rivedi l'evento al Teatro Ghione "Pace proibita"

OSCE. APRIL 2016


Attenzione a chi dice che questo video non è vero perchè il fascismo è iniziato così . Vogliono cambiare la storia e cercano di cambiare anche Wikipedia 




Sono curiosa .
A voi che avete messo la bandierina Ucraina nei vostri profili....
A voi voglio scrivere....
Quando il prossimo anno i vostri figli a scuola saranno al freddo perché il riscaldamento sarà razionato.... cosa direte?
Quando le aziende nelle quali lavorate chiuderanno perché non potranno assorbire i costi dell'energia.. cosa farete?
Quando la bolletta del gas sarà così insostenibile da poter essere pagata?
Pensateci adesso invece di fare proclami contro i presunti orchi russi.....perché saranno solo cazzi vostri quando i vostri figli si congeleranno a scuola e voi vi troverete senza lavoro per solidarietà verso uno stato nazista. .....
Riflettere please....



Da Nicoletta Bigatti
INSEGNAMENTI
In 50 giorni di guerra abbiamo capito che:
-l'Italia ripudia la guerra fino a quando non lo dicono gli USA;
-che se fai il saluto fascista sulla tomba di Mussolini sei perseguibile per legge, se inneggi al nazismo con il sole nero, la runa del lupo e la svastica, contornati però dai colori della bandiera Ucraina, allora sei pacifista;
-gli oligarchi russi sono cattivi, gli oligarchi ucraini sono buoni;
-i nazisti sono sempre stati cattivissimi, tranne quelli ucraini che inneggiano ad Hitler ma non sono nazisti (cit. Mentana);
-che tutte le arti russe, musica, poesia, letteratura, cinema, sono merda purissima e quel poco che c'è di buono è sicuramente di origine ucraina e i russi se ne sono appropriati;
-i referendum che fanno in Kosovo sono validi, quelli fatti nel Donbass no (per ulteriori informazioni chiedere a Cuperlo);
-che i russi uccidono i giornalisti scomodi, gli stati democratici no, in effetti Mino Pecorelli, Mauro Rostagno e molti altri si sono suicidati;
-che in Russia i giornalisti non hanno libertà di parola, mentre nel mondo democratico Julian Assange è libero di raccontarvi i segreti delle amministrazioni democratiche dei paesi democratici;
-che le invasioni russe di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, e poi Afghanistan, Cecenia e Georgia sono state fatte perché i russi son cattivi e comunisti (almeno a quei tempi), se invece sei democratico e sponsorizzi colpi di stato in Cile, Argentina, Nicaragua, El Salvador, Guatemala, Venezuela, Bolivia, Panama, Uruguay, Brasile, Cuba, Repubblica Dominicana, Grenada, Ucraina sei bravo. Sempre se sei democratico e radi al suolo, Korea, Vietnam, Iran, Iraq, Libia, Syria, Serbia, Afghanistan va bene. A volte sei talmente democratico da sganciare 2 bombe atomiche su un paese ormai in ginocchio, ma hai un tale livello di democrazia che le bombe non le sganci su obiettivi militari ma su 2 città abitate da poveri cristi (350.000 morti in 24h, oltre il milione per le conseguenze) ;
-i calciatori russi sono cattivi e non possono andare ai mondiali di calcio. I calciatori dell'Arabia Saudita sono bravissimi, non sono molto democratici, ma sono amici dei più democratici del mondo, e quindi anche se l'Arabia Saudita uccide in 7 anni 400.000 yemeniti, un eccezione si può sempre fare e gli amici sono amici;
-se poi sei il più furbo di tutti e vuoi boicottare i russi cattivi, non compri più il gas russo, ma lo compri dagli amici della Russia, la cui rete è gestita da una compagnia russa, ma lo paghi il 30% in più perché sei democratico ma anche un po' furbo;
-fino a 50 giorni fa le ucraine erano tutte "badanti, cameriere e amanti" (cit Annunziata/Di Bella).













Dopo le lettere per chiedere aiuto al Papa scritte dai nazisti ucraini, anche la nostra piccola scrittrice di Lugansk, Faina Savenkova, ha indirizzato una lettera al Papa, di cui allego qui di seguito la mia traduzione.
Sua Santità Papa Francesco,
Mi chiamo Faina Savenkova e vivo nel Donbass, nella città di Lugansk, dove da 8 anni c’è la guerra. La mia storia è conosciuta da molti nel mondo. Nel 2014 quando è iniziata questa guerra, avevo 5 anni e allora conobbi che cosa erano gli spari dell’artiglieria ucraina: mia nonna si trovava accanto all’edificio dell’amministrazione il 2 maggio 2014 quando l’aereo delle Forze Armate ucraine bombardò il quartiere civile nel centro di Lugansk.
Dal 2019 lotto per la pace. Mi sono rivolta all’ONU, al presidente francese Macron, al primo ministro italiano e al presidente Zelenskij per esortarli a fermare la guerra, ma invece di ciò, i colpi dell’artiglieria su Donezk e Lugansk continuano. I nazionalisti sempre più si sono impossessati del potere in Ucraina. Il reggimento “Azov”, “Ajdar” e molti altri, hanno sterminato gli abitanti civili e tutti coloro che non erano d’accordo con le azioni del potere ucraino. Penso che Le sia noto che queste formazioni sono vietate in diversi paesi.
Mi sembra che Dio non stia dalla parte di coloro che professano l’annientamento e la superiorità di alcuni sugli altri. Durante tutti questi anni ho pregato Dio perché aiutasse a fermare questa guerra e a far rinsavire molti politici, sia in Occidente che in Ucraina. Perché io credo in Dio, come Lei. Solo Lui mi ha aiutato a sopravvivere sotto i bombardamenti.
Ho letto che a Lei si sono rivolti i militanti dell’esercito ucraino e i fascisti del reggimento Azov, trascinati in trappola dall’esercito russo e della Repubblica di Donezk. Le chiedo di pregare per loro, per fare in modo che si arrendano e rispondano davanti al tribunale per i delitti che hanno commesso, poiché le loro mani sono sporche del sangue di una moltitudine di civili. Certo il modo più semplice è incolpare di tutto la Russia, ma la Russia ha aspettato e ha difeso il Donbass 8 anni. Per tutto questo tempo la Russia e noi abbiamo ascoltato le promesse dell’Ucraina, abbiamo subito i bombardamenti e assistito alle morti dei nostri connazionali.
Adesso le cose sono cambiate. La Russia difende il Donbass e l’Ucraina, annientando coloro che per tutto questo tempo hanno vessato tutti noi.
Sua Santità, da quanto ho letto, benché le mie conoscenze siano per ora limitate, il Vaticano è sempre stato contro il fascismo. Adesso a Mariupol’ nella fabbrica sono rinchiusi coloro che odiano non solo i russi ma anche i rappresentanti di altre religioni e di altre nazionalità. Essi non solo glorificano Hitler, ma continuano le sue idee. Aiuti queste persone a prendere la decisione giusta: arrendersi e accettare la giusta punizione per ciò che hanno fatto.
Con rispetto,
Faina Savenkova
(scrittrice, drammaturga, inserita dai nazionalisti nel sito Mirotvorez, 13 anni)





INTEGRALISMO DEMOCRATICO. AFGHANISTAN E UCRAINA
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Dopo l’Afghanistan l’Ucraina smaschera il disegno di integralismo democratico degli USA. Un disegno in cui domina l’improvvisazione, ma manca l’ossigeno del ragionamento deduttivo e la conoscenza del terreno storico ed etnico su cui si va ad operare per raggiungere lo scopo. Infatti, prima che di “umanitaria” esportazione di democrazia, la questione è sempre stata di prestigio neocoloniale da realizzare attraverso la lotta anti-sovietica, anti-russa, anti-cinese e/o contro un “dittatore” da eliminare.
Teorizzata e praticata attivamente fin dagli anni Ottanta, tale strategia è stata condotta a perfezionamento dopo il crollo dell’URSS con l’indiscriminato finanziamento di quei gruppi che avevano combattuto il colonialismo britannico.
E’ così che ogni forma di terrorismo - nelle varie declinazioni jhaediste o naziste - è stata fomentata dalla politica USA e finanziata dalla CIA. E, al momento non previsto, si è puntualmente rivolta contro gli interessi di chi l’aveva lanciata. Spesso purtroppo sono stati altri attori minori a scontare il prezzo dell’alleanza con gli USA e il foraggiamento di tanta spazzatura integralista.
Colpisce il metodo operativo in 20 anni di guerra afghana e negli anni precedenti. Gruppi militanti - spesso tra loro in contrasto politico, giuridico e teologico - sono stati finanziati purché combattessero sovietici e russi. Gli USA sono andati in Afghanistan con una conoscenza approssimativa del territorio in cui si muovevano bande armate sostenute dalle popolazioni locali secondo criteri che sfuggono la logica dell’interesse economico e in cui le basi dei terroristi sono estremamente mobili. I quadri militari NATO (e lo hanno anche ammesso e documentato) poco sapevano di tradizioni dell’etnia maggioritaria o di quelle minoritarie, veramente neppure sapevano che i Talebani sono Pashtun e hanno codici d’onore e religiosi. Si è trascurato il fatto che i Talebani di scuola Deobandi e di scuola Barelvi (più radicata in Pakistan) dalle origini hanno combattuto il Raj Britannico per le contaminazioni indù imposte dai britannici e che solo dietro compenso tali formazioni hanno disturbato i sovietici.
Candidamente un generale USA ha affermato di essersi stupito del fatto che la popolazione locale accettava di buon grado assistenza, lavori pubblici e sostegno da parte degli “invasori” sovietici, anzi fraternizzava con essi.
Gli alti quadri USA in realtà non avevano un obiettivo strategico, o almeno lo avevano soddisfatto quasi subito, entro i primi due anni di guerra… poi è stato un inutile darsi da fare per la famosa democrazia importata insieme alla civiltà.
Gli esiti si sono visti e l’Afghanistan si è ritrovato in casa il terrorismo dello Stato Islamico Khorasan, finanziato dagli “amici” Sauditi per combattere i Talebani che prima erano stati finanziati dalla CIA per combattere i Sovietici…
Adesso in Ucraina la macchina da guerra USA – UE, costretta a non muoversi per non provocare il disastro planetario, è ridotta a macchina del fango, a propaganda, demonizzazione del nemico, false informazioni, valutazioni strategiche nulle, chiamata a raccolta dell’esercito del bene, sanzioni.
Per i grandi capi yankee non fa differenza che si tratti del Mullah Baradar, di Assad o di Putin perché l’obiettivo è piegare alla democrazia e ai valori occidentali tutti i “macellai” e “dittatori sanguinari” e così in una catena di Sant’Antonio si inviano armi e si paga chiunque prometta di annichilire il nemico.
E ancora una volta, a proposito di etnie e nazionalità della Grande Rus’, nessuno si applica a comprenderne le varietà, le origini, le spontanee divisioni, le alleanze storiche e i contrasti con i popoli confinanti.
Grande ignoranza anche sulle Chiese ortodosse riconosciute presenti in Ucraina di cui l’ultima (la terza) nata appena nel 2018 come Chiesa ortodossa autoproclamata ucraina dall’autoproclamato Patriarca Filarete.
Il panorama di quanto avviene ed è avvenuto in Ucraina che l’Occidente atlantista vuole ignorare è a dir poco agghiacciante… Salvo che, questa volta, è stato il dittatore sanguinario a dare scacco matto… Tuttavia alla CIA e alla Nato non hanno ancora capito che non porta bene a nessuno provocare rivoluzioni, ignorare gli impegni presi sui confini, finanziare indiscriminatamente jahedisti e nazisti, e soprattutto mentire e negare la libera determinazione dei popoli.
Anzi tutto ciò allontana da qualsiasi obiettivo di pace e, appunto, di vera democrazia.
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(Maria MORIGI, sinologa, esperta di questioni mediorientali e internazionali)




Cosa avrebbe detto di stravagante Lavrov?
1) essere sua opinione che Hitler possa avere ascendenze ebraiche. Questa esternazione fa scapocciare i contrapposti razzisti: inaccettabile per chi Hitler era un puro ariano, inaccettabile per gli ebrei che uno di loro possa essere il mostro certificato dalla storiografia ortodossa. Senonché questa cosa Lavrov non se l’è sognata di notte. È un’ipotesi avanzata da alcuni storici e di cui SOAVEMENTE E TRAQUILLAMENTE prende atto anche la stampa ebraica. Tant’è che l’8 agosto 2019 il «The Jerusalem post» pubblica sul tema uno studio/recensione titolando «Lo studio suggerisce che il nonno paterno di Adolf Hitler era ebreo».
Nove anni prima, l’odierno indignato “Corriere della serva” pubblica un articolo dal titolo: «Le origini ebraiche di Adolf Hitler» (26 agosto 2010) dove si può leggere: « (…) Adolf Hitler aveva probabili origini ebraiche. A suffragare le dicerie con prove “scientifiche” sono due ricercatori belgi, il giornalista Jen-Paul Mulders e lo storico Marc Vermeeren, i quali hanno analizzato il dna di 39 persone legate da parentela a Hitler, scoprendo la presenza dell’Aplogruppo Eib1b1. Un cromosoma, questo, raro tra gli occidentali ma frequente nei gruppi ebraici askenaziti, cioè dell’Europa del’Est, e dei serfarditi, cioè della Spagna e del Nordafrica, nonché tra i berberi del Marocco, Algeria e Tunisia».
Di articoli e di libri se ne possono citare a decine. Come esempi bastino questi due. E stando a questi due, dove starebbe la stravaganza di Lavrov? Nel fatto che crede ad un’ipotesi storica minoritaria e non apprezzata?
2) Lavrov: “Secondo alcuni ebrei gli ebrei sono tra i maggiori antisemiti” (cito a memoria, ma più o meno il senso della sua affermazione è questo). Qui con ogni probabilità c’è un richiamo a quegli ordini (sette) ebraiche antisioniste che giudicano l’esistenza di Israele un aberrazione e un sacrilegio, poiché Israele avrebbe ragione di esistere solo dopo la venuta del Messia. Ma glissiamo altrimenti la faccio troppo lunga.
Nel linguaggio occidentale “antisemitismo” (termine coniato nel 1787 dal teologo tedesco protestante Johann Gottfried Eichhorn) oggi è assunto come “Avversione nei confronti dell’ebraismo”, cioè degli ebrei razzialmente intesi. In pratica un’appropriazione indebita dal punto di vista semantico e se vogliamo etimologico. Perché non solo il popolo ebraico non si compone esclusivamente di “semiti”, tutt’altro, ma perché Semiti sono tutti i popoli che parlano, o hanno parlato, lingue collegate al ceppo linguistico semitico (Arabi, Ebrei e Cananeo-Fenici). E di certo ci sono più semiti tra i palestinesi che non tra gli israeliani, tanto per dirne una. E allora, quelli che praticano l’avversione nei confronti dei palestinesi, degli arabi cosa non sono per precisione terminologica se non “antisemiti”?
In Occidente si accetta che “antisemitismo” sia sovrapponibile a “antiebraismo”, anzi, che l’antisemitismo sia solo ed esclusivamente la discriminazione dell’ebreo. Per quale ragione al mondo un russo, e nella fattispecie Lavrov dovrebbe accettare il linguaggio politicamente corretto dell’occidente e privarsi ri-lanciare un’ulteriore frecciatina agli israeliani (e penso di sapere il perché, ma glissiamo) facendo intendere quello che per lui è comunque “antisemitismo ebraico”? Quest’ultima mia domanda si ricollega al fatto che la settimana passata Lavrov aveva già lanciato una sua frecciatina a Israele là dove sostenne che gli israeliani, per capire a fondo il problema Ucraina, dovevano richiamarsi al loro intendimento relativamente alla Palestina.
Ecco, se si conviene che Lavrov non è uno stupido, ma una persona colta e senza dover stare con lui o contro di lui, semplicemente riconoscendo un dato di fatto oggettivo, si capisce bene cosa oggi sta accadendo e possibilmente avere un po’ di compassione per i telecretini mondiali che istericamente ululano alla luna dell’idiota.
Maurizio Murelli







sabato 23 aprile 2022

LETTERA DI PROTESTA ALL'AMBASCIATORE ITALIANO IN CROAZIA

 Perdonate la traduzione ..

L’ambasciatore italiano in Croazia, in visita al campo di sterminio di Jasenovac ,dove furono sterminati decine di migliaia di serbi , ebrei , rom e antifascisti dagli Ustascia croati ha espresso solidarietà , pensate a chi? Ai croati!!! Questo rappresenta l’Italia? Se va in visita ad Auschwitz esprime solidarietà ai tedeschi?




#Notizie dal Museo delle vittime di genocidio

Il direttore del Museo delle vittime del genocidio Dejan Ristic ha inviato oggi una lettera di protesta all'Ambasciatore della Repubblica d'Italia nella Repubblica di Croazia, in relazione al contenuto inappropriato del post pubblicato il 22. Aprile 2022 anni sull'account Twitter ufficiale dell'Ambasciata della Repubblica d'Italia nella Repubblica di Croazia.
👇
Lettera di protesta Trasmettiamo Ristic in versione integrale:
AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA ITALIA
NELLA REPUBBLICA DI CROAZIA

Gentile......
per conto del Museo delle vittime del genocidio, le istituzioni culturali nazionali della Repubblica di Serbia che si occupano di ricerca scientifica e commemorazione delle sofferenze nel territorio della Jugoslavia occupata durante la seconda guerra mondiale, e soprattutto la cultura del ricordo delle vittime del pionieri del genocidio sui suoi membri del popolo serbo, ebreo e rom sul territorio dello Stato indipendente di Croazia nello stesso periodo, rivolgo una protesta decisiva e una condanna pubblica per l'annuncio inappropriato fatto il 22. Aprile 2022 anni sull'ordine ufficiale Twitter dell'Ambasciata della Repubblica d'Italia nella Repubblica di Croazia in cui nel contesto della commemorazione delle vittime di Jasenovac esprime solidarietà al popolo croato.
In questa occasione ricordo che i membri del popolo croato sono stati vittime dello stato repressivo, dell'equipaggiamento militare e di polizia NDH esclusivamente nella misura in cui la stessa NDH era percepita dallo stesso NDH dei loro avversari.
Allo stesso tempo, i membri del popolo serbo, ebreo e rom erano chiaramente segnati nella NDH come quelli che dovrebbero essere completamente distrutti fisicamente, identità e religiosamente.
Pertanto, non è chiaro a cosa si riferisca esattamente il segmento del popolo croato per esprimere la propria solidarietà nel contesto della cultura del ricordo delle vittime di Jasenovac.
Il nostro Mister Ambasciatore,
Il contenuto di quel post ha causato un grande sconvolgimento dei cittadini della Repubblica di Serbia, in particolare dei sopravvissuti, ossia dei discendenti delle vittime del genocidio commesso oltre centinaia di migliaia di serbi, oltre a decine di migliaia di ebrei e Rom nella regione di NDH.
È risaputo che il sistema di concentramento e campi di sterminio della NDH a Jasenovac, il cui sito è stato visitato nell'ambito della commemorazione di innocenti vittime serbi, ebrei, rom e altre vittime, secondo la bestialità dimostrata dagli Ustasha croati era il la perdita più mostruosa in tutta Europa durante la seconda guerra mondiale (1939-1945).
Pertanto, il contenuto del post, oltre a includere un insulto ai rari sopravvissuti al macello di Jasenovac e a centinaia di migliaia di loro discendenti in tutta l'area dell'ex Jugoslavia, rappresenta allo stesso tempo un grezzo e distorsione pubblica del genocidio commesso contro i serbi, che questo Museo rifiuta e condanna con forza.
Riferendomi a questa protesta e condanna, mi aspetto la reazione dell'Ambasciata che comporterebbe la rimozione di quell'annuncio, nonché le scuse pubbliche ai sopravvissuti del genocidio commesso contro serbi, ebrei e rom nel NDH, come ben detto Io come loro discendenti.
DIRETTORE
Dejan Ristic



sabato 16 aprile 2022

12 aprile 1999: data dell'attacco al treno a Grdelica

 



12 aprile 1999: data dell'attacco al treno a Grdelica quando due missili lanciati dall'aereo statunitense F-15E Strike Eagle colpirono un treno passeggeri mentre stava attraversando un ponte ferroviario sul fiume Južna Morava nella gola di Grdelica, a circa 300 chilometri a sud di Belgrado. Almeno 55 passeggeri civili sono stati uccisi o dichiarati dispersi. È considerato il disastro ferroviario più grave nella storia Serba ed è stato compiuto dalle forze Nato.

Il bombardamento è avvenuto intorno alle 11.40 ora locale. Una munizione a guida di precisione del missile AGM-130 rilasciata da un F-15E Strike Eagle statunitense ha colpito il centro del ponte nel momento esatto in cui il treno passeggeri n. 393, in rotta da Belgrado a Ristovac, stava attraversando il ponte. Il missile ha colpito il treno, causando gravi danni, ma non ha distrutto il ponte.
Secondo il generale Wesley Clark, che all'epoca era il Comandante Supremo Alleato in Europa, il treno aveva viaggiato troppo velocemente e la bomba era troppo vicina al bersaglio per essere deviata in tempo. Rendendosi conto che il treno era stato colpito ma credendo di poter ancora completare la missione colpendo la fine del ponte dove il treno era già passato, il pilota fece quindi un altro passaggio e lanciò un secondo missile. Anche questo ha colpito il treno. Clark descrisse il secondo colpo come un "incidente inquietante" in cui il treno aveva continuato a muoversi nell'area bersaglio, oscurata dalla polvere e dal fumo del primo colpo, affermando che il pilota presumibilmente aveva avuto meno di un secondo per reagire. Un video della telecamera posta sul missile è stato rilasciato dalla Nato per sostenere la sua versione degli eventi. Ma il quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau ha riferito che il video della Nato era stato mostrato a più di quattro volte la sua velocità reale, dando un'impressione fuorviante della velocità del treno.
Il governo Serbo e alcuni gruppi occidentali hanno definito l'attacco un "crimine". Altre organizzazioni per i diritti umani hanno criticato il modo in cui l'attacco era stato continuato dopo che il treno era stato colpito dal primo attacco. Amnesty International ha sostenuto che l'attacco avrebbe dovuto essere fermato quando il treno era stato colpito e che il secondo bombardamento aveva violato il principio di proporzionalità. In un rapporto del dopoguerra, Amnesty International ha dichiarato che l'incidente
"sembra aver violato l'articolo 57 del Protocollo I che impone che un attacco sia 'annullato o sospeso se diventa chiaro che l'obiettivo non è militare o che ci si può aspettare che l'attacco causi la perdita accidentale di vite civili che sarebbe eccessivo rispetto al vantaggio militare concreto e diretto previsto». "
Il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY) ha istituito un comitato nel maggio 1999 per determinare se durante la campagna della Nato fossero stati commessi reati contro il diritto internazionale. Nella sua relazione finale al procuratore del tribunale, Carla Del Ponte, la commissione ha ritenuto che l'attacco fosse stato proporzionato:
"È opinione del comitato che il ponte fosse un obiettivo militare legittimo. Il treno passeggeri non è stato deliberatamente preso di mira. La persona che controllava le bombe, pilota o WSO, prese di mira il ponte e, per un brevissimo periodo di tempo, non riuscì a riconoscere l'arrivo del treno mentre la prima bomba era in volo. Il treno era sul ponte quando il ponte è stato preso di mira una seconda volta e la lunghezza del ponte è stata stimata in 50 metri. È opinione del comitato che le informazioni relative all'attacco con la prima bomba non forniscano una base sufficiente per avviare un'indagine".






venerdì 15 aprile 2022

BOSNIACI IPOCRITI

 





La prima vittima della secessione della Bosnia dalla Jugoslavia è un serbo.


L'uccisione di un serbo a Sarajevo da il via alla guerra civile

Strage di kravica nel giorno del Natale

Kravica. Una strage impunita e obiliata

Sarajevo, vent’anni fa iniziava il massacro della città

Il meme bugiardo di “Sarajevo assediata”.

Rapporto della Commissione Greif su "Srebrenica"

False flag: strage di Markale

Srebrenica in Balkan crew

Le vittime di Caco. Sarajevo

La Bosnia in Riponderare i Balcani

Non è tutto chiaro a Potočari


GIORGIO BIANCHI




 Mi ha appena contattato Meltemi per comunicarmi che il mio ultimo libro, "Governare con il terrore", è andato esaurito ovunque in due giorni.

Pertanto è già partita una ristampa importante per soddisfare tutti gli ordini in sospeso e quelli futuri.
Più di due anni di sacrifici di nottate e di tempo sottratto alla famiglia, sono state ampiamente ripagate da un successo al di là di ogni più rosea aspettativa, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di un saggio in due volumi che supera le 800 pagine.
Gli ultimi capitoli, quelli sulla pandemia e sulla guerra, sono stati i più complicati, in quanto quasi tutte le previsioni si sono avverate e pertanto li ho dovuti riscrivere togliendo i condizionali e le forme dubitative.
Il resto analizza le premesse che hanno condotto a quelle conclusioni, che poi si sono rivelate in larga parte esatte.



domenica 10 aprile 2022

JORIT

Un ragazzo fantastico 





JORIT: I BAMBINI DEL DONBASS NON HANNO LA STESSA DIGNITÀ DEGLI ALTRI BAMBINI?
Servizio di "Piazzapulita" sull'artista Jorit in relazione al suo ultimo murale di Dostoevskij a Napoli. "Il mio sistema sociale di riferimento è un sistema in cui tutti hanno la possibilità di avere gli stessi punti di partenza. Tutti hanno scuola pubblica, sanità pubblica, è un sistema politico completamente diverso da quello della Russia di Putin. Che simpatia potrei avere io per Putin? Ma il punto non è questo, il punto è che l'Occidente, in maniera arrogante, vuole dire di avere una superiorità morale per cui gli è concesso di dire che Putin deve andarsene. Ditelo chiaramente, smettetela con questa ipocrisia, vogliamo amm4zzare Putin! Rischiamo la terza guerra mondiale? Non ce ne importa, vogliamo amm4zzarlo! Perché noi siamo superiori, noi decidiamo cosa si deve fare nel mondo!"




venerdì 1 aprile 2022

Roberto della Croce



L' esercito jugoslavo attirava sempre giovani, appartenenti alle minoranze nazionali per arruolarsi nell'esercito. Secondo la dottrina Jugo, tra gli ufficiali dell'esercito avrebbero dovuti presenti maschi di tutte le etnie jugoslave in percentuale possibilmente simile come nella popolazione jugoslava. Così anche un ragazzo bosniaco di origini venete di nome Roberto della Croce era pilota dell'esercito jugoslavo quando è cominciata guerra jugoslava. Il suo nome si sente in 0:42 del filmato. Durante il conflitto nell'ex-Jugoslavia lui ha scelto di rimanere nelle file dell'esercito jugoslavo, mentre gli sloveni e croati erano già andati via dall'aeroporto militare Željava, vicino a Bihać, l'aereo di Roberto, come si dice nel filmato, è stato colpito dalla difesa antiaerea croata, ma lui si è salvato. Roberto della Croce, nato a Tuzla, in Bosnia Erzegovina, resterá nelle file dell'Aeronautica militare jugoslava anche dopo il conflitto. Muore prematuro negli anni 2000, a soli 46 anni.

Aerodrom Zeljava Bihac

Intervista a Roberto della Croce



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